Alla scoperta di San Filippo Superiore, borgo millenario di Messina

Alla scoperta di San Filippo Superiore, borgo millenario di Messina

Redazione

Alla scoperta di San Filippo Superiore, borgo millenario di Messina

sabato 20 Aprile 2024 - 20:04

L'iniziativa di Archeoclub - Area integrata dello Stretto nell'ambito dell'evento "Di borgo in borgo"

MESSINA – Parte quest’anno la manifestazione nazionale “Di borgo in borgo”, promossa da Archeoclub d’Italia. Appuntamento a Messina con l’Archeoclub – Area integrata dello Stretto domenica 21 aprile, dalle 9,30, con visita del borgo di San Filippo Superiore. Sono programmate due visite del borgo alle 9.30 e alle 11 ed è prevista un’escursione trekking alla cascata con partenza dalle 9.30.

L’appuntamento è nel piazzale capolinea del bus Atm a San Filippo Superiore. Archeoclub ringrazia “per la fattiva collaborazione i volontari del museo del grano di San Filippo e di Architrekking, coordinati dall’architetto Michele Palamara”.

“Un tuffo nel passato”

Sottolinea Rosanna Trovato, presidente di questo Archeoclub: “Visitare il borgo è un tuffo nel passato. Significa gustare i sapori di una volta e sentire i profumi antichi, in un territorio che, sebbene a un passo dalla città, conserva molte vestigia di una millenaria cultura”. 

“Un borgo antichissimo e il museo del grano”

Continua la presidente di Archeoclub – Area integrata dello Stretto: “Il borgo di San Filippo Superiore ha origini romane. In quel periodo il torrente omonimo, il più grande della zona, era navigabile e serviva per portare a valle i prodotti agricoli. Dal Medioevo alla metà dell’800 vi fu un’egemonia del monastero dei Basiliani, che fecero arricchire l’area con la coltivazione di cereali, fichi e agrumi e, soprattutto, tramite la vendita dei bachi da seta e della seta già lavorata. Nel 2017, ad opera di privati che avevano  il desiderio di salvaguardare, tutelare e tramandare l’enorme patrimonio culturale e agro-artigianale che, sin dai tempi remoti, ha caratterizzato la Vallata di San Filippo, nasce in un caratteristico vicolo il museo del grano che oggi rappresenta un’importante attrattiva che tiene viva la memoria dell’attività dei numerosi mulini ad acqua della zona e della coltivazione del grano”.

L’importanza dei monaci basiliani

Continua la presidente: “Scopo del museo, ci ha raccontato Nino Bebba, anima e fondatore di questa bella realtà,  è quello di documentare, testimoniare, arricchire, conservare, tramandare e stimolare le nuove generazioni a conoscere e apprezzare la laboriosa e operosa storia di quel luogo, che l’ha reso protagonista, in maniera determinante, di un periodo storico  importantissimo per lo sviluppo socio-economico del territorio.  Un territorio la cui storia è fortemente legata alla presenza dei monaci basiliani, insediati nel convento di San Filippo il Grande, costruito nel 1100 attorno alla grotta dove, secondo tradizione, per un breve periodo ha vissuto San Filippo d’Agira,  che ne hanno determinato lo sviluppo  anche economico della popolazione.  Infatti, è anche grazie alle loro capacità imprenditoriali, che sono riusciti a trasformare in risorse la ricchezza delle abbondanti acque della vallata, costruendo mulini che servivano a molire il grano per un vastissimo territorio i cui confini andavano ben oltre la provincia di Messina”.

L’azione dei volontari

E ancora: “In questi anni altri volontari innamorati del borgo e delle tradizioni si sono uniti a Nino Bebba creando nei vicoli delle Aree Tematiche dove, tra mulini e zampognari, l’antico sa di contemporaneo. Al recupero dei mulini si affianca la secolare tradizione degli zampognari che con la loro musica hanno sempre accompagnato il pascolo e la transumanza. Un angolo del borgo è dedicato all’anello tematico dell’Etnomusicologia con la zampogna a paro e gli strumenti della musica popolare. Poi, di porta in porta, girando tra i vicoli passiamo dall’agro-artigianato, all’apicultura, alla bachicoltura.Ed ecco l’anello tematico del cucito e ricamo, con l’esposizione di pregevoli manufatti, frutto di un’arte popolare che si sta lentamente perdendo. Tutto ciò ha trasformato il piccolo borgo in un museo diffuso e presto verrà inaugurato l’archivio della memoria del museo del grano e della cultura contadina e pastorale dell’antico casale di San Filippo Superiore”.

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