Resta alto l’allarme default in quel di Palazzo Zanca. E c’è addirittura chi lo “invoca”

Resta alto l’allarme default in quel di Palazzo Zanca. E c’è addirittura chi lo “invoca”

Danila La Torre

Resta alto l’allarme default in quel di Palazzo Zanca. E c’è addirittura chi lo “invoca”

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martedì 01 Luglio 2014 - 16:50

Il Gruppo consiliare de “Il Megafono” indica la dichiarazione di dissesto come l’unica soluzione attualmente possibile ai mali del Comune. Intanto a far discutere è ancora il consuntivo 2013, che resta incompleto. Il consigliere Santalco invita il segretario Le Donne a verificare la legittimità della delibera con cui è stato adottato

Resta alto l’allarme dissesto in quel di Palazzo Zanca. Le parole volte all’ottimismo pronunciate in questi mesi dai rappresentanti dell’amministrazione Accorinti cozzano purtroppo con la cruda e dura realtà. Nonostante l’abbattimento delle spese di rappresentanza (oltre il 96%) ed una gestione delle casse comunali certamente più assennata rispetto al passato, il debito del Comune, accertato e latente, è tale da non poter fare dormire sonni tranquilli al sindaco Renato Accorinti e ad i suoi assessori, visto e considerato che non è stato ancora approvato il Piano decennale di riequilibrio, unico strumento a cui l’ente potrà aggrapparsi per scongiurare il default.

Il Comune di Messina non ha ancora neanche il bilancio previsionale 2014 e persino il bilancio consuntivo 2013 – approvato in giunta sabato 21 giugno – è, ad oggi, incompleto di alcuni documenti importanti che dovrebbero costituirne parte integrante. Il Collegio dei revisori dei Conti ha già “reclamato” le carte mancanti al ragioniere generale di palazzo Zanca, Antonino Cama, ma all’appello mancano ancora adesso atti fondamentali, tra cui la nota informativa sulle società partecipate, delle quali il rendiconto 2013- come abbiamo visto nei giorni scorso – non tiene in alcun modo conto (vedi correlato).

Anche il consigliere comunale del Pd, Giuseppe Santalco, si è unito alla richiesta di integrazione atti avanzata dai revisori.

In un documento inoltrato al segretario/direttore generale Le Donne, all’assessore Signorino, al ragioniere Cama e per conoscenza al Collegio dei revisori dei Conti – sottolinea che «da un primo esame del bilancio consuntivo 2013, approvato dalla Giunta con delibera n° 478 del 21 giugno c. a., si rileva che gli allegati non contengono la nota informativa contenente la verifica dei crediti e debiti reciproci tra l'Ente e le società partecipate».

L’esponente del Civico Consesso spiega che «detta nota è uno strumento utile per il Consiglio per evidenziare analiticamente eventuali discordanze con le relative motivazioni da parte dell'Amministrazione e del Dirigente competente».

Santalco sollecita, quindi l’amministrazione comunale «a voler, con la massima urgenza, fornire la predetta nota, manifestando che la sua mancanza potrebbe rendere inefficace lo schema di rendiconto della gestione dell'esercizio 2013» ed invita il segretario Le Donne «a verificare la legittimità della delibera n° 478 del 21 giugno 2014 (con cui è stato esitato il consuntivo 2013 ndr) approvata, a quanto sembra dagli atti in nostro possesso, senza il documento richiesto dall'art. 6, comma 4 del DL 95/2012, convertito con modificazioni dalla legge 135/2012».

Sulla drammatica situazione finanziaria del Comune e sul Bilancio Consuntivo 2013 interviene anche il Gruppo de “Il Megafono”, che indica la dichiarazione di dissesto come l’unica soluzione attualmente possibile ai mali del Comune.

«Ad oggi – si legge in un comunicato – l’amministrazione Accorinti non ci ha fornito nessun dato relativamente al Bilancio Consuntivo 2013, il gruppo del Megafono – Lista Crocetta, come più volte espresso nelle sedute di Commissione Bilancio e nei consigli comunali, ritiene che il danno minore per la nostra città e per i cittadini (che già pagano il massimo delle tasse) sia la dichiarazione di dissesto del Comune di Messina.

A supporto della propria tesi pro-default, il Megafono elenca una serie di motivazioni: «un piano di riequilibrio inesistente e non ancora approvato; la mancanza, nel bilancio consuntivo dei dati relativi alle aziende partecipate; le indagini aperte dalla procura sulla mancata dichiarazione di dissesto finanziario del comune per gli anni 2009-2012».

«Cosa serve di più all’amministrazione per deliberare il dissesto e portarlo in consiglio comunale?» si chiedono i consiglieri de “Il Megafono”. (DLT)

4 commenti

  1. Per cambiare Messina dal basso..
    La Citta’….continua ad essere un letamaio..alias…sporca….
    altro che vocazione turistica…
    e non solo per colpa dei buddaci-animali…..

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  2. Per cambiare Messina dal basso..
    La Citta’….continua ad essere un letamaio..alias…sporca….
    altro che vocazione turistica…
    e non solo per colpa dei buddaci-animali…..

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  3. Certo il percorso è tutto in salita. Tuttavia il Dl 95/12 tende ad aiutare le amministrazioni in difficoltà e chiarisce che le posizioni di credito/debito nei confronti delle singole aziende partecipate devono essere allegate al conto consuntivo del Comune, asseverate dai rispettivi organi di revisione. La norma prevede inoltre che vengano evidenziate analiticamente le eventuali discordanze fornendone le motivazioni…..??;
    In tal caso il Comune dovrà adottare senza indugio e comunque non oltre il termine dell’esercizio finanziario in corso i provvedimenti necessari al fine della riconciliazione delle partite debitorie e/o creditorie evidenziate.
    Credo quindi di capire che l’Amministrazione Comunale di Messina ritenga utile presentare a settembre al Consiglio Comunale il piano decennale complessivo di rientro dai debiti e con un atto unico evitare l’adozione di tanti singoli provvedimenti fino ad oggi non esitati (es. tutti i bilanci dell’ATM non approvati negli anni scorsi dal C.C.). Certo non è chiaro se per riconciliazione contabile possa intendersi solo l’adozione del piano decennale di rientro dai debiti mantenendo separati i risultati delle partecipate dal conto dell’esercizio 2014 del Comune. Da commercialista Mi sembra un bell’esempio di “finanza creativa” è un pò come gestire una situazione di doppia contabilità simile a quella prevista per i casi di dissesto ed in cui si tenterà di finanziare anche tutti i debiti censiti e non ancora riconosciuti del C.C. per mancanza di copertura. Evidentemente per il Governo nazionale gli indici del famoso “patto di stabilità” devono mantenersi positivi finchè possibile e quindi si terranno suddivisi i due documenti contabili, purchè il processo di risanamento si realizzi concretamente e non si ripetano i precedenti errori. Vedremo e speriamo che la Città e noi tutti non si debba penare ancora a lungo per tale situazione di crisi economica in cui versa il Comune di Messina che rispetto ad altre importanti Città non beneficia di nessun contributo straordinario. Crocetta “docet”!
    In ogni caso è chiaro che si vuole scongiurare l’ipotesi di dissesto e che potranno ottenersi anche benefici se con l’approvazione del piano di rientro dal debito si otterrà un congruo mutuo dalla Cassa Dep. e Prest. da ammortizzare nel lungo periodo. Una iniezione di liquidità in Città? Lo spero!

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  4. Certo il percorso è tutto in salita. Tuttavia il Dl 95/12 tende ad aiutare le amministrazioni in difficoltà e chiarisce che le posizioni di credito/debito nei confronti delle singole aziende partecipate devono essere allegate al conto consuntivo del Comune, asseverate dai rispettivi organi di revisione. La norma prevede inoltre che vengano evidenziate analiticamente le eventuali discordanze fornendone le motivazioni…..??;
    In tal caso il Comune dovrà adottare senza indugio e comunque non oltre il termine dell’esercizio finanziario in corso i provvedimenti necessari al fine della riconciliazione delle partite debitorie e/o creditorie evidenziate.
    Credo quindi di capire che l’Amministrazione Comunale di Messina ritenga utile presentare a settembre al Consiglio Comunale il piano decennale complessivo di rientro dai debiti e con un atto unico evitare l’adozione di tanti singoli provvedimenti fino ad oggi non esitati (es. tutti i bilanci dell’ATM non approvati negli anni scorsi dal C.C.). Certo non è chiaro se per riconciliazione contabile possa intendersi solo l’adozione del piano decennale di rientro dai debiti mantenendo separati i risultati delle partecipate dal conto dell’esercizio 2014 del Comune. Da commercialista Mi sembra un bell’esempio di “finanza creativa” è un pò come gestire una situazione di doppia contabilità simile a quella prevista per i casi di dissesto ed in cui si tenterà di finanziare anche tutti i debiti censiti e non ancora riconosciuti del C.C. per mancanza di copertura. Evidentemente per il Governo nazionale gli indici del famoso “patto di stabilità” devono mantenersi positivi finchè possibile e quindi si terranno suddivisi i due documenti contabili, purchè il processo di risanamento si realizzi concretamente e non si ripetano i precedenti errori. Vedremo e speriamo che la Città e noi tutti non si debba penare ancora a lungo per tale situazione di crisi economica in cui versa il Comune di Messina che rispetto ad altre importanti Città non beneficia di nessun contributo straordinario. Crocetta “docet”!
    In ogni caso è chiaro che si vuole scongiurare l’ipotesi di dissesto e che potranno ottenersi anche benefici se con l’approvazione del piano di rientro dal debito si otterrà un congruo mutuo dalla Cassa Dep. e Prest. da ammortizzare nel lungo periodo. Una iniezione di liquidità in Città? Lo spero!

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