"Area metropolitana dello Stretto, Messina e Reggio in una nuova visione di sviluppo"

“Area metropolitana dello Stretto, Messina e Reggio in una nuova visione di sviluppo”

.

“Area metropolitana dello Stretto, Messina e Reggio in una nuova visione di sviluppo”

Tag:

. |
mercoledì 21 Dicembre 2022 - 16:30

Lo sostengono gli esperti Giacomo D'Arrigo e Piero David: "Serve un approccio da Pnrr per sfruttare questa peculiarità europea con il nostro affollato porto"

“Area metropolitana dello Stretto: Messina, Reggio Calabria e una nuova visione di sviluppo”. Pubblichiamo un primo contributo sul tema, scritto da Giacomo D’Arrigo e Piero David, autori del volume “Next Generation EU e Pnrr italiano. Analisi, governance e politiche per la ripresa”.

Il porto di Messina il più affollato approdo per numeri di passeggeri di tutta l’Unione europea

A metà del novembre scorso una positiva notizia “europea” ha riguardato la nostra città (e l’area dello Stretto), ma a parte qualche dichiarazione di maniera e poco spazio di stampa, sembra essere passata sostanzialmente sotto silenzio: il porto di Messina, con 8,3 milioni di viaggiatori registrati nel 2021, è stato il punto di approdo più affollato per numero di passeggeri di tutta l’Unione europea.

Piero David

La città siciliana è seguita dalla dirimpettaia Reggio Calabria (8,1 milioni di passeggeri) e poi distaccati tre porti greci: Pireo, Paloukia Salaminas e Perama (5,9 milioni di passeggeri ciascuno). Dopo il calo del 45% di passeggeri nei porti UE nel 2020 – dice Eurostat – il 2021 è stato positivo e mostra una ripresa. Per capire il valore di questi numeri, i primi 20 porti hanno rappresentato il 34% del totale di passeggeri imbarcati e sbarcati nella UE. Una notizia bella, che pone Messina e l’area dello Stretto in vetta ad una classifica europea e che dovrebbe far voltare Bruxelles, Roma e Palermo da questa parte dell’Isola per mettere a sistema questi numeri e far pesare lo Stretto di Messina (uno dei più trafficati al mondo) nelle scelte di investimenti e sviluppo. Una notizia positiva che rischia di non avere prospettiva se intanto non capiamo noi stessi la direzione che vogliamo seguire.

Giacomo D’Arrigo

Parliamo di una realtà (l’area dello Stretto con Messina principale player) unica in tutto il continente: solo qui infatti vi sono due città metropolitane d’Europa confinanti appartenenti a Regioni a “obiettivo 1” per destinazione di fondi europei, che insieme compongono un’unica area da più di 1 milione di abitanti complessivi, la sesta d’Italia: per superficie più estesa di Valle d’Aosta, Molise e Liguria, e per popolazione superiore a Valle d’Aosta, Molise, Basilicata, Umbria e Trentino Alto Adige. La città della falce è anche la sola d’Europa che al tempo stesso confina con altre due città metropolitane (Palermo e Catania), posizione che la mette al centro di sistemi di investimento e strategie di sviluppo di grande valore e nel contesto Mediterraneo (e siciliano) a cui la più importante rivista europea di geopolitica, l’italiana Limes, ha dedicato diversi interventi nell’ultimo triennio e un numero sulla Sicilia ed il mare che forse avrebbe meritato una attenzione diversa dalle diverse istituzioni territoriali.

Ogni giorno 12mila persone attraversano lo Stretto

Per dare la stima del rapporto tra Messina e Reggio: ogni giorno circa 12 mila persone attraversano lo Stretto nei due sensi (altro che i 3000 di Milano e Torino, città metropolitane ai vertici economici del Paese: di fatto un’unica megalopoli ribattezzata “Mi-To” che produce più del 15% del pil italiano). Qua sono oltre 140 i collegamenti stabili (traghetti, navi e aliscafi) e con richieste che aumentino ancora (l’allargamento del porto di Tremestieri dovrebbe andare in questa direzione) nella prospettiva di mantenere il primato europeo come area di approdo più affollata.

Michele Barresi responsabile Trasporti della Uil e Vincenzo Franza (amministratore delegato del gruppo “Caronte&Turist”) hanno da poche settimane messo nero su bianco due diverse, e non confliggenti, proposte per sviluppare sistemi di mobilità sul mare, immaginando una “metropolitana dello Stretto” per migliorare i collegamenti tra le due città e dentro le città.

Per stare sempre al settore dei trasporti: l’aeroporto di Reggio si chiama “dello Stretto” (seppure oggi segna il passo) e la stazione Villa è diventata il punto di partenza e arrivo dei messinesi per l’alta velocità verso Roma, Milano e le altre città del Paese. I Porti di Messina, Reggio, Villa, Milazzo ed Eolie sono governati da un’unica Autorità portuale. Diverse migliaia di persone settimanalmente si curano in strutture messinesi provenendo dalla Calabria e vi è una crescente presenza a Messina di imprese generate e gestite da calabresi (una stima di qualche anno fa ne contava circa 800).

L’area integrata dello Stretto esiste già sul piano degli scambi sociali e culturali

Le colonne di questo giornale sono tra le principali fonti di informazione degli abitanti delle due città: “Tempostretto”, omen nomen, oltre al quotidiano messinese “Gazzetta del Sud” (che guida il gruppo editoriale più forte di Sicilia). Anche socialmente l’area integrata dello Stretto esiste già: ci sono migliaia di famiglie composte da persone delle due coste. Le due università hanno rapporti sempre più stretti e per decenni l’Ateneo messinese (che è tra le Università d’Italia che attrae più stranieri non europei da tutto il mondo!) è stato per decenni il punto di riferimento per gli studenti della sponda calabra.

Nel perimetro della cultura invece, l’iniziativa “Mediterranei invisibili”, che da poco ha mosso i suoi primi passi mettendo al centro luoghi e valore dello Stretto, si candida ad essere nei prossimi anni uno degli appuntamenti di architettura più importanti dello Stivale in un contesto che contiene i poli turistici più forti della Sicilia (Taormina e le Eolie), il principale museo della Calabria (con i “Bronzi”) e 9 dei “borghi più belli d’Italia” (5 messinesi e 4 reggini). Messina da ultimo, pare consolidarsi come tappa di grandi concerti ed eventi musicali proprio perché baricentrica con la Calabria (e facilmente raggiungibile da Palermo e Catania).

Il livello di integrazione tra Messina e Reggio Calabria è il più forte tra tutte le città metropolitane d’Europa. Un legame fatto di storia, storie, relazioni e iniziative che si sviluppano però spontaneamente, spesso scoordinate e senza un disegno e programma; senza una comune idea di fondo.

Come mettere a sistema questo patrimonio oltre il dibattito sul Ponte?

Come mettiamo tutto ciò a sistema? Come sfruttiamo questo rapporto e la forza dei suoi numeri? Che futuro immaginiamo per l’area dello Stretto? Possiamo rinchiudere solo nel dibattito “ponte sì/ponte no” (e chi scrive non ha una ostilità preventiva sull’opera) riflessioni, idee e progetti di sviluppo e valorizzazione di quest’area? Da anni si discute solo del si e del no all’infrastruttura, e intanto però non si apre il dibattito su quale debba essere la strategia per il rilancio di questa area vasta: quali i suoi asset, i suoi punti di forza, le infrastrutture strategiche da realizzare ed i servizi da migliorare.

Serve una visione di sviluppo dello Stretto

Qualcosa si è mosso negli ultimi mesi e non mancano idee e proposte utili, ma mentre le altre città metropolitane si dotano di propri modelli di sviluppo con una idea di programma e per obiettivi, noi non riusciamo a mettere in campo una visione complessiva e chiara che sia la cornice per gli interventi per lo sviluppo previsti in questa realtà. Forse dovremmo utilizzare il PNRR (ed il suo metodo di lavoro) non solo per finanziare investimenti – riconoscendo che la capacità delle amministrazioni di attrarre tali risorse è risultata migliore del previsto – ma soprattutto come occasione per discutere, programmare e realizzare quanto serve alle due città per fare il salto di qualità e divenire attrattive per cittadini e imprese. Gli interventi finanziati possono si essere utili per ammodernare le tubature di Amam o il terminal di Villa San Giovanni, ma saranno più efficaci con uno scatto in più e diverso, costruendo con un dibattito partecipato una visione di sviluppo per l’Area dello Stretto.

Se due città del Nord già forti (e non confinanti) come Milano e Torino lavorano insieme su progetti di integrazione e crescita, perché due città del Sud come Messina e Reggio non possono pensare di avere un ruolo nella sfida globale, crescere economicamente, integrarsi socialmente, mettendo gli occhi all’altezza dell’Europa e beneficiando dell’economia del mare (e non solo) come già avvenuto nella loro storia? L’investimento sull’Area metropolitana integrata dello Stretto è tra i più significativi del Sud, tra i principali di Sicilia e Calabria, il più importante per Messina e Reggio. Non serve più dirlo, serve dargli concretezza. È la principale risorsa non replicabile da altri territori nel Mediterraneo ed in Europa: lo Stretto.

Giacomo D’Arrigo Piero David

Articoli correlati

Un commento

  1. Giovanni Mollica 23 Dicembre 2022 19:31

    Barzellette sulla pelle di un’area che si spopola da un paio di decenni mentre chi, nei fatti, è contro i più fragili si parla addosso. Una sinistra neo liberista della peggiore specie. Tra qualche anno Messina sarà sotto i 200 mila abitanti ma ancora si ripeteranno queste sciocchezze travolte dalla storia. Ma, evidentemente, non bastano vent’anni di fallimenti.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007