Sarebbe stata una sola persona ad uccidere il 39enne polacco Jerzy Laszcz, il cui cadavere è stato scoperto lunedì pomeriggio in un capannone di Maregrosso. Si tratterebbe di un connazionale senza fissa dimora, con precedenti per rissa e rapina, che ha fatto subito perdere le proprie tracce. L’altro polacco, che si trovava con lui, avrebbe solo assistito alla scena e forse per paura sarebbe fuggito. Ne sono convinti gli investigatori della Squadra Mobile sulla scorta delle testimonianze degli altri barboni che vivono nella favela di Maregrosso. La foto e i dati anagrafici del presunto omicida, ritenuto dal temperamento aggressivo e senza scrupoli, sono state distribuite alle Questure di tutta Italia. Intanto gli investigatori hanno pochi dubbi sul movente della rapina e sullo svolgimento dei fatti. Alcuni testimoni hanno raccontato che i tre erano stati notati assieme la mattina dell’omicidio nel supermercato SMA di viale San Martino mentre compravano bottiglie di gin e rum. Nel pomeriggio si sono diretti nel capannone dismesso delle Ferrovie in via Gibilterra dove sostano abitualmente insieme con altri barboni. Ormai ubriaco il polacco avrebbe aggredito il connazionale per sottrargli 400 euro che l’uomo custodiva nella tasca dei pantaloni. Un piccolo gruzzolo del quale erano al corrente tutti i barboni e che non è stato più ritrovato. L’assassino lo ha colpito con una grossa pietra al capo, poi si è impadronito del denaro, gli ha sfilato i pantaloni per depistare le indagini simulando un omicidio a sfondo passionale. Quindi ha chiuso la porta del deposito con del fil di ferro e si è allontanato di corsa. Ma è stato notato da altri cinque barboni, due tedeschi, due marocchini ed un italiano che hanno raccontato tutto alla polizia. L’altro polacco che si trovava con lui sembra invece che non abbia partecipato all’aggressione
