Tra privilegi e sprechi alla Regione Siciliana più pensionati che dipendenti in servizio

Tra privilegi e sprechi alla Regione Siciliana più pensionati che dipendenti in servizio

Tra privilegi e sprechi alla Regione Siciliana più pensionati che dipendenti in servizio

venerdì 14 Gennaio 2011 - 09:28

Il bilancio di Palazzo dei Normanni saccheggiato dalle elefantiache spese pensionistiche dei burocrati

La Regione Siciliana non è mai stata un esempio di lungimiranza e di oculatezza nella gestione economica: gli sprechi hanno da sempre contraddistinto l’allegra gestione di Palazzo dei Normanni ma ci sono dei numeri che, alla sola lettura, fanno riflettere su come negli anni l’Isola sia diventata terra di conquista per chi l’ha considerata una mucca da mungere senza alcun limite.

Ed allora si scopre che nel mare magnum dei dipendenti pubblici regionali 13.528 sono quelli in servizio a tempo indeterminato e ben 15.592 quelli in pensione.

I dati si riferiscono al 31 dicembre 2009 e segnalano anche la spesa sostenuta per i pensionamenti a fine 2009, che si aggira alla esorbitante cifra di 613 milioni di euro con un incremento del 9,2 per cento rispetto al 2008 (561 milioni di euro).

Tutto questo nonostante i dipendenti in attività alla Regione sia diminuito dal 2008 al 2009: 458 persone in meno.

Risparmio? Assolutamente no. Perché se gli impiegati diminuiscono, i pensionati aumentano.

In un anno sono diventati 675 in più, a fine 2008 erano 14.917. Il procuratore generale d’appello Giovanni Coppola, nella sua requisitoria alla Corte dei Conti, ha usato una pungente metafora definendo il travaso tra dipendenti attivi e pensionati come la realizzazione del principio fisico dei vasi comunicanti, tutto cambia, nulla cambia.

Una zavorra costituita da burocrati e funzionari andati in pensione fra il 2 novembre 2001 e il 31 dicembre 2009. Tutti hanno una pensione superiore agli 11mila euro al mese. Si va dai 132 mila euro all’anno fino a 256 mila. La media risulta di 195 mila euro ogni dodici mesi, cioè 535 euro al giorno!

L’orrore dei conti si fa ancora più tetro se consideriamo che quasi tutti questi “pensionati d’oro” ricoprono nuovi incarichi nell’Amministrazione regionale o in Enti collegati. Cosa dire dell’ex segretario generale Pier Carmelo Russo che a dicembre, dopo il pensionamento, è stato promosso assessore regionale alle Infrastrutture da Raffaele Lombardo?

Pensioni record in Sicilia, pertanto, in cui ci sono casi di burocrati che arrivano a percepire perfino 1.369 euro al giorno, 41.600 euro lordi al mese; così ha stabilito una legge regionale, approvata durante la gestione Cuffaro.

La sproporzione diventa intollerabile se si considera che Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica Italiana, percepisce un’indennità annua di circa 220 mila euro mentre la pensione di Carlo Azeglio Ciampi arriva a 34 mila euro al mese.

Spese pensionistiche a carico del bilancio, perché la Regione siciliana è fra i pochi Enti italiani a non avere ancora attivato un fondo quiescenza, pur avendolo istituito per legge.

E vogliamo parlare delle baby-pensioni concessa a tutti coloro che dimostrano di avere un parente infermo da accudire?

Una deformazione siciliana della legge 104 che ha premiato, negli ultimi anni, 700 impiegati andati a riposo con 25 anni di anzianità per gli uomini e 20 anni per le donne.

E quanto costa l’Assemblea regionale siciliana al popolo della Trinacria? Nel 2010 si arriverebbe a 44 milioni e 600 mila euro fra stipendi e pensioni dei parlamentari.

Ben 14 ex parlamentari regionali hanno proseguito la loro carriera politica a Roma senza perdere il vitalizio “siciliano” di circa 5.000 euro al mese di media.

Il tutto diventa paradossale se consideriamo che, in base ai dati rilevati nell’anno d’imposta 2008 ed elaborati nel 2010, il reddito familiare in Sicilia si attesta a soli 15.130 euro!

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