Perquisizioni a tappeto dei carabinieri, al vaglio il ruolo degli altri indagati. Intanto i Giardina parlano...
Messina – E’ una inchiesta ancora tutta aperta e destinata ad allargarsi quella sfociata nell’arresto dell’ex boss ed ex pentito Melo Bisognano e due presunti prestanomi. Insieme al blitz infatti i Carabinieri hanno effettuato perquisizioni a tappeto a Mazzarrà Sant’Andrea e dintorni, sia nell’ambito dei sequestri, che per verificare il ruolo di altri soggetti coinvolti nelle vicende finite sotto i riflettori della Direzione distrettuale antimafia.
Il ruolo degli altri indagati
Al vaglio ci sono i rapporti di Bisognano e Giardina col Comune mazzarroto, il ruolo dei professionisti interessati alle vicende delle ditte gestite dai Giardina e da Bisognano, le mire sui lavori in discarica e gli eventuali agganci politici. Insomma gli accertamenti dei militari dell’Arma, guidati dal comandante provinciale Lucio Arcidiacono, sono appena agli inizi e promettono sviluppi.
Lunghi faccia a faccia col giudice
Intanto ieri sono cominciati gli interrogatori. Il giudice Eugenio Fiorentino, alla presenza del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Piero Vinci, ha ascoltato i fratelli Antonino e Davide Giardina. Entrambi, difesi dall’avvocato Pinuccio Calabrò, hanno risposto a tutte le domande loro rivolte, fornendo la loro versione delle vicende, cercando di chiarire la loro posizione e respingendo i sospetti di mafia avanzati dagli inquirenti nei loro confronti. I faccia a faccia sono cominciati di prima mattina e sono andati avanti fino a oltre le 13.
Il legale si è riservato il deposito di eventuali istanze di liberazione ma preannuncia ricorso al Riesame. Interrogatorio per rogatoria per Bisognano, difeso dall’avvocato Fabio Repici.
