Festa a Pezzolo per la signora Maria La Fauci
Maria La Fauci – vedova Spuria – è nata a Pezzolo il 2 luglio del 1925 anche se all’anagrafe fu registrata solo giorno 9. A Pezzolo ha trascorso l’intera esistenza lavorando in casa, in campagna, e talvolta svolgendo anche funzioni da manovale a fianco del marito, che era capomastro, dimostrando una grande capacità di adattarsi a ogni situazione. Tre figli, otto nipoti, cinque pronipoti.
E’ stata ed è una donna con una forza inusuale, come poche se ne incontrano. Fino a pochissimi anni fa tinteggiava casa da sola e andava con la famiglia a raccogliere olive e ancora adesso ricama tutti i giorni. Non è stata sfiorata nemmeno dal Covid.
Ha sempre utilizzato questa energia che la vita le ha donato per fare del bene, per occuparsi degli altri, per essere presente, nel corso dei decenni, in tutte le vicende della vita del paese in cui ci fosse bisogno di un qualsiasi tipo di aiuto.
Una vita intensa, tra storia, famiglia e comunità. La signora Maria, ultima di quattro fratelli, in paese è conosciuta anche con l’affettuoso soprannome di “a zangarotta”, appellativo familiare di origine antica, legato alle tradizioni del luogo. Nonna Maria conserva una memoria vivace e ama raccontare episodi dell’infanzia e della giovinezza: i tempi duri della guerra, la povertà, ma anche i momenti sereni passati in famiglia, il ricamo imparato da bambina, la scuola, le feste e le canzoni popolari. Nel 1948 ha sposato Salvatore Spuria, con cui ha costruito una famiglia unita, crescendo tre figli e dedicandosi con generosità alla cura dei propri cari. Per anni è stata un punto di riferimento per amici e vicini, prestando aiuto e assistenza con dedizione e spirito solidale. Dal 2020 vive con la figlia e il genero, circondata dall’affetto di nipoti e pronipoti. Le sue giornate trascorrono serenamente tra il ricamo, la lettura della Bibbia, ancora senza bisogno degli occhiali, e le chiacchierate telefoniche con parenti, amici e “pezzoloti” lontani. Un secolo di vita vissuto con dignità, affetto e dedizione, che la città di Messina ha voluto onorare con gratitudine.
Di fede evangelica, ancora adesso legge la Bibbia per intero due volte l’anno. Se le si chiede una sintesi sul tempo che passa lei risponde “A Noè ci passi n’affacciata ì baccuni…”. Ed è questa la frase che è stata scritta sulla torta dei suoi cento anni.
È stata festeggiata ieri alla presenza dei parenti e dell’assessora Liana Cannata, del presidente della I Municipalità, Alessandro Costa, il vice Domenico Cassisi, e il comandante dei carabinieri di Giampilieri, Giuseppe Curcio.
“La signora Maria rappresenta la memoria vivente del nostro territorio – ha detto l’assessora Cannata –. La sua lunga vita, segnata da dedizione alla famiglia e alla comunità, è un esempio di forza e generosità che ci insegna il valore delle radici e della cura reciproca”.
