Stadi. Botta e risposta Camaro-Fc Messina

Stadi. Botta e risposta Camaro-Fc Messina

Stadi. Botta e risposta Camaro-Fc Messina

venerdì 31 Ottobre 2008 - 17:12

I Franza replicano al comunicato di ieri e Chiofalo controbatte cercando di abbassare i toni. Per la tifoseria l'ennesima umiliazione. La politica faccia il suo al più presto sulla concessione degli impianti. Poi non resterà che sperare

Dopo il comunicato diffuso dall’Usd Camaro attraverso il quale sono state rese note le difficoltà economiche per la gestione di uno stadio come il San Filippo per una società che milita in Eccellenza (in basso correlato), si è scatenato un botta e risposta davvero evitabile. In realtà il testo scritto dal presidente Benito Chiofalo, era un appello a trecento sessantagradi sulla questione stadi, con messaggi che più che rivolti all’Fc Messina, apparivano destinati al Comune e all’amministrazione.

Al messaggio è stata data una diversa lettura in Via Acireale, visto che è arrivata pronta la replica del club attualmente presieduto dai Franza. «Abbiamo appreso, con vivo dispiacere, dei problemi di Budget del Camaro Calcio che comporteranno lo svolgimento delle prossimi incontri a porte chiuse – viene scritto. Purtroppo, la gestione di struttura di grandi dimensioni come il San Filippo o il Celeste comporta oneri che, sebbene limitati al massimo, sono significativi per una squadra dilettantistica di eccellenza, ma non evitabili. Se si vuole gestire in regola con la normativa vigente un pubblico spettacolo, è necessario impiegare stewards qualificati e formati (nel numero indicato dalla licenza di P.S.), Vigili del Fuoco in numero congruo, attivare impianti tecnologici importanti che hanno consumi non indifferenti con personale adeguatamente specializzato, occorre manutenere un manto erboso di grandi dimensioni che deve poter sopportare le partite e gli allenamenti di due squadre. La cultura della legalità e della sicurezza, che anche una squadra dilettantistica come il Camaro dovrebbe condividere in toto, impone dei costi non evitabili; basta poco per trasformare un meraviglioso spettacolo in una tragedia, e questa città ha già pagato un gravissimo prezzo in tal senso». Il riferimento è chiaramente rivolto al passaggio in cui Chiofalo sosteneva di poter gestire lo stadio spendendo cifre nettamente inferiori attraverso propri contatti diretti e non dovendosi “concedere- pienamente alla struttura organizzativa dell’Fc.

«Se in questi ultimi anni, anche in occasioni veramente difficili con decine di migliaia di tifosi coinvolti, non si è mai verificato alcun incidente grave è stato merito sia delle Forze dell’Ordine che di chi ha gestito gli impianti – proseguono gli armatori. Il Messina non si è mai fatto scrupolo di anticipare centinaia di migliaia di euro (ancora in gran parte non rimborsati e sottratti anche alla gestione sportiva della società) per garantire il rispetto dei più rigorosi parametri di sicurezza, e dispiace dover oggi subire oggi delle ripetute, e probabilmente strumentali, polemiche per pochi euro. Per venire incontro alle richieste dell’U.S. Camaro, abbiamo semplicemente richiesto il rimborso dei costi vivi (documentati e preventivati) sostenuti per far svolgere gli eventi (siano essi partite o allenamenti) per come richiesto, precisando (ma questo aspetto viene curiosamente “dimenticato- dal Camaro) che qualora tali parti di spese venissero rimborsate dal Comune di Messina nell’ambito del rapporto concessorio in atto (attendiamo l’erogazione dei rimborsi per le spese sostenute per la manutenzione degli stadi degli ultimi 3 anni), la quota parte verrebbe immediatamente rimborsata alla società. Lo ribadiamo: nessuna somma è stata richiesta all’U.S. Camaro per giocare ed allenarsi negli stadi cittadini, ma solo ed esclusivamente il rimborso di spese effettivamente preventivate, sostenute e documentate, peraltro, ad oggi il Camaro non ha ancora pagato assolutamente nulla per le spese già anticipate dall’Fc Messina».

Infine il solito “colpo- d’arroganza: «Il Fc Messina sarebbe ben lieto di mettere in atto eventuali risparmi che, nel rispetto delle legalità, venissero proposti dall’Usd Camaro; ciò fino ad oggi non è avvenuto. Auspichiamo, infine, che nel corso delle prossime partite a porte chiuse dell’U.S. Camaro non sia necessario l’intervento della forza pubblica per garantire il rispetto delle norme in materia di pubblico spettacolo, per come già accaduto in precedenti episodi degli scorsi anni».

Dopo un testo del genere, ovviamente, non si è fatta attendere la replica del Camaro.

«Ci troviamo costretti ad intervenire nuovamente sulla vicenda stadi dopo la risposta “stizzita- al nostro comunicato da parte del Football Club Messina. Necessarie, da parte nostra, a questo punto, alcune ulteriori precisazioni. Vorremmo sottolineare che questa società ha sempre operato all’insegna della cultura della legalità e qualunque iniziativa verrà sempre intrapresa rispettando i parametri di legge. Occorre poi sgomberare il campo da equivoci, in quanto il Camaro non si sente affatto in competizione con l’F.C. Messina e l’intento non era assolutamente quello di porre in essere “polemiche strumentali-. Come potrebbe una squadra che ha sempre operato nel mondo dilettantistico (di cui purtroppo adesso fa parte anche il Football Club Messina) competere con una società che ha partecipato a tre campionati di serie A e ad altrettanti di B? Abbiamo il dovere di evidenziare che il nostro comunicato di ieri non voleva rappresentare un attacco nei confronti del Football Club Messina, come crediamo si evinca da una lettura attenta, ma semplicemente una richiesta di chiarimenti alle autorità competenti. Come si può dedurre dalle domande poste (Dove giocare le gare interne? Dove allenarci? Con chi interloquire per avere delucidazioni sull’argomento? È possibile offrirci la possibilità di contenere le spese grazie all’affidamento dei servizi a ditte alle nostre dipendenze?) il nostro è un appello alla chiarezza nel tentativo di contenere le spese di gestione dello stadio per destinare le stesse somme al rafforzamento della nostra squadra che punta dichiaratamente al salto di categoria».

Chiofalo, con la correttezza che lo ha spesso contraddistinto, ha naturalmente puntualizzato che verranno saldate le spettanze dovute, fino ad oggi, al Football Club Messina, valutando al contempo la possibilità di contenere le spese di gestione dello stadio per le gare casalinghe e gli allenamenti e la possibilità di “traslocare- al Celeste, possibilmente anche per gli allenamenti, nonostante il grave handicap che sarebbe rappresentato dalle “porte chiuse-.

Resta però una polemica spiacevole soprattutto per una città e per una tifoseria che ha dovuto non solo ingoiare una serie di bocconi amari dal punto di vista sportivo, ma che deve anche soffrire per questi episodi che rappresentano vere e proprie umiliazioni. Una città che conta più di 250 mila abitanti, con la massima squadra a rappresentarla che disputa un campionato dilettantistico, non riesce a togliere dalle mani di un gruppo imprenditoriale due impianti sportivi che dovrebbero essere messi a disposizione di tutta la comunità, perciò anche del Camaro. Non vogliamo entrare nel merito della questione di cui sopra, quindi ci esimeremo dall’attribuire torti o ragioni.

Persiste però l’evidenza del fatto che il Camaro per giocare o allenarsi in uno dei due stadi deve comunque rivolgersi al Messina, squadra che la precede di una sola categoria dopo le note vicende che l’hanno vista coinvolta. La colpa può essere attribuita a tutti o a nessuno, adesso però bisogna trovare una soluzione per mettere nelle condizioni di poter continuare a fare calcio ad una società come il Camaro, che negli anni si è sempre distinta per professionalità. E in questo senso si potrebbe concedere piena autonomia gestionale, quantomeno in occasione delle partite.

Per quanto riguarda l’Fc Messina invece, beh, siamo alle solite. La politica deve fare il suo affinché venga fatta chiarezza su questa “maledetta- concessione, poi non resta che incrociare le dita affinché realmente un imprenditore si faccia avanti per rilevare quella che resta e deve restare la prima squadra della città.

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