Hic et Nunc: Servizi sociali, sfida per il terzo settore non solo per le coop

Hic et Nunc: Servizi sociali, sfida per il terzo settore non solo per le coop

Hic et Nunc: Servizi sociali, sfida per il terzo settore non solo per le coop

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mercoledì 14 Novembre 2018 - 05:57

"Dobbiamo chiederci se le cooperative producono il marcio o invece marcio è il sistema politico che ne ha fatto un uso distorto", così Nicola Currò, dell'associazione Hic et Nunc in un'analisi che invita a guardare il cambiamento come un processo che riguarda tutto il Terzo settore

Approvato il “Salva Messina”, sul tema dei servizi sociali tante sono le domande rimaste aperte e tanti sono i dubbi che si pone chi opera nell’ambito del Terzo settore attuando quotidianamente tentativi di costruzione di un welfare moderno in grado di dare nuove opportunità a tutte quelle persone che vivono in situazioni di vita particolari.

La sfida del cambiamento è una sfida che noi operatori del Terzo settore vogliamo cogliere in modo propositivo, ma non possiamo non osservare come la concertazione sui servizi sociali sia stata limitata e i soggetti che vi hanno partecipato abbiano mostrato poca capacità di proporre soluzioni in linea con la crescente richiesta di nuovi servizi di welfare più efficaci ed efficienti rispetto ai bisogni dei cittadini. La sensazione è quella di assistere a una riproposizione anacronistica di una concezione iperstatalista della società che credevamo definitivamente superata. Soprattutto si ha la percezione che dalla concertazione sia venuta fuori una pozione totalmente mancante di visione del futuro.

Quel che è stato completamente tagliato fuori dal tavolo di concertazione sui servizi sociali non sono cose di poco conto e allarma il fatto che nessuno dei presenti le abbia poste sul tavolo. Se i provvedimenti contenuti nel “Salva Messina” saranno attuati così come indicato nel documento, almeno per ciò che riguarda la parte dei servizi sociali, in un solo colpo verrà fatto fuori il principio costituzionale contenuto nel comma 4 dell’art. 118 della Costituzione secondo il quale Stato, regioni, città metropolitane, province e comuni devono favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base appunto del principio di sussidiarietà; verrà inoltre spazzata via la quasi ventennale esperienza di corresponsabilizzazione delle forze del volontariato e del Terzo settore in tutti i momenti decisionali, soprattutto locali, inerenti le politiche sociali prevista dalla L. 328/2000. Quel che è peggio però è che nessuno dei presenti alla concertazione ha fatto riferimento alla recente Riforma del Terzo settore che indica con chiarezza, ribadendole, le condizioni oggettive per un proficuo rapporto tra enti pubblici e Terzo settore che sono (art. 55 D.Lgs. 117/2017):

· enti pubblici e terzo settore lavorano insieme all’individuazione dei “bisogni da soddisfare, degli interventi a tal fine necessari, delle modalità di realizzazione degli stessi e delle risorse disponibili” (co-programmazione);

· nell’ambito del quadro delineato dalla co-programmazione, procedono alla “definizione ed eventualmente alla realizzazione di specifici progetti di servizio o di intervento” (co-progettazione);

· e, relativamente alla scelta dei soggetti con cui la pubblica amministrazione intraprende la co-programmazione e la co-progettazione, l’art. 55, anziché la competizione in gare di appalto, indica lo strumento dell’accreditamento, inteso come individuazione, nel rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità, partecipazione e parità di trattamento, dei soggetti con i quali realizzare, secondo principi collaborativi, la co-programmazione e la co-progettazione.

Ora, comprendiamo l’astio nei confronti del cosiddetto “sistema delle cooperative”, ma alcune domande a tal proposito bisogna porsele: sono le cooperative che producono il marcio o marcio è il sistema politico che di esse ne ha fatto un uso distorto e contrario ai principi cooperativistici? Sono tutte le cooperative ad aver intrapreso un rapporto deleterio con la Pubblica Amministrazione o ci sono cooperative che il proprio lavoro lo svolgono in modo eccellente e nel rispetto della legalità?

Fermo restando che le cooperative sono solo uno dei soggetti che compongono il Terzo settore, rimane da dire che un welfare moderno ha la necessità di uscire dalle secche di una concezione iperstatalista della società per approdare a una visione sussidiaria dell’amministrazione pubblica.

Siamo consapevoli del fatto che Messina abbia bisogno di una scossa e che bisogna prendere decisioni per fare in modo di rimettere le cose a posto, anche noi operatori del Terzo settore vogliamo apportare il nostro contributo alla rinascita di Messina e al Sindaco De Luca proponiamo la nostra collaborazione consapevoli come siamo che senza la valorizzazione dei corpi intermedi non vi potrà essere alcun tipo di società responsabile e alcun tipo di servizio adeguato ai bisogni della singola persona.

Nicola Currò, associazione Hic et Nunc

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