Acr Messina: svanisce il sogno ripescaggio?

Acr Messina: svanisce il sogno ripescaggio?

Acr Messina: svanisce il sogno ripescaggio?

venerdì 23 Luglio 2010 - 11:44

Di Mascio annuncia che non verrà presentata la domanda di riammissione, scoraggiato dal mancato appoggio di Comune e banche. La Giunta si riunisce alle 12.30 per modificare la delibera approvata ieri, contenente alcuni -errori formali-. I tifosi nello sconforto, i giocatori ancora in ritiro. E le tante ombre da chiarire

Non c’è pace nelle torride estati calcistiche messinesi. Dopo mesi di scoraggiamento totale, frutto di campionati deludenti e periodi caratterizzati dall’assoluta incertezza, tra i supportes peloritani si era -riaccesa- un briciolo di speranza frutto dell’enorme numero di squadre non in grado di partecipare ai prossimi campionati di B e Lega Pro. In tutto 21, circostanza che di fatto aveva aperto all’Acr le porte del ripescaggio in seconda divisione. E allora via, corsa per presentare l’incartamento necessario per la domanda di ammissione all’ultimo campionato professionistico. Clima rovente, tifosi in attesa. Con l’attuale proprietà, dopo quanto accaduto nei mesi scorsi, il rapporto non è dei migliori. Ma per la maggioranza dei sostenitori l’Acr rimane oggi la prima squadra della città e per questo va seguita. Il -neo- presidente Di Mascio promette, afferma che è tutto pronto, comprese le fidejussioni. Si susseguono gli ingaggi dei giocatori, tutti di categoria superiore alla D, il che porta a pensare che qualcosa bolle in pentola. Discorso analogo per il cambio in panchina, Capuano per Campolo.

L’anello mancante, secondo la società, è l’accordo per la concessione del campo San Filippo. L’Acr chiede una convenzione o un contratto di gestione dell’immobile, compreso di foresteria. Il sindaco si -limita- ad assegnare la concessione della licenza d’uso e la disponibilità dello stadio San Filippo per 6.809 posti (1260 tribuna A elite, 2411 laterale sud, 500 tribuna ospiti, 2683 curva sud), per tutta la durata del campionato di Lega pro, compresi playoff e playout, così come espressamente richiesto dalla Federazione al punto 4 della lettera inviata alla società peloritana lo scorso 12 luglio, contenente l’elenco della documentazione necessaria per presentare richiesta di ripescaggio. Per il primo cittadino questo passaggio basterebbe per completare la domanda.

In sostituzione della sollecitata convenzione (dettagli nell’articolo in basso), la giunta si riunisce ieri per approvare uno schema di contratto per la concessione del comodato d’uso, che raccoglie praticamente per intero i contenuti della convenzione, tagliando solo qualche passaggio. Nella serata però, si diffonde la notizia che la deliberazione conterrebbe alcuni errori di forma, e per questo deve essere rivista. Appuntamento previsto per oggi, ore 12.30, mezz’ora dopo la scadenza dei termini per la presentazione della domanda. Come detto, fondamentale è l’interpretazione delle richieste della Federazione e della Lega, alle quali, secondo molti, sarebbe comunque bastata la disponibilità per accettare la domanda.

Intanto per i tifosi arriva la doccia gelata, che non da assolutamente sollievo nonostante il caldo di queste ore: Di Mascio annuncia che non verrà presentata la domanda, perché così come predisposta sarebbe stata al 99,9% bocciata. Il nodo sarebbe rappresentato dalla questione stadio, sancito dallo scarso appoggio del Comune. Ma il riferimento è anche agli istituti bancari, non proprio disponibili come quelli di Avellino, ad esempio.

Ma perché non presentare comunque l’incartamento, magari con il -rischio- di essere -ammessi con riserva-? Torna la confusione, quel senso di smarrimento che ormai da anni regna nel cuore dei tifosi giallorossi, tra le illusioni, la passione che non muore e l’entusiasmo pronto ad esplodere ma che non riesce a trovare la sua conllocazione calcistica. Le fonti si incrociano, le notize quasi contrastano, non c’è uno straccio di passaggio ufficiale per potere dire -punto, è così, siamo di nuovo fuori-. Al momento ci sono solo le parole del consigliere, diventato patron e poi presidente. C’è una giunta che si riunisce per apportare modifiche ad una delibera dalla dubbia utilità (almeno in ottica Lega Pro) e con i termini eventualmente scaduti, mentre il gruppo di calciatori della rosa continua ad allenarsi nel ritiro di Trevi. E poi c’è la -solita- speranza, la riapertura dei termini in virtù del basso numero di domande presentate per occupare le caselle vacanti di un campionato pieno di buchi ed interrogativi. (ERig)

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