Abolire il Reddito di cittadinanza? Una scelta sbagliata del governo Meloni

Abolire il Reddito di cittadinanza? Una scelta sbagliata del governo Meloni

Marco Olivieri

Abolire il Reddito di cittadinanza? Una scelta sbagliata del governo Meloni

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mercoledì 30 Novembre 2022 - 11:46

Servono nuove politiche per il lavoro e un nuovo welfare ma il Rdc è una misura da migliorare

Immaginate di essere un chirurgo. Uno che, al momento di completare un’operazione decisiva per la vita di una persona, decide di fermarsi. Di non completare l’intervento e di fare morire il paziente. In un parallelo solo in parte forzato, potremmo azzardare che la scelta del governo Meloni (nella foto la presidente del Consiglio a Piazza Cairoli) di eliminare nel 2024 il reddito di cittadinanza corrisponde ad abbattere un organismo che avrebbe bisogno di ben altro, e in questo caso non si tratta di benaltrismo, per ritornare in funzione. Politiche del lavoro, giustizia sociale, politiche sociali, sostegno alle imprese che intendano investire davvero sui lavoratori, innovazione e creatività in campo industriale, culturale, sociale.

Un Rdc ridimensionato nel 2023 e abrogato nel 2024 quando, al contrario, ogni sforzo dovrebbe essere diretto a rivoluzionare i centri per l’impiego e rafforzare il sostegno a chi ha bisogno. Nel frattempo, la notizia sul maxi bonus per tablet, smartphone e computer (fonte la Repubblica), a favore dei parlamentari, è destinata ad alimentare il fuoco del populismo. Ma, di certo, una politica che lavorasse in maniera più incisiva contro disuguaglianze e ingiustizie sociali potrebbe forse ridimensionare l’attacco generico a tutti i politici. “E poi dicono che tutti sono uguali, che tutti rubano nella stessa maniera”, canta De Gregori (“La storia”).

Dal piano nazionale a quello locale, in pochi trovano lavoro a Messina, quasi mai adatto alle loro caratteristiche, con orari e retribuzioni a volte scandalosi. E il reddito di cittadinanza, misura da potenziare e non scevra da limiti, ha avuto il merito storico di far dire “no” a condizioni lavorative segnate dallo sfruttamento. Spesso questo strumento ha fatto emergere situazioni proibitive, dando la possibilità di dire “no” a proposte davvero indecenti.

I dati messinesi

In base al report trimestrale su reddito e pensione di cittadinanza, a Messina risultano 21.398 i nuclei familiari coinvolti per il Rdc, 46.176 le persone coinvolte, 587,81 l’importo medio mensile. Per la pensione di cittadinanza, invece, sono 1.863 i nuclei coinvolti, 2.102 le persone coinvolte e 304,34 l’importo medio mensile. Aggiungiamo, ai freddi numeri, che la città dello Stretto, in base ai dati Istat, ha il più basso tasso d’occupazione dei grandi Comuni, con solo il 35,1 per cento d’occupati. Più del sessanta per cento di persone non lavorano e sono in tanti, progressivamente, ad abbandonare la città.

Nel 2017 gli abitanti, sulla base dei dati Istat, risultavano a Messina 236.962mila. Nel 2022 figurano 218.547mila abitanti. Un’erosione che può essere frenata solo con una visione politica a lungo respiro. Di conseguenze, in un quadro allarmante di distanza abissale fra nord e sud, con Messina in condizioni preoccupanti da almeno trent’anni, le politiche nazionali dovrebbero essere rivolte ad aggiungere a forme di sostegno economico, come il reddito di cittadinanza, misure per creare davvero occupazione. Che poi si decida di eliminare questo strumento, dopo la crisi pandemica e in una congiuntura economica così difficile, rende ancora meno azzardata la metafora del chirurgo che elimina il paziente, invece di rianimarlo.

“La necessità di un nuovo contratto sociale contemporaneo”

Sia chiaro anche il Rdc è una misura insufficiente, piena di limiti, ma di certo non da abolire. Poi se esistesse la sinistra, anche e soprattutto facendo opposizione, dovrebbe preoccuparsi di reinventare il modello sociale. Non a caso scrive l’avvocato messinese Nicola Bozzo, ed ex dirigente dei Ds tanti anni fa, sulla sua pagina Facebook: “Anche il welfare ormai è populista. Singoli provvedimenti senza contesto offerti alla comunicazione social. Vale per il congedo parentale più esteso adesso realizzato dal governo. Vale per la trovata di Letta sul capitale iniziale per i giovani. Vale per tutto. Anche per il reddito di cittadinanza o chiamato in altri modi, che in sé considerato è propugnato anche dagli ultraliberisti, come obolo caritatevole per gli sconfitti. La sostanza è una certa omogeneità delle politiche. La sinistra potrebbe rinascere se pensasse a un nuovo contratto sociale contemporaneo. Adesso che il neoliberismo puro è in crisi. Ma di questo neanche l’ombra. Quindi si ripiega su eroismi sospetti e antifascismo”.

Un milione di poveri nel 2023: le previsioni per il Meridione”

Un’iniziativa nazionale contro l’annunciata abolizione del sussidio si è svolta a Palermo. “Il Movimento Cinque Stelle – ha evidenziato la deputata regionale Roberta Schillaci in occasione della manifestazione martedì 29 novembre – chiede subito l’apertura di un tavolo di confronto con il governo nazionale per rappresentare le difficoltà di una terra come la Sicilia che non sarà in grado di offrire proposte lavorative, gettando nello sconforto tantissime famiglie. E in tal senso non incoraggia il rapporto Svimez, che prevede un milione di poveri in più nel 2023, concentrati per lo più nel Meridione. Qui lavoro non ce n’è, e quel poco che c’è, deve passare per i centri per l’impiego, rendendolo obbligatorio”.

Da aggiungere che, come è stato denunciato dalla Filcams Cgil a Messina, “circa 80mila persone che percepiscono il Rdc hanno tra 50 e 59 anni e difficilmente troveranno un impiego“. A sua volta, così si è pronunciata l’assessora regionale al Lavoro, Nuccia Albano, che ha incontrato una delegazione dei manifestanti in corteo a Palermo: “Il reddito di cittadinanza ha aiutato le persone in stato di indigenza, soprattutto nel periodo di pandemia che abbiamo attraversato. È stata una misura apprezzabile, ma certamente oggi occorre rivederla”.

Non gettiamo in pasto i precari a imprenditori improvvisati e premiamo chi davvero vuole fare impresa

Rivederla non significa abolirla e il dato Svimez di un milione di poveri in più, il prossimo anno, fa pensare quanto sia necessario cambiare il paradigma sul piano delle politiche sociali e della progettazione. A meno che non si voglia gettare in pasto troppe persone, così, senza alcuna inversione di tendenza nelle politiche del lavoro, alla disinvoltura di alcuni imprenditori improvvisati, con le loro proposte da fame. Il tutto a discapito di chi vorrebbe davvero creare nuova occupazione, e fare impresa, in condizioni umane e dignitose. In linea con i principi della nostra Costituzione.

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11 commenti

  1. prima di abolire il reddito di cittadinanza, create lavoro.

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    1. Purtroppo mancano persone con la voglia di lavorare

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    2. Purtroppo mancano persone con la voglia di lavorare

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  2. Dissento in parte con il pensiero scritto dal direttore ……intanto il reddito di cittadinanza ci sarà per tutti quelli effettivamente bisognosi ,dove ci sono persone invalide ,con figli ,alle donne in gravidanza,a coloro che hanno problemi di salute, ….per tutti gli altri c è il rimboccarsi le maniche come si faceva quando non c era il reddito di cittadinanza che è diventato una pacchia per parecchi ,per oziare e non lavorare…..lei sottolinea della mancanza di lavoro , o di lavori ,laddove ci sono ,purtroppo mal pagati che sono sempre esistiti , ma non solleva il problema del lavoro nero e di cui approfittano sia i lavoratori, che si dichiarano disoccupati ,e ciò che percepiscono è esente da ogni tassazione , sia quelli per cui lavorano
    che non pagano le giuste spettanze dovute con relative tasse alla faccia di chi paga ,che ha sempre pagato e continua a pagare…..sa quanti falsi poveri uscirebbero fuori controllando per bene Messina?Sa quanti percettori hanno pure il compagno o la compagna che lavora e non si sa come lo percepiscono lo stesso?????Bisogna distinguere il bisognoso, dall’approfittatore, che a Messina, così come in ogni luogo la fa da padrone a discapito di chi VERAMENTE necessita…..una stretta quindi ci vuole per arginare costoro ….. lavoro non ce n’è,ma stranamente poi sul nostro territorio ci si lamenta di continue carenze di personale da impiegare per la manutenzione ordinaria e straordinaria…..anziché prendere ditte esterne ,perché non si assume e si pagano i messinesi anziché andare a pagare quelli che vengono da fuori???? ….. C è una grave crisi economica ovviamente ,ma c è un gravissimo sperpero pure di risorse stanziate e impiegate male ….bisogna fare valere il giusto per i giusti e non lo sbagliato per gli sbagliati ……basta con il ‘Fatebenefratelli “per chi non ne ha realmente bisogno perché tutto questo buonismo cozza con tutto quello che poi si vede in giro perché il povero si vede quando è povero e non quando fa finta di esserlo……alla Croce Rossa ad esempio,se si mettesse una troupe di Tempostretto a vedere, noterebbe che parecchi “bisognosi” che ritirano la spesa, girando l’angolo vanno a sedersi su macchine fiammanti,con l’ immancabile sigaretta,con i cellulari costosi che stridono con l’immaginario dell’indigente percettore del reddito di cittadinanza che lo percepisce per campare!!!!!!

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  3. Mi dispiace che Tempostretto sia diventato un giornale schierato a sinistra.

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  4. Di evasione fiscale oramai neanche si parla più.
    Né a livello nazionale né locale.
    Siamo rimasti a destra e sinistra.
    Si preferisce dibattere di reddito di cittadinanza e di filmatini di gente beccata a gettare immondizia ovunque, la quale probabilmente evade da sempre la TARI.

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  5. Giovanni Aloisi 1 Dicembre 2022 06:57

    Mi fanno pena le persone che ancora oggi parlano di sinistra e destra quando non esiste più differenza: questa è una guerra tra poveri e il non confermare il reddito, anzi l’eliminazione, comporterà l’aumento delinquenziale legato ai furti e quant’altro!

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  6. Un articolo questo fuori dal mondo. Secondo lei queste persone devono ESSERE mantenute dallo stato fino al raggiungimento della pensione sociale. QUESTA è una follia e la rovina anche di quei giovani che non trovando lavoro si stanno cullando del RDC. Cosa avranno della loro vita. NIENTE solo fallimento.

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  7. Manovra giustissima.. il RDC ha creato solo fannulloni . A chi ha veramente bisogno non è stato dato nulla. Giovani in grado di lavorare, godono del RDC per spassarsela. Il meridione non va aiutato regalando soldi ( come è stato fatto da 100 anni a oggi) ,ma creando lavoro. Pensionati, famiglie e disabili costretti quasi alla fame perché ci massacrano di tasse per mantenere col RDC il meridione quando l’80% di loro sono in grado di guadagnarsi lo stipendio. È solo questione di aver voglia di lavorare. BASTA!! ANCHE IL MERIDIONE DEVE IMPEGNARSI LAVORANDO E PAGANDO LE TASSE IN MODO CHE TUTTI POSSIAMO AVERE GLI STESSI DIRITTI VIVENDO TUTTI DIGNITOSAMENTE.

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  8. Non è come dice lei Salvatore 47.
    Conosco tanti giovani che vanno via perché qui lavoro non ce n’è e quando lo trovano sono pagati da miseria. Lo confermo anch’io con i fatti e non con la tastiera che sto usando.
    Se i giovani,forse, hanno qualche possibilità, a me, che sono over 50, difficilmente mi assumono.
    Ormai vengo considerata VECCHIA, detto da una persona che poteva assumermi, perché al di là dell’estetica,sono sempre una cinquantenne.
    Quindi non parliamo a caso ma di realtà che a volte tante persone non vedono.

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  9. Antonio Bellocco 2 Dicembre 2022 06:24

    Lo si definisce populismo.
    Questa la definirei ingiustizia sociale.
    E gli stipendi dei politici?
    15/20000 euro al mese, esagerati.
    Chi ha deciso questi compensi stratosferici?
    È ovvio che tutti entrano a fare politica, anche se non sono all’altezza, con quei compensi.
    È vero il RDC va modificato e controllato a tappeto per quei cittadini che non avrebbero diritto.
    Ma toglierlo in un momento come questo, è follia.
    I CPI e le agenzie del lavoro, vanno chiuse all’istante, sono un carrozzone che non serve a niente.
    Creare una piattaforma dove inglobare offerte di lavoro e richieste per i lavoratori delle aziende, eviterebbe la raccomandazione del politico di turno.
    Quanti posti di lavoro ha dato la politica ed i sindacati per ottenere consensi, a gente non meritevole?
    Tantissimi.
    Mentre i cittadini hanno problemi di sopravvivenza, la DX ha introdotto un bonus da 5,500 euro per ogni politico.
    Questo sa fare la DX rubare al povero per dare al ricco.
    Come se i politici con 20000 mensili non possono comprarsi un tablet o altro.
    L’evasione fiscale 300 milioni di euro, nemmeno l’ombra.
    È questo che sta facendo la DX e chi le ha dato il voto.
    Confindustria, commercianti e partite Iva.
    Se con il RDC si riusciva a contrattare per uno stipendio dignitoso, oggi grazie alla DX tutti saranno costretti ad accettare proposte di lavoro ed orari disumani.
    Questa è la DESTRA.
    Alla DESTRA il povero crea problemi e se può lo calpesterebbe volentieri.
    Non è populismo, questa è INGIUSTIZIA SOCIALE

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