L'Università di Messina ha aperto ieri sera le porte del suo Rettorato per celebrare l'iniziativa
MESSINA – L’Università di Messina ha aperto ieri sera le porte del suo Rettorato per celebrare la Notte Mediterranea delle Ricercatrici (Mednight), un evento che ha unito scienza, passione e partecipazione in una grande festa del sapere.

Dalle 17:30 alle 20:00, oltre 420 scienziati dell’Ateneo peloritano hanno animato quasi 90 attività interattive, attirando centinaia di visitatori tra famiglie, studenti e curiosi. Particolarmente apprezzati dai bambini sono stati i laboratori , dove i più piccoli hanno potuto indossare i panni di giovani scienziati: microscopi, provette, esperimenti colorati e semplici quiz hanno fatto brillare gli occhi dei partecipanti. Ogni attività era pensata per essere accessibile, educativa e soprattutto divertente.
Vi era la presenza di tantissimi stand, fra i tanti quello curato dalla ricercatrice Rosaria Plutino impegnata nello sviluppo di materiali sostenibili per applicazioni quotidiane con l’aiuto delle sue collaboratrici Giulia Rando e Silvia Sfameni .
A rendere l’esperienza ancora più entusiasmante è stata la distribuzione di gadget e materiali scientifici, regalati a tutti i partecipanti: penne, block notes, tazze , ombrelli che hanno contribuito a rendere l’evento memorabile.
La serata è poi proseguita, dalle 21:00, con musica, intrattenimento e un dibattito dal titolo “Ritorno alla Luna”, che ha visto protagonisti due ospiti d’eccezione:
Simone Pirrotta, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e Francesca Esposito, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)
Ma non è finita lì: uno dei momenti più coinvolgenti è stato quello dei quiz serali, dove i ragazzi – singolarmente o in piccoli gruppi – si sono messi alla prova con domande di scienza e cultura generale. Tra sorrisi, applausi e un sano spirito competitivo, i quiz hanno trasformato la divulgazione in gioco, stimolando curiosità e dialogo tra giovani e ricercatori.
La Notte Mediterranea delle Ricercatrici ha dimostrato, ancora una volta, che la scienza può essere accessibile, inclusiva e divertente, capace di connettere culture e generazioni, portando il sapere fuori dai laboratori e vicino alle persone.
Testo e servizio video di Carmen Licata, progetto “L’estate addosso”
