IPhone inesistenti e scommesse online come "coperture": 8 denunce

IPhone inesistenti e scommesse online come “coperture”: 8 denunce

Veronica Crocitti

IPhone inesistenti e scommesse online come “coperture”: 8 denunce

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giovedì 05 Febbraio 2015 - 12:13

A far scattare le denunce, in soli due giorni, sono stati gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Sant'Agata di Militello. Le truffe online continuano a mietere vittime, a tappeto, in ogni parte d'Italia.

Un trucchetto ingegnoso, difficile da smascherare, che aveva fruttato ai furbi truffatori del web bottini da 11mila o 12mila euro in pochissime ore. Il meccanismo, ben studiato ed elaborato, consisteva in più fasi. Innanzitutto bisognava carpire i codici di accesso dei conti online delle vittime di turno, e questo si poteva fare anche tramite l’invio di email fasulle, come ad esempio da parte di fantomatiche Poste che richiedevano la “messa in sicurezza” del conto. Una volta ottenuti i codici dei conti, i truffatori utilizzavano quelle credenziali per iscriversi e giocare online in note società di scommesse e d’azzardo. L'obiettivo era quello di perdere il più possibile (con i soldi della vittima) e far “transitare” il denaro degli ignari truffati direttamente nelle tasche dei consapevoli truffatori. E quindi, via a partite di poker, scopa, sette e mezzo, solitamente in orari notturni ed a poca distanza le une delle altre, di modo che risultasse quasi impossibile risalire ai beneficiari finali.

Sono in tutto otto le persone denunciate, in sole 48 ore, dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Sant’Agata di Militello. Quattro di loro erano dedite esattamente ai trucchetti di scommesse e giochi d’azzardo online. Gli altri, invece, diversificavano le loro truffe tra vendite inesistenti e invio di email fasulle. Quel che è evidente, ad ogni modo, è che tutti si servivano degli stessi elementi-chiave: il web e l’ingenuità delle vittime.

In due casi, si è trattato di vendere tramite internet un cellulare iPhone ed un Tablet, ovviamente mai recapitati ai malcapitati nonostante questi avessero già versato i soldi nei conti dei truffatori. In altri casi, invece, si è trattato di impossessarsi con inganno dei codici di accesso di diverse Postpay. Uno dei metodi utilizzati, nello specifico, era quello delle false email di Posta in cui si domandavano i dati del conto con la scusa di dover mettere tutto "in sicurezza".

Una signora, ingannata, ha risposto all'email. Neanche a dirlo, in pochi secondi, dei 600 euro che teneva nella sua Postpay non rimaneva neanche un centesimo. (Veronica Crocitti)

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