Dopo le contestazioni arriva la punizione per chi ha protestato: due giornate in meno nello stipendio

Dopo le contestazioni arriva la punizione per chi ha protestato: due giornate in meno nello stipendio

Dopo le contestazioni arriva la punizione per chi ha protestato: due giornate in meno nello stipendio

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martedì 23 Febbraio 2016 - 10:57

La protesta di un mese fa che ha lasciato la città senza raccolta rifiuti per 48 ore costerà ai lavoratori che avevano protestato circa 150 euro in meno sullo stipendio. La Fp Cgil sul piede di guerra pronta a spostare la vertenza in Tribunale.

Il blocco di 48 ore della raccolta rifiuti di un mese fa costerà due giornate di lavoro ai dipendenti di Messinambiente. Chi ha protestato per lo stipendio e in quei due giorni ha incrociato le braccia si vedrà decurtate le due giornate di lavoro. Dopo la pioggia di contestazioni disciplinari comminate dalla società all’indomani della protesta selvaggia adesso arriva la mazzata. Fp Cgil sul piede di guerra: “Non possiamo non reagire all’ennesima provocazione perpetrata dai vertici di Messinambiente contro il sindacato e i lavoratori, quest’ultimi colpevoli di aver inscenato forme di protesta per il mancato pagamento degli stipendi”. Non usano mezzi termini Clara Crocè, segretaria generale della Fp Cgil, e Carmelo Pino, segretario provinciale igiene ambientale, dopo aver appreso della decurtazione delle due giornate di stipendio ai lavoratori operata dai vertici della società.

Per il sindacato l’irrogazione della sanzione disciplinare ai lavoratori è illegittima, in quanto adottata in contrasto con lo statuto dei lavoratori e il CCNL. “L’azienda non può procedere nella comminazione di sanzioni senza averne sentito le difese dei lavoratori. Così facendo, dopo la contestazione scritta, oltre 300 lavoratori hanno chiesto formalmente di essere sentiti congiuntamente a Segretario della FPCGIL di Messina per poter controdedurre i rilievi mossi dall’azienda. E’ stata impedita ogni forma di difesa ai lavoratori, ai quali sono stati decurtati mediamente 150,00 euro dallo stipendio”.

“Oltre a negare il diritto alla difesa ai lavoratori- continuano Crocè e Pino- i vertici di Messinambinte hanno adottato un comportamento antisindacale, in quanto hanno compresso il diritto del sindacato a svolgere liberamente la propria attività che si estrinseca anche nell'assistenza del lavoratore che deve rendere le proprie giustificazioni”.

La Fp Cgil a questo punto è pronta a spostare tutta la vertenza nelle aule del Tribunale, anche per comprendere se il Sindaco abbia intrapreso gli stessi provvedimenti nei confronti del Direttore Generale del Comune e dei dirigenti che hanno causato il ritardo nei pagamenti provocando l’esasperazione dei lavoratori.

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