Ricevuto: «Questo collegamento non corrisponde alle esigenze dei nostri cittadini». Non si esclude la possibilità di istituire un servizio -in proprio-
Alla fine, anche questa volta, l’aliscafo è rimasto fermo al molo. La tratta mancante della Metromare, quella forse più attesa, “rimanda” ancora una volta la sua partenza. E lo fa sancendo una spaccatura – che sembra definitiva – con la Provincia Regionale di Messina, la quale si era sempre distinta come principale Ente “promotore” della connessione tra l’aeroporto dello Stretto e l’utenza messinese. Vani, infatti, sono stati i ripetuti tentativi del Presidente Ricevuto di avviare le corse in funzione dei principali voli dello scalo reggino. Dunque il servizio partirà, se e quando, con le stesse caratteristiche di quello abbozzato prima dell’inaugurazione.
Il collegamento tra il porto peloritano e l’aerostazione “Tito Minniti” doveva partire questa mattina con una prima corsa “di prova” (quella in partenza da Messina alle 11.40), per poi garantire le successive come fissato nella tabella degli orari già diffusa. L’ennesimo stop è legato alla ferma opposizione portata avanti nelle ultime ore dal numero uno di Palazzo dei Leoni. «La Provincia – ha dichiarato a Trasportisullostretto.it Nanni Ricevuto – non consentirà alla Metromare, con queste condizioni, di effettuare il check-in da Messina. Per quanto ci riguarda possono anche avviare il servizio, ma così facendo l’Ente da me guidato si tirerà fuori da un progetto che non risponde alle esigenze dei nostri cittadini». E non potrebbe essere altrimenti, d’altra parte, per un collegamento che non tiene minimamente conto delle partenze dell’aliscafo in relazione agli orari dei voli.
Adesso sembrano essere al vaglio della Provincia nuove soluzioni che possano rispondere, concretamente, alla necessità di connettere il territorio messinese con l’aeroporto dello Stretto. Non si esclude, in tal senso, la possibilità di istituire un servizio di collegamento “in proprio”. «Noi comunque – ha proseguito Ricevuto – non ci fermiamo e continueremo a perseguire i nostri obbiettivi, affinchè la provincia di Messina non resti un territorio marginale del profondo Sud».
Diego Buda e Peppe Caridi
