Decreto sicurezza: in Sicilia fronte trasversale anti-Salvini sui migranti

Decreto sicurezza: in Sicilia fronte trasversale anti-Salvini sui migranti

Rosaria Brancato

Decreto sicurezza: in Sicilia fronte trasversale anti-Salvini sui migranti

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venerdì 04 Gennaio 2019 - 06:40
Accoglienza

Il fronte anti-salvini in Sicilia si fa trasversale e mentre il sindaco Orlando incassa il favore dei colleghi di altri comuni d’Italia (da Sala a Milano, Nardelli a Firenze, De Magistris a Napoli) nell’isola la disapplicazione del decreto sicurezza trova consensi al di là degli steccati dei partiti. La Sicilia, primo approdo dei migranti, si conferma terra ospitale e la fronda che ha preso il via dalle dichiarazioni del sindaco di Palermo Leoluca Orlando registra adesioni trasversali, da Forza Italia al M5S passando per il Pd.

Il primo sostegno ad Orlando è arrivato dal presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, commissario regionale di Forza Italia che ha però sottolineato d’essere d’accordo con il sindaco solo su questo tema. Miccichè, che in estate si recò al porto di Catania, per dare solidarietà ai migranti della Diciotti ed attaccò duramente Salvini, ha annunciato una seduta dell’Assemblea sul tema migranti.

E a Radio Rai ha aggiunto: “Quella di Orlando è una buona iniziativa, quasi obbligatoria in Sicilia. Noi siciliani siamo un popolo di 60 milioni di persone di cui 55 sono emigrate. Leggi contro l'immigrazione a noi siciliani fanno male. Sulla Diciotti c'erano persone che avevano subito la guerra, come si fa a dire di no a persone che scappano dalla guerra solo perché sono nere? Le leggi si devono rispettare ma se in Italia in un periodo particolare sono state rispettate le leggi razziali questo non voleva dire che fossero buone leggi. Non è sbagliato ribellarsi a leggi fatte male

In casa Pd sono tutti con Orlando ed il neo segretario regionale Davide Faraone ha indicato nella posizione del sindaco di Palermo un modello da seguire. Faraone ha infatti trasmesso a tutti i segretari provinciali Pd e agli amministratori la nota di Orlando al dirigente dell’anagrafe con la quale sospende il decreto sicurezza per gli aspetti legati al rilascio della residenza ai migranti, esortandoli ad applicarla anche nei loro Comuni.

Con Leoluca Orlando si schiera anche il grillino Ugo Forello (suo avversario alle amministrative del 2017): "Tante cose mi dividono da Leoluca ma in questo caso, fossi stato sindaco, mi sarei comportato come lui. Il decreto sicurezza ha diversi profili incostituzionali e la norma che impedisce l'iscrizione all'anagrafe ai migranti con il permesso di soggiorno in scadenza crea un'inqualificabile divisione fra cittadini di serie A e di serie B".

Il sindaco di Palermo ribadisce di non voler essere considerato un rivoluzionario ma anzi di aver fatto un gesto istituzionale contro un decreto che uomini di Chiesa hanno definito disumano: “È sostanzialmente un dovere per un sindaco- dice Orlando-. Il decreto Salvini è anche criminogeno, perché avendo abolito la protezione umanitaria arriva anche a vietare la residenza anagrafica, e crea condizioni in cui il legittimo diventa automaticamente illegittimo. Gli effetti pratici saranno la negazione del diritto alla salute, del diritto alla scuola per i figli. Ci sono decine di migliaia di persone che oggi risiedono legalmente in Italia, pagano le tasse, versano contributi all’Inps e fra qualche settimana o mese saranno ‘senza documenti’ e quindi illegali. Questo significa incentivare la criminalità, non combatterla o prevenirla. E’ una legge che viola numerose norme della Costituzione, sentenze della Consulta e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.

A Messina oggi, su proposta del consigliere comunale Pd Alessandro Russo sarà presentata una mozione per aderire alla “ribellione” palermitana mentre il consigliere del gruppo misto Salvatore Sorbello lancia un appello ai colleghi di Lega e Cinque Stelle, affinchè si facciano carico, tramite i loro interlocutori politici nazionali e Regionali, “di procedere immediatamente all’apertura di un canale umanitario in favore delle Navi Sea-Watch e Sea Eye, con a bordo rifugiati- tra i quali donne e bambini (anche neonati)- al fine di farle attraccare al porto di Messina. Le navi si trovano attualmente bloccate nel mar Mediterraneo, in acque Maltesi, dopo essere state respinte da parte di alcuni Stati, tra i quali il nostro, in palese violazione del diritto internazionale e del Diritto umanitario”.

Anche Messinaccomuna “si schiera a sostegno dei sindaci che obbediscono alla Costituzione Italiana, prima che ad ogni altra disposizione. I valori sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dalla Costituzione della Repubblica Italiana sono irrinunciabili e insuperabili; provvedimenti-bandiera di carattere retrivo e regressivo, per quanto ammantati da vesti di leggi parlamentari, non possono tradirne i valori e le ispirazioni”

Messinaccomuna plaude quindi alla sospensione degli effetti del Decreto che, da Palermo a Napoli, da Firenze a Torino, da Reggio Calabria a Cerveteri, da Siracusa a Riace, molti sindaci italiani hanno posto in essere, mobilitando anche l’ANCI : “Non si tratta di “disobbedienza civile”, ma di “obbedienza costituzionale”.

Intanto il sindaco di Firenze Nardella sta valutando le strade per il ricorso alla Corte Costituzionale per via incidentale mentre il sindaco di Milano Sala fa un appello al ministro Salvini via Facebook: “Ci ascolti e riveda il decreto sicurezza, così non va”

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