Articolo 1: "Il Ministero dimentica le scuole di frontiera"

Articolo 1: “Il Ministero dimentica le scuole di frontiera”

Redazione

Articolo 1: “Il Ministero dimentica le scuole di frontiera”

martedì 28 Giugno 2022 - 11:16

Stanziate risorse del Pnrr per contrastare la dispersione scolastica, ma i rappresentanti di Leu avviano un approfondimento su criteri e modalità di assegnazione

MESSINA – “Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono un’occasione straordinaria per dare una scossa in alcuni strategici per il nostro Paese. In questo senso è un’ottima notizia il provvedimento del Ministero dell’Istruzione che assegna 500 milioni come prima azione per intervenire e ridurre il divario territoriale”, è quanto fanno sapere Maria Flavia Timbro, parlamentare di Leu, e Domenico Siracusano, segretario provinciale di Articolo 1.

“La mole di finanziamenti – proseguono – deve, però, accompagnarsi alla qualità della spesa affinché gli esiti possano essere strutturali. Nello scorrere la graduatoria degli Istituti Secondari, di primo e secondo grado, nella città di Messina, ma anche in provincia, balza subito agli occhi una netta prevalenza delle scuole superiori e la totale assenza di alcuni istituti comprensivi che operano in contesti sociali e ambientali più che complicati”.

Povertà educativa in quartieri difficili

“Lungi da noi ingenerare una contrapposizione tra le scuole – spiegano i due rappresentanti politici -, ma ci è giunto il malcontento che, al di là dei titoli dei giornali, sta pervadendo specie chi opera in quartieri difficili, a contatto con una crescente povertà educativa e che prima di essere scuola è presidio democratico e di assistenza socio-culturale. Ci pare inaccettabile che, nel capoluogo, siano escluse, tra le altre, le scuole che operano al Cep, a Santa Lucia Sopra Contesse, a Camaro, a Villa Lina, a Giostra e a Ritiro o nell’estrema periferia a sud e a nord del centro urbano.

Fuori da ogni polemica strumentale, sarà fondamentale capire innanzitutto se queste scuole saranno recuperate su altre linee di finanziamento o se, soprattutto, il Ministero, intenderà costruire i prossimi provvedimenti sulla base dei criteri utilizzati che rischiano di escludere pezzi importanti del sistema scolastico.

Tanto altro da fare nella lotta alla dispersione scolastica

Il lavoro dell’Osservatorio sulla Dispersione Scolastica ripreso dal Rapporto Caritas e gli approfondimenti della Commissione Regionale Antimafia hanno certificato i luoghi in cui i divari sono più cospicui e dove è più difficile portare bambine e bambini, ragazze e ragazzi sui banchi di scuola. Un provvedimento che reca nel titolo “lotta alla dispersione scolastica” non può non tenere conto di evidenze che sono sotto gli occhi di tutti e che, anzi, rischia di delegittimare il lavoro di dirigenti scolastici ed insegnati che su quella frontiera svolgono una essenziale funzione di tutela dei diritti costituzionali.

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