La decisione dopo l'ispezione ministeriale compiuta nei mesi scorsi nel centro tirrenico
Il consiglio dei Ministri ha sciolto il consiglio comunale di Furnari. La notizia è rimbalzata in tarda mattinata ma era attesa da tempo dopo l’ispezione ministeriale che per cinque mesi ha passato al setaccio il Comune tirrenico. Gli ispettori avrebbero accertato forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata e le conclusioni sono state consegnate, con un’ampia relazione, al prefetto Francesco Alecci. Subito dopo è stata inviata al ministro dell’Interno, Roberto Maroni che ha avanzato la proposta di scioglimento al Consiglio dei Ministri.
La commissione interforze di accesso agli atti amministrativi, presieduta dal viceprefetto, Antonino Contarino, si era insediata lo scorso 13 marzo.
Sotto la lente d’ingrandimento della commissione passarono tutti gli atti amministrativi riguardanti l’esecutivo, il consiglio comunale e la struttura burocratica.
L’ispezione scattò su iniziativa della Procura Distrettuale Antimafia di Messina a seguito delle risultanze delle intercettazioni eseguite nell’operazione “Vivaio”. Nell’inchiesta i Carabinieri arrestarono boss ed affiliati dei clan barcellonesi vicini a Cosa Nostra che imponevano il pizzo alle imprese, gestivano le discariche e condizionavano la vita pubblica di numerosi comuni grazie ad esponenti politici di fiducia. Nel corso dell’attività d’indagine sarebbero emerse irregolarità nell’attività amministrative del Comune di Furnari e nelle elezioni di maggio 2007. Il consiglio comunale di Furnari per 18 mesi sarà retto da tre commissari prefettizi.
