Plessi abbandonati, torrenti fatiscenti, ennesime incompiute: esempi di inciviltà

Plessi abbandonati, torrenti fatiscenti, ennesime incompiute: esempi di inciviltà

Sara Faraci

Plessi abbandonati, torrenti fatiscenti, ennesime incompiute: esempi di inciviltà

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martedì 01 Ottobre 2013 - 09:04

Dalle ex scuole "Nicholas Green" e "Capitano Traina" al torrente Papardo alle carenze di spazi che portano alla necessità di ampliare il polo cimiteriale di Larderia. Situazioni problematiche che rischiano di investire la città con effetti imprevedibili

Storie di ordinario degrado. Sono quelle raccontate dai rappresentanti di quartiere, che mettono in luce situazioni di incuria e abbandono che prosperano indisturbate nelle realtà locali non troppo lontane dal centro cittadino.

Tra queste quella denunciata dall’appello del consigliere della III Circoscrizione, Cosimo Oteri: si trascina ormai da anni l’annosa questione delle ex scuole elementari “Nicholas Green” e “Capitano Traina”.

La prima sita a Valle degli Angeli, si è ormai trasformata nell’obiettivo prediletto di razzie e sfoghi vandalici di sorta. Rimasta inattiva a partire dal 2008, appena a pochi anni dalla sua apertura, si presenta oggi come deposito di rifiuti, lampioni rotti, vegetazione incolta che dilaga indiscriminatamente. L’ingresso, ormai solo un fatiscente baluardo a presidio del plesso praticamente aperto a tutti, è un silenzioso lasciapassare di bande del luogo, prodotto della locale microcriminalità che all’interno della struttura abbandonata la fa da padrona.

E dire che sino a non molti anni fa, la “Nicholas Green” si distingueva per le sue caratteristiche di avanguardia strutturale e architettonica, orgoglio nostrano nel ricordo del piccolo statunitense ucciso dalla mafia a causa di uno scambio di persona. “Cosa ne penserebbero i signori Green se venissero a far visita alla scuola che porta il nome del loro bambino?” – ha continuato il consigliere nella sua lettera indirizzata al sindaco Accorinti e all’assessore alla gestione dei beni comunali.

Una vicenda fatta di rimpalli, esitazioni, rinvii. Dalla chiusura per una carenza strutturale del tetto sino alla decisione della passata amministrazione, di inserire il plesso nel piano di dismissione degli immobili comunali, alla richiesta di delibera – da parte vecchio consiglio circoscrizionale – di estromissione della struttura stessa dal piano di dismissione. Pochi anni per trasfigurare del tutto il volto dell’edificio.

Stessa sorte per la scuola “Capitano Traina” di via Comunale Santo, nella zona del rione Santo Bordonaro. Dichiarata inagibile, divenuta poi preda dei rom sgomberati dal campo nomadi di San Raineri. Tuttora dimenticata in condizioni di assoluto degrado che non lasciano ben sperare nel suo prossimo futuro.

Eppure entrambe le zone potrebbero essere adibite al sociale. All’istituzione di una biblioteca comunale con spazi di lettura la prima, alla creazione di un centro di aggregazione giovanile la seconda – come ha ipotizzato lo stesso Oteri nella sua interrogazione a sindaco e assessore, chiedendo, tra l’altro, chiarimenti sulle intenzioni dei vertici di Palazzo Zanca in merito alla prossima gestione delle due strutture.

Sarebbe solo l’ultima strada – ha aggiunto il consigliere circoscrizionale- quella di vendere i plessi. Una strada comunque non perseguibile prima di aver messo in atto operazioni di ristrutturazione e messa in sicurezza degli stessi.

Ma se le ex scuole giacciono in una condizione di incuria poco edificante che, ancora una volta, manca di massimizzare le risorse e le opportunità di cui pure la città dispone. Non migliore appare lo scenario del torrente Papardo. Una “bomba ad orologeria pronta a esplodere alle prime piogge invernali” – come è stata definita Giovanni La Rosa, esponente del movimento “Reset”.

Avvisaglie del pericolo incombente che la mancata messa in sicurezza della zona rappresenta, sono già state lanciate a fine estate, quando i primi acquazzoni di stagione hanno isolato alcune famiglie per qualche ora.

Da monte a valle la situazione non migliora. Percorrendo i margini del torrente si incontrano erbacce, sterpaglie, cumuli di rifiuti, canne, persino cemento. Dal piccolo ponte di Faro Superiore, ormai fatiscente, alla voragine che occupa gran parte di una corsia in salita e la cui recinzione viene periodicamente risistemata senza che, con ciò, si provveda a colmarla, la sinfonia di incuria e abbandono non cambia.

A farne le spese anche l’immagine della città. E, infatti, una strada sconnessa, in cemento, collega all’attraversamento principale, il campo di rugby di Sperone, presso il quale si allena l’Amatori Rugby Messina, sicché le squadre ospiti sono costrette a soggiacere alla medesima realtà, incontrando difficoltà nel raggiungere la struttura ed essendo addirittura costrette a lasciare il bus a 400 metri di distanza dall’ingresso. Un’incombente spada di Damocle che esige una tempestiva presa d’atto da parte dei vertici di Palazzo Zanca, onde scongiurare una tragedia di imprevedibili proporzioni.

Appelli anche in merito a una questione endemica per la nostra città. Quella relativa alla carenza di spazi cimiteriali, denunciata stavolta dal consigliere comunale, Francesco Mondello, il quale indirizza all’assessore alle politiche cimiteriali, Daniele Ialacqua, una missiva in cui sollecita la realizzazione delle operazioni di ampliamento del camposanto di Larderia.

Già una delibera del 2003 sanciva la legittimità di tale progetto, che prevedeva uno sbancamento e la realizzazione di una strada nonché di appositi terrazzamenti ove realizzare un reparto acattolico, due campi comuni, due sezioni di tumuli e due zone di cappelle sociali, lasciando il villaggio libero di predisporre la creazione di un rinnovato polo cimiteriale per sopperire ai deficit di spazi. Un provvedimento che aveva solo dato inizio a un travagliato percorso burocratico. E, infatti, la concreta messa in atto di un progetto di tali proporzioni, richiedeva l’approvazione del piano originario da parte di molteplici enti. Nel 2006, il sopravanzamento dei lavori di realizzazione per stralci del programma, aveva condotto all’ottenimento dei pareri favorevoli da parte di Asl 5, Istituto Dipartimentale Foreste, Vigili del Fuoco e Genio Civile.

Poi, il radicale mutamento della morfologia del sito che porta, ad oggi, alla necessità di una radicale revisione del progetto originario. (Sara Faraci)

Un commento

  1. liliana parisi 1 Ottobre 2013 14:29

    Non so a quando risale la costruzione della scuola Capitano Traina, ma la Nicolas Green risale agli anni ’90; e mi chiedo:
    quanto è costata?
    perchè non è stata più utilizzata e si è lasciato che fosse ridotta in questo stato di degrado?
    chi sono i responsabili di questo sfacelo?
    pagherà mai nessuno per questo spreco di denaro pubblico?
    quanti altri immobili pubblici sono in queste condizioni?
    cosa pensano di fare le istituzioni comunali,regionali…?
    TANTE DOMANDE,NESSUNA RISPOSTA
    E intanto esistono scuole e uffici ancora collocati in locali in affitto! E noi cittadini paghiamo!

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