Ecco perché oggi potrebbe convenire acquistare il club dei Franza. Intanto il gruppo fattosi avanti ieri continua a lavorare
Adesso sì che ci sono tutte le condizioni, niente più alibi. Dopo diverse trattative tutte saltate per acquistare il Messina in B prima e in C2 poi, questo dovrebbe essere il momento migliore per assumere la guida del club peloritano riammesso in serie D. Cerchiamo di capire perché.
Dal punto di vista imprenditoriale, a meno che non fossero arrivati gruppi davvero forti o altri pronti ad affiancare i Franza, rilevare il club in B sarebbe stato davvero oneroso un pò per gli stessi motivi che gli armatori hanno ribadito a più riprese. Mancanza di grossi introiti (adesso parzialmente risolto con i diritti tv), situazione finanziaria fortemente debitoria, gestione sportiva appesantita da contratti pesanti e da ingaggi elevatissimi. Ovviamente lasciamo perdere le responsabilità che hanno portato a questo stato di cose. Un pò più semplice sarebbe stato aderire al Lodo Petrucci, dato che l’unica strada percorribile non era il passaggio del testimone dei Franza, ma si poteva e si doveva mettere in piedi un nuovo sodalizio. Nessuno però, se non in extremis Giuseppe Rodi, ci ha provato. Via via sono sfumate le iniziative di Sergio Campolo, di Emanuele Aliotta, di Giovanni Carabellò e infine dell’imprenditore milanese Gian Mario Cazzaniga. Alla base di tutti questi dietrofront ci sarebbero state le grosse richieste dal punto di vista economico fatte dalla Figc per rientare nel calcio dalla seconda divisione. Fideiussione e fondi e le spese per la costituzione di un nuovo club. Chi non ce l’ha fatta per l’incosistenza dei finanziatori, chi per precisa scelta come la cordata milanese, che fino all’ultimo ha tentato di far abbassare le pretese dalla Federazione, pur non riuscendoci, come giusto che fosse.
Poi la lunga battaglia per la riammissione in D, con l’Fc Messina in prima fila praticamente dal primo momento. Le alternative erano il solito Fc Sporting di Giuseppe Rodi e l’Acr Messina di Giovanni Carabellò, sostenuto dai club organizzati cittadini. Motivazioni politiche, di rapporti con i vertici romani o solo la scarsa solidità degli altri soggetti permetterà con tutta probabilità a coloro che hanno perso la cadetteria, di ripartire dall’Interregionale. Con tutto le conseguenze che questa mossa comporta, prima fra tutte l’ostilità della piazza (che a quanto pare non interessa alla Figc). Adesso però, con la volontà dei Franza di cedere il ramo sportivo dell’azienda, tenendo per sè la parte indebitata (sarà davvero così?), potrebbero finalmente e veramente aprirsi le porte per l’ingresso di nuovi soci.
Questo perché oggi i potenziali acquirenti non avrebbero nessun aggravio per l’iscrizione in D, che in questo momento pagheranno i Franza. Stessa cosa vale per fondo e fideiussione, che molto probabilmente gli armatori non depositeranno per via dei crediti che vantano con la Federazione. Dal punto di vista tecnico, il mercato di quinta serie è aperto tutto l’anno, quindi piazzare colpi discreti anche durante la stagione non è impossibile. Basterebbero competenze e qualche soldo in cassa. Certo c’è da risolvere la questione stadi, sulla quale con tutta probabilità, l’attuale presidenza cercherà di mettere l’ultima parola. Staremo a vedere.
Intanto il gruppo che ieri ha manifestato al Sindaco interesse per l’Fc messina continua a muoversi. Il rappresentante principale, dopo il prof. Giovanni Trimarchi, avrebbe contattato altri imprenditori che si sarebbero detti interessati. Tra i nomi ci sarebbero quelli saltati fuori nelle scorse settimane come Niki Patti e Antonello Piccolo, ma anche qualche soggetto nuovo non siciliano. Non è escluso che possa entrare a far parte della nuova realtà anche un marchio che in passato ha fatto da partner proprio all’Fc Messina. Chiesto anche il supporto dei club organizzati, che a questo punto, è molto probabile che aspettino i fatti.
