Martedì nel salone delle Bandiere si procederà al sorteggio tra i nuclei familiari di Fondo Saccà, Fondo Fucile, via Bisignano ed ex asilo nido di S. Lucia sopra Contesse
Una “guerra fra poveri” durata anni che forse si avvia a conclusione. Questa è la storia dei 60 alloggi, divenuti poi 74 grazie alla trasformazione della destinazione di quelle che originariamente dovevano essere botteghe, di San Filippo: una palazzina di case popolari quasi ultimata da tempo ma ancora senza nessun inquilino. Grazie al lavoro “diplomatico” del paziente Pippo Rao, assessore al Risanamento, la vicenda si potrebbe essere risolta, anche col reperimento di ulteriori alloggi in disponibilità del Comune. Una soluzione che ci si augura possa accontentare tutti: la delicatezza della questione, infatti, sta nel fatto che ad “ambire” a quelle case erano e sono gli abitanti di tre aree da risanare: Fondo Saccà, Fondo Fucile e via Bisignano, a cui vanno aggiunti gli abitanti che occupano l’ex asilo nido di Santa Lucia sopra Contesse.
Secondo le indicazioni di Rao, il nuovo dirigente del dipartimento politiche della casa, risanamento ed edilizia residenziale pubblica, l’ing. Antonio Cardia, ha trasmesso la convocazione per martedì 26 ottobre, alle ore 9,30, nel salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, per i nuclei familiari rientrati nelle tre graduatorie relative al risanamento di Fondo Saccà, ambito D, primo lotto funzionale, di Fondo Fucile ambito E, primo lotto funzionale, e di via Bisignano ed edificio ex asilo nido di Santa Lucia sopra Contesse. La convocazione è stata fatta per il sorteggio della scelta degli alloggi, a parità di punti, (74 della San Filippo Immobiliare S.r.l. più altri, come detto, in disponibilità al Comune) come indicato nella delibera della giunta municipale del 7 ottobre. Gli interessati dovranno presentarsi muniti di un valido documento di identità.
L’assessore Rao ha evidenziato che l’assegnazione degli alloggi avrà luogo quando l’impresa costruttrice li consegnerà al Comune, dotati di abitabilità e di tutte le approvazioni amministrative previste dalla normativa vigente, ed ha precisato, sin d’ora, che i nuclei familiari assegnatari, prima dell’immissione nel nuovo alloggio dovranno aver reso libero da persone e cose il manufatto in cui risiedono, per consentirne la contestuale demolizione. Un modello, quest’ultimo, che se si fosse seguito sempre, in passato, avrebbe evitato l’odioso e triste “mercato delle baracche”. Altro che 1908.
