Cantante muore dopo il parto, 4 medici condannati

Cantante muore dopo il parto, 4 medici condannati

Alessandra Serio

Cantante muore dopo il parto, 4 medici condannati

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martedì 20 Dicembre 2022 - 15:12

Scagionati altri sei sanitari del Policlinico. Lavinia Marano spirò nel 2016 poco dopo aver dato alla luce il primo figlio

MESSINA – Si chiude con la condanna di 4 medici, e l’assoluzione di altri 6 sanitari, tutti allora in servizio al Policlinico, il processo per la morte di Lavinia Marano, morta a 44 anni nel 2016 poco dopo aver dato alla luce il primo figlio.

Il Tribunale ha condannato ad un anno Onofrio Triolo, Vittorio Palmara, Antonio Denaro e Roberta Granese. Assolti invece Tommasella Quattrocchi, Pasquale Vazzana, Rosario D’Anna, Serafina Villari, Angelina Russo Lacerna e Maria Grazia Pecoraro. L’Accusa lo scorso novembre aveva chiesto che venissero tutti condannati, ad esclusione del dottor D’Anna. I camici bianchi condannati e il Policlinico dovranno risarcire i familiari di Lavinia, il danno sarà quantificato con un apposito giudizio civile. Subito, invece, dovranno pagare 2 mila euro a titolo di spese legali.

Lavinia aveva dato alla luce Francesco alla fine di una giornata durante la quale tutto era andato liscio. Il piccolo stava bene e anche per la mamma all’inizio sembrava essere andato tutto bene, anche se, pur avendo scelto il parto naturale, ha dovuto optare per il cesareo. In nottata i malori, poi l’ultimo respiro in Rianimazione, all’alba della mattina dopo.

Le parti civili sono state assistite dagli avvocati Giovanni Caroè, Carola Flick, Nunzio Rosso e Franco Rosso. Nel collegio difensivo gli avvocati Carmelo Scillia, Maristella Bossa, Carlo Autru Ryolo, Diego Foti, Ettore Cappuccio, Francesco Rizzo, Giuseppe Carrabba.

4 commenti

  1. Vale così poco la vita di una giovane mamma?

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    1. Veramente è scritto che il risarcimento sarà stabilito in sede civile e noi che leggiamo le notizie non siamo giudici, non sappiamo le dinamiche precise e non possiamo entrare nel merito di condanne date quando il grado di giudizio non è stato completato. Inoltre l’accusa aveva chiesto 2 anni, già di suo, non ha chiesto di più. Vengono sempre indagate più persone in situazioni del genere, ma le indagini servono pure a garanzia di tutte le parti, non è che perché uno è indagato si trasforma in automatico in “malfattore”. Ci saranno stati errori, l’accusa ha fatto il suo e il tribunale ha dato la prima risposta. Si vedrà. Resta il dolore e dispiacere per la perdita e questa storia, purtroppo, dovrà ancora trovare in tribunale la sua verità assoluta

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  2. Io non mi sono permessa di dare sentenze!! Ho detto solo quello che penso… È assurdo morire dando alla luce un figlio… Se il giudice ritiene che siano colpevoli secondo me deve dare una sentenza più dura!! Ripeto è un mio libero pensiero, e rispetto le istituzioni

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  3. Il postoperatorio, per esperienza diretta, è sempre una fase delicata che merita il controllo ripetuto del tono dell’utero e delle condizioni emodinamiche.
    Vi sono situazioni impreviste e drammatiche .
    Ricordo ,tanti anni fa,una giovane madre con una metrorraggia da aborto passata alla mia osservazione con 60 di pressione arteriosa.
    Portata la pressione ad 80 fu effettuato il raschiamento.
    Succesivamente fu controllata per oltre un’ora in sala operatoria e sottoposta a trasfusione di emazie .
    Il monitoraggio pressorio continuò tutta la notte.

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