L'attivista anarchico in Tribunale a Messina: "Ma il terrorismo dov'è?"

L’attivista anarchico in Tribunale a Messina: “Ma il terrorismo dov’è?”

Alessandra Serio

L’attivista anarchico in Tribunale a Messina: “Ma il terrorismo dov’è?”

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giovedì 03 Novembre 2022 - 08:10

Le ragioni dell'attivista accusato di terrorismo anarchico dalla Procura di Messina che vuole la sorveglianza speciale. Ecco perché

MESSINA – E’ appesa alla decisione del giudice la sorte di Claudio Risitano e dell’altro attivista messinese segnalati per terrorismo. La Procura di Messina ha chiesto la sorveglianza speciale per due anni proprio per questa contestazione, mettendo insieme una serie di episodi che li vedono partecipare, in varie maniere, a manifestazioni ed eventi a sfondo politico ed anarchico. Il giudice si è riservato tre mesi per emettere il suo provvedimento.

La decisione arriverà dopo che il giudice avrà valutato la documentazione prodotta dal pubblico ministero Liliana Todaro, che oggi ha “inasprito” le contestazioni documentando altri elementi. Prove, secondo la Procura, del ruolo attivo di Claudio e dell’altro messinese in episodi più recenti. La contestazione iniziale infatti parte dalla solidarietà manifestata in occasione del fermo di un messinese per il presunto coinvolgimento dell’attacco anarchico alla stazione dei Carabinieri San Giovanni a Roma, nel 2020. Quegli attestati e altri episodi, secondo la magistratura, sono spia di un attivismo dei messinesi nella rete degli anarchici informali.

Al vaglio del giudice ci sono però anche le argomentazioni della difesa. L’avvocato Carmelo Picciotto ha per esempio ricordato che proprio quel messinese è stato assolto dall’accusa di terrorismo, quindi anche la contestazione a Risitano e l’altro concittadino non hanno ragione di essere. Agli atti c’è una montagna di intercettazioni. Ma tutte, spiega Picciotto, non rivelano niente di significativo che integri il reato di terrorismo.

Insomma libera manifestazione di pensiero e di critica. La stessa che Risitano avrebbe voluto esercitare durante l’udienza, leggendo un documento. Il giudice gli ha consentito di depositarlo ma non di intervenire durante l’udienza (è il rito che non lo consente, non si tratta di un divieto ad hoc).

Mentre si svolgeva l’udienza dentro Palazzo Piacentini, sede del Tribunale messinese, tanti attivisti hanno picchettato il piazzale e ascoltato Claudio Risitano, quando è uscito e ha raccontato tutto al megafono, leggendo il documento.

Un commento

  1. Ohhh… un pericolosissimo “attivista anarchico”, terrorista… ohhh… io mi vergognerei (e non poco) se fossi la Procura di Messina!
    Forti con i “deboli” e mezzeseghe con i veri delinquenti, che schifo… Vergogna.

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