"Con la cultura si mangia". Accorinti presenta il programma su cultura e sviluppo economico

“Con la cultura si mangia”. Accorinti presenta il programma su cultura e sviluppo economico

Eleonora Corace

“Con la cultura si mangia”. Accorinti presenta il programma su cultura e sviluppo economico

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giovedì 06 Giugno 2013 - 13:12

Renato Accorinti, insieme all’assessore designato al Bilancio e Sviluppo Economico, Guido Signorino e all’assessore alla Cultura e alle Identità, Sergio Tedesco, ha presentato questa mattina la parte di programma incentrata sulla cultura e l’economia. Due temi che possono, anzi devono, procedere di pari passo.

La cultura non è un lusso, è consapevolezza e sviluppo. Si potrebbe riassumere così il credo di Renato Accorinti, candidato a sindaco del Movimento civico Cambiamo Messina dal Basso, che stamattina – nel corso di una conferenza stampa alla Casa del Con – ha presentato uno spaccato del programma legato alla cultura e allo sviluppo economico. Cultura ed economia, un binomio che può sembrare strano, quasi utopico, ma che deve essere realizzato. Puntare sulla cultura come veicolo di sviluppo economico significa prima di tutto sfatare il mito – purtroppo reiterato e appoggiato persino da alcuni Ministri in tempi recenti- che “con la cultura non si mangia”. Questa è la volontà degli assessori designati al Bilancio e sviluppo Economico e alla Cultura e alle Identità, Guido Signorino e Sergio Todesco.

“La cultura è benzina per lo sviluppo economico” – ha dichiarato il Professore Guido Signorino – “ perché risponde a quella che è una domanda dello stesso mercato occidentale, che sempre di meno produce beni e sempre di più servizi. Per questo l’offerta culturale attiva il mercato. Del resto, il valore del capitale umano si esprime con la qualità la cui misura è la cultura”. Dello stesso avviso Sergio Todesco, direttore del parco archeologico dei Nebrodi Occidentali. “Messina soffre di una pericolosa mancanza di identità. Negli ultimi decenni è stata trattata dalle amministrazioni locali e nazionali come un limone da spremere, senza costruire nulla. Per questo la crisi di Messina è in primo luogo una crisi culturale”.

“La cultura non solo si mangia ma ha anche un buon gusto essendo la base dell’anima” ironizza Accorinti, che ricorda come fin dall’inizio della campagna elettorale come primo punto del programma sia stata indicata proprio la cultura, declinata nelle sue varie manifestazioni. Del resto l’affermazione accorintiana che ancora più temibile della crisi economica sia quella culturale – che schiude le porte ad un terremoto morale e sociale – è diventata un mantra di questi ultimi mesi. Per questo che gli assessorati alla Cultura e all’Economia lavorino in modo sinergico non deve sembrare strano. Messina, del resto, è una città che va ricostruita. Cultura e sviluppo sono le prime cose che mancano e che vanno necessariamente ripristinate. L’una non esclude l’altra, anzi la presuppone. Lo spiega chiaramente l’economista Guido Signorino:

“La cultura è spesso considerata un costo da contenere; per noi è un investimento, una risorsa per la città. Intendiamo difendere le istituzioni cittadine di produzione e fruizione della cultura, come il Teatro Vittorio Emanuele, con interventi energici sulla Regione per il ripristino dei finanziamenti, avviare una gestione più efficiente del Teatro stesso, offrire spazi all’elaborazione artistica collettiva giovanile”. Inoltre Signorino,firma che si può ben definire storica della battaglia contro il Ponte, ha sottolineato come per avere una nuova città, bisogna: “Abbandonare la logica della mega progettazione a favore di piccole, ma significative opere che creino nuova economia”. Ciò significa principalmente: interventi per sviluppare la green economy, che porterebbe ad un notevole risparmio sulle spese amministrative, l’utilizzo dei fondi per la Rigenerazione Urbana (FRUS)per ristrutturare gli edifici pubblici in funzione anti-sismica, per la tutela del territorio e il rilancio dell’edilizia; il potenziamento dell’area fieristica; l’incentivazione della cantieristica e la creazione di una flotta di navigazione comunale. Mentre Sergio Todesco ha sottolineato come: “L’ambito della cultura non potrà essere ridotto al trinomio arte-musica-spettacolo, ma dovrà estendersi alle forme di convivenza, all’organizzazione degli spazi, l’attenzione verso gli ultimi. In una parola: la qualità della vita dell’intera comunità. Vogliamo promuovere un progetto basato su memoria, senso di identità. Occorrerà inoltre rendere disponibili quanto più possibile luoghi e spazi culturali”. Prioritaria, dunque, sarà la realizzazione del CDAC (Centro di Documentazione delle Arti Contemporanee), la bonifica e la bonifica e la valorizzazione della Zona Falcata, la creazione di un Museo del Mare. Le idee sono tante, e tutte facilmente realizzabili.

Un esempio pratico e a costo zero di come poter invertire la rotta è lo stesso Accorinti a proporlo, parlando del progetto Made in Sicily, che consiste nel dare a tasso agevolato degli spazi, possibilmente in Fiera, per il lavoro degli artisti locali, che poi ripagherebbero l’amministrazione con corsi d’arte e cultura per i ragazzi della nostra città. Accorinti, inoltre, ha rispolverato la vecchia battaglia per la liberazione del Palacultura Antonello dagli uffici che ne occupano impropriamente ben tre piani. Uno dei gesti prioritari di un’eventuale, futura amministrazione sarà quello di rendere il Palacultura fruibile per laboratori artistici, spostando gli uffici in luoghi altrettanto dignitosi, ma estremamente più idonei.

Gli assessori designati Signorino e Todesco, infine, hanno ricordato come Messina sia una città in piena decadenza. Il periodo fiorente della città si è, infatti,fermato agli anni sessanta. Poi c’è stato un lungo, progressivo declino, fino ad arrivare ad una città in dissesto, non solo economico, che non offre nessun futuro ai suoi figli. Invertire la rotta, ormai, non è una semplice proposta. È una necessità. (Eleonora Corace)

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