“Io non vado se non viene lui”. L’indignazione di un nostro lettore

“Io non vado se non viene lui”. L’indignazione di un nostro lettore

“Io non vado se non viene lui”. L’indignazione di un nostro lettore

martedì 14 Maggio 2013 - 08:32

Dopo la pubblicazione del nostro articolo di domenica, relativo alla vicenda di un ragazzo “disabile” non “invitato” alla gita di classe, arrivano numerose le reazioni infastidite. Pubblichiamo quella di Maurizio Incorvaia, che chiede che la vicenda “faccia più rumore possibile”

“Leggendo l’articolo di domenica 12 maggio, intitolato A lezione di vita da una classe di quattordicenni, sono rimasto allibito da quanto accaduto e, pertanto, vorrei poterlo commentare insieme a voi, per far sì che questa vicenda faccia più rumore possibile”. A scriverlo è un nostro lettore, Maurizio Incorvaia, che invita anche tutti gli altri commentatori ad intitolare il proprio pensiero con la frase “Io non vado se non viene lui”.

“Quanto accaduto a questa famiglia è sconvolgente – scrive -. Un genitore crede di potere affrontare qualsiasi cosa per il bene di un figlio e questi, invece, viene tradito da quelle istituzioni che dovrebbero sostenerlo in questo compito. Peggio quando questo figlio da sostenere, a maggior ragione perché “diverso”, viene escluso (io non ho altri termini) da quella comunità che, invece, dovrebbe, con più forza e con più coinvolgimento possibile, salvaguardarlo. Dall’isolamento innanzitutto. I nostri figli diventano lo specchio di quello che noi siamo e se i nostri valori sono valori fuorvianti, non oso immaginare cosa ne sarà del loro futuro. Che importa conoscere il nome di quella scuola, di questo o quel professore, il problema è più profondo; intrinseco nel suo grottesco meccanismo della logica della prevaricazione. Quando una persona disabile non viene rispettata e sostenuta, è tutta la società che deve sentirsene responsabile. E’ il fallimento di un sistema che già di suo non si regge sul rispetto per gli altri ma sulla sopraffazione. D’altronde, in Italia, non riusciamo ad abbattere le barriere architettoniche, parcheggiamo dove capita e non ce ne frega nulla delle esigenze altrui, figurarsi una gita scolastica”.

Dopo la rabbia, la speranza. “Io spero ancora – prosegue -. Spero che questa brutta storia ci insegni a guardarci attorno fino a scoprire di non essere soli a questo mondo. Spero ci insegni ad avere rispetto degli altrui problemi e disagi. Spero che tutto questo sia biasimato a viva voce da tutti quei cittadini per bene che vogliano contribuire a rendere questo mondo schifoso un tantino più civile. Voglio rivolgere a questo ragazzo ed ai suoi genitori il mio più affettuoso abbraccio e le mie personali scuse per questo gesto di rara inciviltà”.

9 commenti

  1. orazio tringali 14 Maggio 2013 08:58

    Commenti, c’è poco da commentare, c’è da agire contro chi non impedisce e non sanziona certi comportamenti offensivi. Cosa dice il Provveditore allo studio? quali provvedimanti ha preso? spero che risponda e ci faccia sapere, così ci sapremo regolare di conseguenza.

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  2. IO NON VADO SE NON VIENE LUI
    E’ così che il signor Incorvaia ci chiede di iniziare le nostre risposte e noi volentieri lo seguiamo.Interveniamo come associazione perchè ci sentiamo chiamati in causa direttamente, visto che ci occupiamo di bambini con la sindrome di Down dai 0 ai 13 anni. L’età in cui la ricettività, la capacità di elaborazione delle esperienze, l’apprendimento non solo delle nozioni e dei comportamenti ma anche delle affettività e delle giuste relazioni di TUTTI i bambini sono più “all’erta”. Ed è anche l’età in cui per i nostri figli con qualcosa in più (non solo un cromosoma) viene fatto meno. Mortificati da un sistema sanitario che li costringe a lunghe liste di attesa per accedere alle terapie di cui hanno diritto; che frena continuamente il regolare processo di riabilitazione con continue sostituzioni dei terapisti, vittime anche loro delle assunzioni a tempo determinatissimo( 3 mesi, 6 mesi, un anno…che senso ha nell’ambito di una riabilitazione neuropsicologica? i nostri figli non sono rotule de riallineare….). Sempre in partenza per un TAR che riconosca la validità di una richiesta di sostegno, ogni anno… come se una sindrome cromosomica “guarisse” con un test dell’ASL….Con gli incontri per i piani scolastici effettuati (“perchè il personale è poco”…) a Gennaio e consegnati a Marzo per l’anno scolastico che però è iniziato nel Settembre precedente…Con chi fa finta di non sapere che per una gita scolastica la scuola può richiedere un’assistente socio-sanitario anche solo per un giorno se, per esempio durante l’anno il bambino non ce l’ha…Con chi invece sa benissimo che con un pò di impegno è previsto che il bambino possa stare a scuola anche nel giorno in cui l’insegnante di sostegno non c’è visto che, come ci dicono rassicuranti ad ogni inizio di anno, il sostegno è per la classe non solo per il bambino e che una classe per una volta la settimana, non “perde il ritmo” ma impara la solidarietà, non con le letturine e i concorsi fotografici ma inserendo davvero il compagno in se stessa.Un bambino QUALUNQUE che sperimenta il rifiuto, restituirà il rifiuto. Il problema è che finchè un disabile sarà considerato solo un problema da risolvere e non una risorsa possibile in quanto uomo, nulla cambierà. Aboliremmo volentieri “la giornata del…”, “il mese di…”,”il tema su…”vorrebbe dire che non c’è più bisogno di ricordare che esistono persone che hanno “qualcos’altro da dare”. E’ vero, non è importante conoscere il nome della scuola, del dirigente, dell’insegnante….perchè sarebbe uno tra i tanti, tra i troppi.Caro signor Maurizio, una condanna, una denuncia risolverebbe poco ma ha ragione lei, la voce di tanti potrebbe fare qualcosa. La solidarietà di tanti, la protesta civile ed addirittura gentile di tanti potrebbe fare tanto.Ci permettiamo un suggerimento al Provveditorato,ai Dirigenti, agli insegnanti e a molti genitori più che una critica: insegnate ai bambini la solidarietà fatta di gesti e parole e abbandonate quella fatta di carta, parole,disegni,premi e giornate, concorsi e pubblicità. Credeteci,i nostri figli non se ne fanno niente e i vostri dimenticano presto. Grazie per l’opportunità di dire la nostra.

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  3. “IO NON VADO SE NON VIENE LUI” Questo caso dovrebbe pervenire ad una punizione esemplare per chi ha creduto di poter disattendere, certo della complicità altrui, al proprio dovere umano prima ancora che di educatore.
    Purtroppo ho potuto constatare personalmente che a Messina, ma anche altrove, l’accoglienza, la tolleranza, l’altruismo e la solidarietà non sono valori condivisi dalla società quanto qualità personali, quelle che una volta si sarebbero dette cristianamente “doni della grazia”.
    Invece a Messina … “grazie, graziella e grazie al XXXXX”.
    A livello personale ognuno si comporta secondo la sua coscienza, ma quando questo avviene in istituzioni che dovrebbero diffondere questi valori invece dell’egoismo e del menefreghismo e addirittura connivenza con gli organizzatori dell’indifferenza, la faccenda non è più solo “una brutta storia”: diventa una vera lezione di inciviltà da punire in maniera esemplare.

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  4. DIMISSIONI IMMEDIATE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO E DI CHI HA COPERTO LA COSA!

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  5. IO NON VADO SE NON VIENE LUI.
    Nessun figlio bastaso di messinesi bastasi ha avuto il coraggio e la sensibilita’ d’animo che occorreva in questo caso.
    Ed ancora piu’ bastasi l’insegnante e l’istituzione che ha permesso tutto cio’.
    I figli bastasi dei genitori bastasi hanno sicuramente piu’ fortuna di questo povero ragazzo, ma il loro cuore e’ paragonabile a quello di un testicolo di formica rispetto a quello del loro sfortunato coetaneo.
    Egregio Provveditore, mi pare d’obbligo una sospensione severa per i dirigenti scolastici insensibili e se e’ nel suo potere li prenda pure a calci in culo !!!!

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  6. SE NON VIENE LUI IO NON VENGO
    Anch’io accolgo volentieri la richiesta del SG. Incorvaia. E’ tutta la nostra comunità che ne esce molto male da questa brutta storia, che spero travalichi l’ambito locale per assumere un risvolto nazionale. Tuttavia, vorrei testimoniare in controtendenza che vi sono tantissimi professori che si spaccano in 4 per cercare di alleviare le sofferenze dei ragazzi più in difficoltà, anche aldilà del loro orario di lavoro. Sono sicura che cercheranno, anche se in modo tardivo, di porre rimedio in una qualche maniera a questa ingiustizia. Intanto porgo anch’io le mie personali scuse ad Andrea e a tutta la sua famiglia per far loro sentire che non sono soli.

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  7. SE Non Viene Lui IO Non Vengo
    non voglio entrare in un contesto dove poter sparare a zero ma davvero mi ci vuole il Malox per digerire tanta ignoranza ed impreparazione… Forza 🙂

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  8. Sono il fratello del bambino, colui che cerca di combattere contro questa ingiustizia che ci è accaduta e vi ringrazio tutti per l’apporto
    GRAZIE

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  9. Gentile CANTO87,
    sono felice di essere riuscito a portare un pizzico di solidarietà a lei e, spero, soprattutto a suo fratello. Avrei voluto maggiore attenzione da parte dei nostri concittadini e dei media locali ma va già bene che sia stata pubblicata dalla redazione di TS.
    Un caro saluto a tutta la sua famiglia.
    Maurizio I.

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