Le giustificazioni all'indifferenza per una tragedia annunciata: -messaggi dall'Arena-
Nella striscia di Domenica In, condotta da Giletti (L’Arena), si è parlato di quanto accaduto nei villaggi ormai tristemente noti di Messina, colpiti dal violento nubifragio che ha causato smottamenti, distruzioni di case e di vite.
L’argomento della discussione verteva sulla ipotetica possibilità di ricostruzione dei villaggi e soprattutto sulla individuazione delle responsabilità del disastro, poiché la collina aveva già dato i suoi segnali nei due anni addietro con una frana di dimensioni più ridotte.
Si è parlato di responsabilità e soprattutto di che fine avessero fatto dei finanziamenti che erano stati stanziati.
Tali interrogativi sono posti all’attuale sindaco di Messina, ospite della trasmissione e,il giornalista Lamberto Sposini in proposito ha detto “che quella di Messina è stata una tragedia che non ha smosso il cuore degli italiani-, prova ne è stata – secondo Sposini-il fatto che non sia partita nessuna sottoscrizione nelle trasmissioni televisive, che il minuto di silenzio nei negli stadi inizialmente non rispettato viene imposto successivamente, solo a seguito delle polemiche.
Il giornalista infine, volendo dare un’interpretazione a tali inusuali comportamenti ha esordito dicendo che questa freddezza degli italiani doveva leggersi come consequenziale proprio al fatto che si è trattato di una tragedia annunciata nella quale poco chiare risultavano essere le dinamiche relative all’individuazione delle responsabilità.
In sostanza gli italiani non si sentono vicini a questa tragedia che coinvolge la Sicilia e Messina, nello specifico, perché noi stessi siciliani ne siamo responsabili!
Sono d’accordo sui fatti, e sono d’accordo anche sulla chiave interpretativa, ma non chiamiamola giustificazione, diamole il nome giusto: ALIBI!
Mi chiedo: è stato davvero un modo inconscio per punirci?…quante colpe abbiamo? E perché decidere di punire il nostro dolore?
I nostri morti e i loro familiari, i sopravvissuti meritavano davvero questa indifferenza! Si portano alle spalle perdite e ricordi inimmaginabili: c’è un padre che ha perso mamma, moglie e figlia, c’è una madre che ha trovato i suoi figli morti abbracciati…e tante altre storie disperate…e io non posso capire come, come si possa parlare e ancora giustificare…questa durezza dei cuori!
Questa tragedia non ha smosso i cuori degli italiani?
No. Non ha smosso solo i cuori di chi è abituato a stare su di un piedistallo a guardare la gente dall’alto in basso, di chi per indole è abituato a giudicare frettolosamente, di chi pensa che la Sicilia sia solo mafia e mare, di chi non ha mai messo le mani nel fango, di chi – alla fine della fiera, oggi ci sentiamo dire pure questo- -non riesce a provare solidarietà se non dopo aver capito a chi addossare le responsabilità…
Ma la solidarietà non andava alle vittime? E l’individuazione dei responsabili, ahimè, non è solo successiva alla catastrofe?
E ancora a proposito di responsabilità, lungi da me qualsiasi tentativo di giustificazione, si è più volte ripetuto che quella stessa bolla d’acqua se fosse precipitata in qualsiasi altra parte dell’ Italia, avrebbe causato altrettante vittime, poiché il fenomeno del dissesto idrogeologico e dell’inadeguatezza degli strumenti urbanistici coinvolge tutta la nostra penisola, fatta eccezione di qualche comune virtuoso.
Quindi perché PUNIRCI?
Alibi per nascondere un’acuta forma di razzismo cronico!
Hanno creato un’ alibi fragile come quella collina che è crollata…pericoloso e cattivo, come quel fango che ha sepolto…e insieme a quel fango a seppellirci ci sono pure loro, non diversi da chi non ha voluto fin ora ascoltare!!!
Allora, invece perdonateci SE successo a noi, perdonateci SE nessuno ha voluto ascoltare, in questi anni, le paure di questa gente,
…perdonateci SE a causa di questa circostanza avete dovuto fare i conti con la durezza dei vostri cuori e SE per non sentirvi in colpa avete dovuto inventare delle giustificazioni così come voi le chiamate,
…perdonateci Se questa gente sradicata sente ancora forte l’urlo delle proprie case e vuole tornarci, e ha ancora bisogno di capire e comprendere!
Perdonateci, Se questa gente piange e voi no, insomma perdonateci se non riusciamo a farvi sentire questo nostro dolore!!!
PERO’….a sentirlo accanto a noi c’erano gli aquilani che sono scesi fin quaggiù, …perché LORO SI, loro lo sentono quel dolore, e sanno che la Sicilia tutta aveva pianto, a prescindere dai loro strumenti urbanistici!!!
