Man lancia l’allarme: “Si torna a sparare ai falchi sullo Stretto di Messina”

Man lancia l’allarme: “Si torna a sparare ai falchi sullo Stretto di Messina”

Man lancia l’allarme: “Si torna a sparare ai falchi sullo Stretto di Messina”

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mercoledì 11 Maggio 2016 - 07:52

I volontari del campo della Man hanno allertato immediatamente i Carabinieri e il Corpo Forestale Regionale e auspicano che tutte le forze dell’ordine intensifichino i controlli in tutto il territorio provinciale e regionale, reprimendo qualsiasi forma di bracconaggio. L'assessore Ialacqua chiede quali azioni di prevenzione siano state intraprese

"Dopo anni di tregua, le campagne presso Castanea si ritrovano teatro di uccisione illegale di rapaci in migrazione. Non sono evidentemente bastati ben 33 anni di campi internazionali, interventi massivi delle forze dell’ordine, per decenni, per indurre al silenzio definitivo quelli che erano monti di stragi annunciate, in barba ad ogni norma". Lo affermano Anna Giordano e Ivano Adami, di Man, l’associazione mediterranea per la natura.

“L’anno prossimo – ricordano – la legge nazionale che ha per la prima volta posto sotto tutela assoluta i rapaci e le cicogne, chiuso la caccia primaverile, compirà 40 anni: eppure, nell’anno 2016 c’è chi ha deciso, vigliaccamente, di fermare per sempre il volo dei falchi pecchiaioli che in questi giorni, sfidando vento e pericoli naturali, attraversano lo Stretto di Messina provenendo dall’Africa dove hanno trascorso l’inverno. Alla incredibile spavalderia di coloro che hanno ucciso questi splendidi migratori, dove da tempo si credeva finalmente chiuso un bruttissimo periodo, si aggiungono diverse osservazioni di rapaci palesemente oggetto di colpi di arma da fuoco, dal chiaro piumaggio danneggiato, o con zampe penzolanti, inermi. Lo Stretto di Messina, teatro di stragi infinite nei primi anni 80 represse con immane fatica e rischi anche per i volontari, è ormai riconosciuto universalmente come la rotta migratoria più importante al mondo per ben 3 specie di rapaci, due delle quali a rischio di estinzione a livello globale: l’albanella pallida e il grillaio. Questa rotta migratoria, negli anni 80 conosciuta solo dai bracconieri, è ora nominata in tutti i testi sui rapaci e rientra tra i 28 siti più importanti e affascinanti per l’RSPB (Royal Society for the Protection of Birds), eppure c’è chi ancora oggi uccide questi splendidi migratori per farne inutile trofeo”.

I volontari del campo della Man hanno allertato immediatamente i Carabinieri e il Corpo Forestale Regionale e auspicano che tutte le forze dell’ordine intensifichino i controlli in tutto il territorio provinciale e regionale, reprimendo qualsiasi forma di bracconaggio.

“Non esiste purtroppo solo quello ai rapaci – proseguono Giordano e Adami – ma anche verso specie meno affascinanti ma ugualmente protette, oltre che attratte con l’inganno (richiami), in periodo di caccia chiusa, come le quaglie, la cui popolazione in Europa sta drasticamente diminuendo. Il meraviglioso fenomeno della migrazione che si ha la fortuna di poter osservare a Messina, senza spostarsi per migliaia di chilometri, come devono fare moltissimi appassionati di tutto il mondo, ha ripreso ad essere funestato da chi possiede solo violenza e arroganza, a scapito di animali che l’Unione Europea impone di tutelare. Per osservare i rapaci sullo Stretto vengono ormai ogni anno da diversi paesi europei e dall’America, unico posto al mondo dove si può osservare la rara e bellissima albanella pallida e molte altre specie: ben 38 quelle ad oggi osservate, alcune occasionali, altre frequenti, con il record assoluto raggiunto – in meno di due mesi – nel 2015, con oltre 45 mila rapaci censiti. I volontari continueranno a vigilare le aree interessate da questa ripresa inaspettata di barbaro bracconaggio con la speranza che sia veramente l’ultima volta in cui si è ucciso – “armato” solo di ali, chi ha il coraggio e la forza di affrontare migliaia di km tra deserti e mari, per vivere, contrariamente a chi approfitta del forte vento di scirocco e usa il piombo e il riparo degli alberi o della casa, per decretarne la morte”.

Anche l’assessore all’ambiente, Daniele Ialacqua, ha scritto ai dirigenti dell'Ispettorato ripartimentale delle Foreste, del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, Gestione delle Risorse Naturalistiche e Gestione Faunistica dei Territorio, per conoscere “se e quali azioni siano state intraprese per la prevenzione e repressione di illecite attività di bracconaggio sui Monti Peloritani ed in particolare nelle Aree della Rete Natura 2000, particolarmente protette e di rilevanza internazionale per la Biodiversità ed i transiti di specie rare ed a rischio di estinzione”.

2 commenti

  1. LA PAROLA PIU’ LIEVE E’ QUESTA: SIETE PIU’ ANIMALI DELLE CAROGNE

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  2. LA PAROLA PIU’ LIEVE E’ QUESTA: SIETE PIU’ ANIMALI DELLE CAROGNE

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