Autonomia differenziata, i Vescovi siciliani: "Rischio di nuove disparità"

Autonomia differenziata, i Vescovi siciliani: “Rischio di nuove disparità”

Carmelo Caspanello

Autonomia differenziata, i Vescovi siciliani: “Rischio di nuove disparità”

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mercoledì 06 Marzo 2024 - 15:45

Le criticità del testo in discussione alla Camera e l'invito a un confronto costruttivo per una soluzione equa e rispettosa delle specificità territoriali

di Carmelo Caspanello
PALERMO – I Vescovi delle diocesi di Sicilia hanno espresso serie preoccupazioni riguardo alla proposta di legge sull’Autonomia differenziata attualmente in discussione al Parlamento. In particolare, sono state evidenziate incertezze nei rapporti finanziari e nelle risorse economiche, soprattutto per il Sud del Paese, che richiedono soluzioni tempestive e definitive. Il quadro delineato dalla proposta di legge presenta ancora “asimmetrie e criticità non risolte”, come la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) tramite decreti del Governo e l’utilizzo della spesa storica, che potrebbero accentuare le disuguaglianze territoriali. Inoltre, mancano disposizioni chiare riguardo alla solidarietà sociale e alla perequazione finanziaria, rischiando di compromettere la coesione nazionale.

L’auspicio di un confronto costruttivo

I presuli auspicano un confronto costruttivo e sereno sul tema, nella speranza che si giunga a una soluzione equa e rispettosa delle specificità di tutte le regioni italiane. Inoltre, hanno invitato la classe dirigente politica siciliana a reagire agli squilibri strutturali ed economici del meridione e a non sprecare le risorse in dotazione, ma a chiedere al governo nazionale l’attuazione completa dello Statuto siciliano. Le fondate preoccupazioni dei Vescovi siciliani sono un invito a riflettere sulle possibili conseguenze di questa riforma e a trovare soluzioni che favoriscano il benessere di tutti i cittadini italiani.

Le osservazioni all’originario ddl

Già il 23 maggio 2023, la Cesi, attraverso il Vescovo delegato per la Pastorale sociale, aveva presentato le osservazioni all’originario Ddl, dopo aver consultato la Commissione regionale per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del creato. Le osservazioni, regolarmente registrate presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato (seduta n. 67), evidenziavano diverse criticità, alcune delle quali sono state recepite. Tuttavia, ne permangono ancora altre, specialmente in riferimento alla particolare autonomia di cui gode la Sicilia, essendo una regione a Statuto speciale ma che non ha visto ancora del tutto attuato quanto contemplato in esso. Le fondate superiori preoccupazioni rappresentate sono intese quale stimolo per reagire agli squilibri strutturali ed economici fortemente presenti nel meridione e che potrebbero portare a colpire in modo grave l’unità nazionale in favore di preoccupanti spinte secessioniste istituzionalizzate.

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