Accoltellato 35enne al termine di una lite dal barbiere: carabinieri trovano il colpevole e lo arrestano

Accoltellato 35enne al termine di una lite dal barbiere: carabinieri trovano il colpevole e lo arrestano

Veronica Crocitti

Accoltellato 35enne al termine di una lite dal barbiere: carabinieri trovano il colpevole e lo arrestano

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sabato 04 Luglio 2015 - 20:21

Il ragazzo era un incensurato, lavoratore, che non compariva tra le “vecchie conoscenze” delle Forze dell’Ordine. C’è voluto un po’ per rintracciarlo, attraverso parenti, e per poi ritrovarlo in una casa di Camaro.

Hanno scelto lo stesso giorno, lo stesso orario di pranzo e lo stesso barbiere di Bordonaro per decidere di andare a tagliarsi i capelli. E, probabilmente, se il destino non li avesse beffati così amaramente, adesso l’uno non sarebbe ricoverato in prognosi riservata per una coltellata profonda 10 cm a pochissima distanza dal cuore, e l’altro non sarebbe a Gazzi arrestato in flagranza con l’accusa di tentato omicidio. E’ difatti bastato quel ritrovarsi l’uno dinnanzi all’atro, improvvisamente, a far riemergere vecchi rancori sentimentali, provocazioni, lite e, infine, la sfiorata tragedia.

Tutto è cominciato quando Maurizio Calabrò, 35enne pluripregiudicato di Bordonaro, si è presentato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Policlinico di Messina, sanguinante e con un taglio vistosissimo all’altezza del cuore. Aveva il polmone traforato ed una ferita profonda 10 centimetri che, solo per una pura coincidenza, non era arrivata dritta al cuore. Per lui, i medici si sono riservata la prognosi, anche se Calabrò non corre pericolo di vita.

Da quel momento, le indagini dei militari dell’Arma della Compagnia Messina Sud, agli ordini del Capitano Paolo Leoncini, sono state fulminee. Nel giro di pochissimo, i carabinieri sono risaliti al luogo dell’accoltellamento, il barbiere di Bordonaro, hanno ascoltato i testimoni e reperito le immagini del sistema di videosorveglianza interno. Si vedeva tutto, in maniera inequivocabile: Calabrò, un altro giovane ventottenne, le provocazioni del primo e il cercare di far finta di nulla dell’altro, l’inevitabile inizio della lite, la baraonda, il giovane che prende il coltello e infligge due coltellate a Calabrò, la prima che va a vuoto e la seconda che va dritta al cuore, e infine sempre il ragazzo che esce, prende il motorino e scappa.

Il ragazzo era un incensurato, impiegato in una ditta di spedizioni, che non compariva tra le “vecchie conoscenze” delle Forze dell’Ordine. C’è voluto un po’ per rintracciarlo, attraverso parenti, e per poi ritrovarlo in una casa di Camaro. Quando i carabinieri sono andati a prenderlo, lui non ha opposto alcuna resistenza, anzi si è dimostrato più che collaborativo. Ha dichiarato subito di esser stato lui a dare le coltellate, ha spiegato come erano andate le cose e le motivazioni, di carattere privato e sentimentale. Il ragazzo è stato accompagnato direttamente nel carcere di Gazzi, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. (Veronica Crocitti)

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