Andrea Bacchetti: un'eccellente esecuzione di brani dal barocco ai giorni nostri

Andrea Bacchetti: un’eccellente esecuzione di brani dal barocco ai giorni nostri

giovanni francio

Andrea Bacchetti: un’eccellente esecuzione di brani dal barocco ai giorni nostri

Tag:

lunedì 15 Gennaio 2024 - 08:45

Sabato scorso, al Palacultura, per l’Accademia Filarmonica, il pianista ha proposto “Da Bach a Chiambretti 4 secoli di musica in televisione”

MESSINA –  È sempre graditissimo il ritorno a Messina del Maestro Andrea Bacchetti, spesso ospite nelle nostre sale da concerto, sia quale solista, sia in coppia (ricordiamo, anche con Uto Ughi).

Sabato scorso, al Palacultura, per la stagione concertistica dell’Accademia Filarmonica, il pianista ha proposto un concerto intitolato “Da Bach a Chiambretti 4 secoli di musica in televisione”. Dal titolo si comprende che il programma ha spaziato dal barocco alla musica dei nostri giorni, passando per il 700’ e l’800’.

La direttrice artistica, la prof.ssa Spuria, nell’introdurre il concerto, il primo del 2024, ha formulato gli auguri di buon anno al pubblico, e ricordato i prossimi appuntamenti musicali, fra i quali l’imperdibile concerto di sabato prossimo 20 gennaio, con I Solisti Aquilani, violino solista l’eccellente Giuliano Carmignola, che eseguiranno un programma dedicato a Vivaldi e Bach.

Bacchetti ha iniziato con l’esecuzione di tre Preludi e Fuga tratti dal secondo Libro del Clavicembalo ben temperato, di Johann Sebastian Bach, e precisamente il n. 9 in mi maggiore, il n.14 in fa diesis minore e il n. 20 in la minore. L’artista, che ha spesso interloquito con il pubblico esponendo i brani e spiegandone gli accostamenti (ha suonato i brani a gruppi di due o di tre), ha affermato di suonare almeno dodici ore al giorno, eseguendo buona parte dei preludi e fuga di Bach. Questo immenso monumento, il Clavicembalo ben temperato (48 preludi e fughe in tutte le tonalità maggiori e minori, suddivisi in due volumi) rappresenta un fondamentale capolavoro che Bach ha voluto donare all’umanità, ma soprattutto agli allievi musicisti, come ben precisa lo stesso Bach nel frontespizio dell’opera “Per uso e profitto della gioventù musicale desiderosa di apprendere”.

Al barocco italiano Bacchetti ha dedicato alcuni brani di Domenico Cimarosa e Domenico Scarlatti.

Del primo, noto soprattutto nell’ambito dell’opera buffa (“Il matrimonio segreto” la sua opera più importante), ma che compose ben più di ottanta Sonate, tutte in unico movimento alla stregua di quelle di Scarlatti, ha eseguito la Sonata in do minore, brano molto gradevole che risente, come del resto le altre Sonate, sia dello stile di Scarlatti stesso, sia delle influenze dei quasi contemporanei Haydn e Mozart.

Di Domenico Scarlatti, del quale Bacchetti è un autentico specialista, il pianista ha eseguito tre Sonate, fra le quali la famosa e molto eseguita k 11 in do minore. Le Sonate di Scarlatti (ne ha composto 555) vanno considerate nel loro insieme come un autentico miracolo, a causa della loro unità stilistica – un compendio di ricchezza espressiva, di brillantezza e raffinatezza tali che sembrano essere state scritte tutte nello stesso periodo – comunque dopo il 1730. Si colgono nelle Sonate le influenze mediterranee del musicista, nato a Napoli, vissuto e morto in Spagna, una musica piena di gioia “astratta, incisa nel cristallo di una musica purissima” (Pestelli). L’esecuzione del pianista è stata, come sempre, trasparente e cristallina, dotato come è di quel tocco “perlato” particolarmente adatto per le sonate di Scarlatti.

Al periodo di fine 700’ inizio 800’ Bacchetti ha dedicato due splendidi capolavori.

Il primo, la Fantasia in re minore K 397 di Wolfgang Amadeus Mozart, un brano dai molteplici contenuti emotivi: una introduzione fatta di arpeggi, cui segue un tema adagio dal carattere drammatico, uno sviluppo più mosso, sempre in minore, fino al tenero tema in re maggiore che chiude questo caplolavoro.

Il secondo, l’Improvviso op. 142 D 935 n. 2 in la bemolle maggiore, fa parte della seconda raccolta degli otto Improvvisi composti dal musicista austriaco (la prima è l’Op. 90), ed è un brano dal carattere contemplativo, nella forma ABA, costituito quindo da due temi, entrambi dolcissimi e tipicamente schubertiani, il secondo dei quali, più mosso, si sviluppa su accordi sciolti della mano destra.

Due brani dell’800’ e del 900’ ci fanno immergere in una atmosfera completamente diversa.

La Consolazione n. 3 di Franz Liszt, un brano, a differenza di molti altri del musicista ungherese, che non si contraddistingue per le trascendentali difficoltà tecniche, ma per la dolcezza contemplativa, un brano appunto d’atmosfera, come lo ha definito lo stesso Bacchetti, dalla forma di notturno.

“Notturno” è intitolato il breve brano di Lili Boulanger, compositrice francese di inizio 900’. Nonostante l’enorme differenza con il brano precedente – la composizione di Boulanger è tipicamente novecentesca, ricca di dissonanze – i due brani sono accomunati appunto dall’atmosfera sognante, tipica dei notturni.

È stata la volta di Claude Debussy, del quale Bacchetti ha eseguito due brevi pezzi dal ciclo Children’s Corner, un insieme di sei brani che manifestano tutto l’affetto del musicista francese per la figlia, la piccola Chouchou, dedicataria di questo capolavoro.

Nella scia di altre precedenti composizioni dedicate ai bambini (“Camera dei bambini” di Musorgskij, “Kinderszenen” di Schumann), i Children’s Corner descrivono in vari aspetti l’universo psicologico dell’infanzia, brani dedicati al mondo dei piccoli, non a piccoli pianisti, stante che la loro esecuzione richiede una tecnica pianistica già avanzata. I brani proposti tuttavia sono fra i più semplici dal punto di vista tecnico: “The little Shepherd”, un pastorello pupazzo che suona il suo flauto, e “Jimbo’s Lullaby”, una buffa ninna nanna ad un elefantino di peluche.

Hanno fatto seguito alcuni brevi brani novecenteschi, come una trascrizione della composizione di Ennio Morricone per la colonna sonora del film “Mission”, il celebre “Moonriver” di Henry Mancini, indimenticabile colonna sonora del film “Colazione da Tiffany”, un frammento dalla “Rapsodia in Blue” di George Gershwin, per concludere con l’unico brano di notevole difficoltà tecnica eseguito nella serata: “Pulcinella” di Villa-Lobos, un breve pezzo rapido caratterizzato dalla continua sovrapposizione delle due mani, di grande effetto.

L’esecuzione di Andrea Bacchetti è stata pregevolissima, perfetta nella tecnica caratterizzata da un suono cristallino, grazie al quale, in particolare nelle fughe di Bach, i vari temi che si succedono e si sovrappongono in contrappunto, sono perfettamente percepiti ed identificati dall’ascoltatore.

Nonostante le condizioni di salute un po’ precarie, Bacchetti, spinto dai fragorosi applausi del pubblico, ha concesso due splendidi bis: un altro Preludio e fuga tratto dal secondo Libro del Clavicembalo ben temperato di Bach, il n. 2 in do Minore, e, sempre di Bach, l’Aria dalle “Variazioni Goldberg”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007