Società

Anno giudiziario a Messina, le promesse del Ministero e gli indirizzi del Csm

MESSINA – 2 milioni 300 mila euro per il palazzo di giustizia di Barcellona pozzo di Gotto e 15 milioni di euro per quelli di Messina. Sono i fondi a cui punta il Ministero della Giustizia per l’edilizia giudiziaria nel messinese. Lo ha anticipato il direttore dell’ufficio risorse ministeriale, Massimo Orlando, intervenuto alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2023.

Si tratta di cifre richieste a progetto, da far valere sui fondi del PNRR, passano per l’efficientamento energetico degli edifici e almeno per quanto riguarda quello destinato alla città del Longano Orlando è fiducioso: “Non ci sono particolari problematiche, sta rispettando la tempistica”. Diverso l’iter relativo ai 15 milioni di euro destinati a Messina: “C’è una problematica legata al Provveditorato opere pubbliche Sicilia, dove sono cambiati i vertici diverse volte in corso d’opera”, ha spiegato Orlando riferendosi ai ritardi di questo ultimo progetto.

Tra i rappresentanti “romani” a prendere la parola, alla cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario, anche il rappresentante del Consiglio superiore della magistratura Felice Giuffè. Il costituzionalista catanese, designato una decina di giorni fa nell’organo di autogoverno della magistratura, ha spiegato qual è l’indirizzo che il consiglio, recentemente completato, vuole perseguire. Lo spirito costituzionale, il rispetto della Carta, sarà sempre l’ispirazione dell’operato, ha spiegato il docente universitario. “Speriamo e lavoriamo perché a breve vengano recuperati quei ritardi accumulati – ha promesso Giuffrè – in particolare quelli relativi alle nomine di vertice”.

Ad oggi nel distretto giudiziario messinese sono infatti scoperti diversi uffici apicali, a cominciare da quelli procuratore capo a Messina e Barcellona.

Facendo cenno all’ultima “casella” coperta recentemente all’interno della composizione del Csm, poi, ovvero quella di vice presidente andata a Fabio Pinelli qualche giorno fa, Giuffrè ha spiegato: “Ci ha invitati a esternare meno e produrre più fatti”.