In parlamento regionale la legge per gli alluvionati: il dibattito di ieri in aula

In parlamento regionale la legge per gli alluvionati: il dibattito di ieri in aula

In parlamento regionale la legge per gli alluvionati: il dibattito di ieri in aula

mercoledì 21 Luglio 2010 - 08:13

Il ddl presentato da Buzzanca prevede l’assunzione per chiamata diretta dei familiari delle vittime del nubifragio del 1. ottobre. C’è tempo fino ad oggi per gli emendamenti. Sollevate da alcuni deputati delle perplessità. Speziale (Pd): «Così com'è la legge rischia di essere impugnata»

L’Assemblea regionale siciliana, nella seduta di ieri pomeriggio alla cui presidenza si sono alternati Francesco Cascio, Santi Formica e Camillo Oddo, ha concluso la discussione generale sul disegno di legge che prevede interventi urgenti per i superstiti del nubifragio di Messina del primo ottobre 2009. Il disegno di legge, proposto dal sindaco Giuseppe Buzzanca e firmato da altri deputati regionali, prevede l’assunzione per chiamata diretta da parte della Regione, del Comune o della Provincia dei familiari stretti delle vittime dell’alluvione. Ed in particolare del coniuge, del padre o della madre, del fratello o della sorella, dei morti o dispersi di Giampilieri, Scaletta, Molino, Altolia e Briga.

Ieri l’aula ha approvato il passaggio all’esame dell’unico articolo che lo compone e che, comunque, dovrà essere riscritto, alla luce delle stesse indicazioni emerse dal lungo confronto d’aula e dall’annunciata presentazione di diversi emendamenti che dovranno essere, comunque, depositati entro le 17 di oggi pomeriggio. «Il fatto che siamo lontani circa un anno dall’evento – ha detto ieri in aula Buzzanca – non deve indurci ad essere superficiali, non deve farci dire ex post che il dolore espresso in questi giorni era un dolore di facciata, un dolore di circostanza. Si trattava e si tratta, al contrario, di una solidarietà vera e autentica e voglio ricordare alla presidenza e all’aula che in quei drammatici momenti un po’ tutti ci siamo impegnati per tentare di dare un segnale di vicinanza, un segnale di corrente calda o di fluido di corrente calda che deve esserci tra le istituzioni e chi, in qualche misura, vive un dramma di quella portata».

Il sindaco ha preannunciato anche un emendamento di riscrittura per rivedere alcuni aspetti. Emendamento che «fisserà al momento della tragedia la possibilità di accedere a questo beneficio di legge per quanto riguarda la mancanza di occupazione, e preciserà che non si può addivenire ad una soluzione di assunzioni illimitate. L’emendamento andrà quindi in direzione della limitazione del rapporto che gli enti locali sono autorizzati a fare, demandandone così la discrezionalità, tenuto conto che l’ente locale meglio conosce i problemi del territorio e bene individua le esigenze che vengono da quei disgraziati superstiti che hanno perso familiari, anche in tenerissima età. L’emendamento preciserà che si potrà assumere il coniuge superstite o un orfano o un genitore delle vittime o dei dispersi a causa degli eventi calamitosi dei quali ci stiamo occupando, e voglio rassicurare l’aula che si tratta di un numero veramente esiguo».

Qualcuno ha manifestato delle perplessità, come Roberto De Benedictis del Pd: «Indipendentemente dalla buona volontà della norma, che credo tutti quanti condividiamo – ha affermato – ci sono delle questioni che mi sembrano poco chiare, innanzitutto perché è assolutamente indeterminato il numero dei possibili beneficiari, non conoscendo il numero di vittime o il numero dei dispersi e quindi, a cascata, quanti possono essere i coniugi, gli orfani, ecc.. Mi preoccupa poi l’incertezza del diritto perché, presupponendo che è lasciato all’arbitrarietà dei comuni l’esercizio di questa facoltà che stiamo legiferando, c’è una incertezza del diritto stesso; stiamo presupponendo di destinare un beneficio a dei soggetti che lo avranno se e nella misura in cui i comuni, per ragioni che qui non sono precisate, perché non ci sono criteri, non ci sono argomentazioni, non ci sono condizioni per esercitare questa facoltà, delibereranno di propria iniziativa di assumere. Credo che questo sia un difetto intrinseco della norma». Dubbi anche da Calogero Speziale, anche lui del Pd: «Così com’è, questo disegno di legge, sarà sicuramente impugnato dal Commissario dello Stato, perché non è nelle nostre prerogative, prerogative potere intervenire sulla norma nazionale».

Duro, di fronte alle perplessità, Santi Formica del Pdl: « L’alluvione di Messina è stato un fatto di rilevanza nazionale ed internazionale. Voglio ricordare che si sono subito mobilitate le nostre comunità all’estero, negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, in tutte le parti del mondo, dove sono presenti nostri connazionali e c’è stata anche una mobilitazione forte da parte degli organismi internazionali. Sarebbe strano che in presenza di una mobilitazione, anche internazionale, per aiutare le vittime di questo disastro immane, il Parlamento siciliano sollevi dei dubbi sul fatto che abbiamo l’obbligo di intervenire». Più “diplomatico” Filippo Panarello del Pd, peraltro originario proprio di Giampilieri: «I collegi giustamente si interrogano anche sulla praticabilità della norma che stiamo approvando, perché, se dovesse essere impugnata dal Commissario, faremmo un torto alle persone che vogliamo aiutare. Sono, quindi, d’accordo con l’ispirazione della legge, ritengo che tutti quanti dobbiamo concorrere alla definizione di un testo che sia in grado di passare il vaglio del Commissario dello Stato ed in grado, soprattutto, di aiutare concretamente le persone che sono state travolte dall’alluvione dell’1. ottobre».

«Che ben vengano le osservazioni – ha detto un altro messinese, Roberto Corona (Pdl) – l’importante è che questo Parlamento faccia qualcosa di significativo, di importante in maniera certamente unitaria, come ha sempre fatto in occasioni di questo tipo e che certamente, nell’approvare questa legge, ci facciamo carico come parlamento di sollecitare sia il Governo regionale che il Governo nazionale per mettere in atto tutte quelle iniziative e quelle risorse necessarie per definire la questione che certo sta a cuore non solo a tutti noi, che siamo messinesi, ma anche a tutti i siciliani e speriamo che nel futuro non si possano essere più situazioni di questo tipo così drammatiche». Sono passati nove mesi dal quel tragico 1. ottobre. Forse è ora che la politica si dia una mossa.

(nella foto il sindaco Buzzanca con Nino Lonia, che nella tragedia ha perso la moglie e i due figli)

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