Messina, il dossier sul carcere di Gazzi dopo il suicidio di Argentino

Messina, il dossier sul carcere di Gazzi dopo il suicidio di Argentino

Alessandra Serio

Messina, il dossier sul carcere di Gazzi dopo il suicidio di Argentino

lunedì 18 Agosto 2025 - 18:00

Ispezione della Camera Penale e dei Radicali, che lanciano un appello al Comune: "Apra al lavoro esterno per i detenuti"

Messina – Anche nel 2025 una delegazione dei Radicali ha ispezionato il carcere messinese di Gazzi nel periodo più difficile per i penitenziari, ovvero l’estate. Il risultato della visita, effettuata stamane da alcuni componenti dell’associazione Adelaide Aglietta di Torino, conferma quanto emerso negli ultimi anni sulla struttura diretta da Angela Sciavicco: Gazzi è un istituto dove i detenuti stanno meglio rispetto alla gran parte dei penitenziari italiani, siciliani in particolare. Ma anche qui le criticità non mancano.

Il suicidio di Stefano Argentino

Nel carcere messinese lo scorso 6 agosto è stato trovato morto in cella Stefano Argentino, il giovane femminicida di Sara Campanella. Un caso su cui indaga la magistratura, che ha riacceso i riflettori sui principali nodi del sistema carcerario italiano.

Ecco il report consegnato dopo la visita, che ha riguardato tutti blocchi, condotta insieme al presidente della Camera Penale Pisani-Amendolia, Alberto Gullino, e i componenti del direttivo Gianfranco Briguglio e Antonio Lo Presti.

Le criticità

La visita, durata oltre tre ore, è stata preceduta da un dettagliato colloquio con la direttrice dell’istituto di pena Angela Sciavicco, in cui si sono discusse le finalità dell’incontro e le principali criticità dell’istituto. Tra queste, emerge la mancanza di circa 20 agenti di polizia penitenziaria, fondamentale per garantire la sicurezza e la gestione quotidiana del carcere, e la presenza di un solo educatore, il capoarea, insufficiente per rispondere alle esigenze dei detenuti. È stata individuata un’area per gli incontri affettivi, che occorre tuttavia ancora ristrutturare.

Purtroppo non vi è una tradizione di lavoro esterno per i detenuti di Messina, sicuramente difficile da trovare per evidenti problemi sociali, ma invitiamo il Comune della città a trovare maggiori forme di collaborazione con la società civile e l’istituto di pena per non lasciare nulla di intentato, affinché anche questo aspetto della riabilitazione e dell’inclusione sia perseguito.

Le luci del carcere di Gazzi

Il carcere non è sovraffollato, con circa 200 detenuti per 302 posti disponibili, anche se una parte delle celle è inagibile. Nelle celle sono presenti ventilatori e frigoriferi ed è rispettato il minimo di agibilità di 3 mq per detenuto. C’è una presenza del medico e di personale infermieristico nelle 24 ore. Nel carcere sono presenti diverse associazioni di volontariato, che apportano un contributo concreto.

Un aspetto di eccellenza è rappresentato dal laboratorio teatrale, strumento importante per la riabilitazione e l’inclusione.

Le ombre, secondo i detenuti

Non sono mancate critiche e richieste da parte dei detenuti: scarsa presenza del giudice di sorveglianza, tempi lunghi per visite mediche specialistiche, poca flessibilità nella comunicazione con i familiari.

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