Movimentata conferenza stampa questa mattina al San Filippo. Presentato il nuovo organigramma societario. Di Mascio presidente, Campolo allenatore, Ciccarone Dg. I sostenitori giallorossi non si convincono: nessuna fiducia
L’ennesima conferenza stampa “aperta”. Gli annunci e i proclami della società. I dubbi della tifoseria organizzata, come della maggioranza dei tifosi, che a questa proprietà oggi chiede solo una cosa: lasciare la città. Anche i rappresentati dei club presenti, che lo scorso anno avevano provato a dare fiducia a Di Lullo e Di Mascio, non vogliono sentire più ragioni. L’Acr Messina resta la loro squadra, ma questa volta non la seguiranno dopo le cattive figure collezionate nello scorso campionato. La loro rabbia l’hanno urlata tutta, spiegando perché le scorte di fiducia sono finite. Tante motivazioni. Ad esempio la scelta del simbolo del club, orfano dello scudo crociato che ha da sempre segnato la storia sportiva della città. Le tante incertezze che hanno caratterizzato la gestione societaria. Le promesse mai mantenute. Le troppe ombre che permangono.
ORGANIGRAMMA L’Acr ha risposto con uno staff rinnovato, provando a ribaltare lo scetticismo dilagante. L’organigramma completo è riportato nell’articolo correlato in basso. Una serie di novità. La prima riguarda la presidenza: Di Lullo lascia definitivamente il posto ad Arturo Di Mascio, fino ad oggi alternatosi più o meno dichiaratamente nel ruolo di consigliere, finanziatore, amico, patron. Come Direttore Generale, dopo il lungo corteggiamento all’ex dirigente dell’Aversa Normanna, Nicola Pannone, non andato a buon fine, è stato scelto Antonio Ciccarone, ex Sapri. Avrà il compito di seguire organizzativamente il club e al contempo prenderà le decisioni in sede di mercato insieme al confermato Direttore Sportivo, Antonino Muscariello. Due i vicepresidenti: Nunzio Stelitano, ginecologo calabrese che da anni opera a Messina, lo scorso anno vicino all’Igea Virtus seppur senza cariche ufficiali, e Vincenzo Bonavita, già legale dell’Acr nella vicenda della denuncia presentata alla Procura federale per il presunto complotto che avrebbe frenato il Messina nella stagione scorsa (negli ultimi giorni l’avvocato ha rappresentata anche una cordata che avrebbe dovuto rilevare il Milazzo). Altro componente dell’organigramma sarà Giovanni Santodonato, ex presidente del Pomezia che si occuperà del settore giovanile e di una serie di progetti per il sociale. L’addetto stampa sarà invece Silvano Arbuse, medico, in passato consigliere comunale (PdL).
Alla conferenza stampa era presente anche l’allenatore Eziolino Capuano, che ha dichiarato di non avere accettato l’incarico perché conosce poco la categoria, nonostante le due promozione consecutive conquistate in D 13 anni fa. Non ricoprirà alcuna carica ufficiale, ma qualcosa sembra bollire nella pentola.
PRIMI PASSI La prima scelta è stata compiuta. Dopo il cammino avviato e subito terminato lo scorso anno, gli screzi e i dissapori, il nuovo allenatore sarà Sergio Campolo. Anche l’ex centrocampista non è stato accolto benissimo dai tifosi presenti, in virtù di alcune dichiarazioni rilasciate qualche mese fa proprio nei confronti della proprietà, che oggi, con la sua presenza in panchina, il tecnico reggino ha di fatto smentito. Di contorno anche qualche screzio con alcuni rappresentanti dei club. «Nei miei confronti c’era un clima simile quando sono arrivato da calciatore – ha dichiarato – giocavo nel Catania, sono Reggino. Ho dimostrato sul campo di tenere a questa maglia, e oggi ribadisco che tengo a Messina quanto tengo a Reggio. Secondo qualcuno non ho l’esperienza giusta per ricoprire questo ruolo. Bene io rispondo che non sono ancora un allenatore. Sono a Messina per dimostrare di esserlo. Ho grandi motivazioni e sono orgoglioso di essere qui». Il secondo di Campolo sarà Eugenio Labonia, lo scorso anno ad intermittenza secondo di Pietro Infantino e allenatore della prima squadra.
Per quanto riguarda i calciatori, il neo Dg ha già annunciato che a breve saranno annunciati i primi acquisti. Giocatori di categoria, che hanno già vinto, ma anche provenienti dalla Lega Pro. I giorni di attesa sono connessi alla scadenza di alcuni contratti che legano gli atleti fino al 30 giugno alle società di provenienza. Un punto è stato ribadito: si riparte da Arturo Di Napoli.
Il ritiro precampionato partirà il 21 luglio e finirà il prossimo 12 agosto, e si terrà all’hotel Della Torre di Trevi, in provincia di Foligno.
CITTA’ DI MESSINA Ovvio il passaggio sulla Città di Messina, squadra rappresentata da imprenditori messinesi che il prossimo campionato giocherà in Eccellenza. La stessa cordata che sta per rilevare ufficialmente il Camaro si era inizialmente interessata all’acquisizione dell’Acr, o comunque ad entrare in società per il rilancio del calcio cittadino. Questa la versione del fallimento della trattativa fornita da Di Mascio: «Sono venuti due di questi soggetti nel mio ufficio di Milano, sono stati accolti bene ma la loro proposta non poteva essere accettata. Hanno chiesto di rilevare il 60% solo attraverso sponsorizzazioni chiedendo la gestione della società. Noi in pratica avremmo messo solo i soldi. La nostra controproposta è stata il 40% al prezzo simbolico di un euro, con tanto di presidenza». Secondo la controparte invece, gli imprenditori oggi riuniti nella Zancle Srl avrebbero chiesto a Di Mascio di “fare il prezzo” per il 60%, e che lo stesso avrebbe rifiutato la cessione del pacchetto di maggioranza.
Un punto di vista ancora diverso quello dell’avvocato Bonavita, presente all’incontro: «Auguro le migliori fortune alla nuova società, ma oggi il Messina siamo noi. Conosco tante persone che fanno parte di questo progetto, ma abbiamo ritenuto non ci fossero le garanzie giuste per affrontare con loro un campionato di livello in serie D. Le promozioni non si ottengono con le collette, ma con i capitali importanti, che credo non ci fossero».
Fusione con Città di Messina? Risponde Di Mascio: «Siamo stati noi i primi a chiederla, ma non a quelle condizioni che ci hanno lasciati scioccati»
VENDERE LA SOCIETA’ In apertura della conferenza la proprietà ha presentato un programma in formato cartaceo, con all’interno storia della città, della squadra, programma futuri e progetti che dovrà sviluppare Santodonato. Alcuni di questi: “giovani marmotte”, “60 e lode”, “tutto x tutti”. Progetti che dovrebbere coinvolgere la cittadinanza. Ma in che modo se perfino i tifosi più irriducibili non hanno più un briciolo di fiducia in questo gruppo? La verità è una ed una soltanto. Le proposte possono essere anche di livello, i giocatori di qualità, i dirigenti preparati. Ma devono esserci le condizioni di base, economiche e organizzative, per non far diventare tutto inutile. In società possono esserci anche Ferguson e Messi (non Messy, la nuova “mascotte”), ma se non c’è la volontà di fare le cose in maniera chiara, pulita ed equilibrata, la soluzione può essere solo lasciare la città. Concetto scritto e ribadito per mesi (vedi articolo in basso). Di Mascio ha ribadito: «In questo momento il Messina è nostro». E questo forse il concetto di fondo sbagliato. Comunque vada il Messina è e sarà dei messinesi. (foto Davide Billa)
