Casa di proprietà all'81.6 %, l'Italia segna il dato più alto dal 2012

Casa di proprietà all’81.6 %, l’Italia segna il dato più alto dal 2012

Redazione

Casa di proprietà all’81.6 %, l’Italia segna il dato più alto dal 2012

lunedì 15 Dicembre 2025 - 14:54

La rubrica settimanale di Confedilizia

L’81,6% degli italiani vive in una casa di proprietà, un record dal 2012. È un dato rilevante se si considera che la mobilità interna — cioè i trasferimenti da un punto all’altro del Paese — riguarda ormai 1,4 milioni di persone l’anno. Chi si sposta frequentemente tende infatti a vivere in abitazioni in locazione e non a comprarle. Nonostante questo, il numero dei proprietari continua a crescere. Un fattore determinante è l’invecchiamento della popolazione: la quota di italiani over65, fascia in cui la percentuale di proprietari è generalmente più alta, è in aumento, contribuendo così alla crescita complessiva dei proprietari.

Più proprietari soprattutto tra i giovani

Tuttavia, una lettura attenta dei dati Istat mostra che l’invecchiamento della popolazione influisce solo parzialmente. La percentuale di chi vive in una casa di proprietà è cresciuta in tutte le fasce d’età e, sorprendentemente, l’aumento più consistente riguarda i più giovani. Tra gli under 36, dal 2019 al 2024, la quota di proprietari è salita dal 60,2% al 64,6% (+4,4%), mentre tra i 35-44enni è passata dal 66,6% al 71,1% (+4,5%). Si tratta di una vera inversione di tendenza, dopo una lunga fase di calo della proprietà tra i giovani iniziata nei primi anni 2000. Non si è ancora tornati ai livelli di 20 anni fa, ma la tendenza sembra quella.

Al contrario, si è molto vicini ai numeri del passato nel caso di chi è più avanti nell’età e in particolare di chi ha più di 55 anni. Tra i 55-64enni a vivere in un’abitazione di proprietà è l’85,2%, una percentuale solo di pochi decimali inferiore a quella degli anni 2000, mentre nel caso degli over 65 è stato raggiunto un vero e proprio record mai toccato prima: il 90,7%.

Forse ancora più interessanti sono i cambiamenti che interessano, sotto questo aspetto, altri parametri. Negli ultimi anni c’è stato un netto aumento dei proprietari, maggiore di quello medio, tra chi ha uno o due figli, rispettivamente +4,5% e +3,9% tra il 2019 e il 2024, anche in questo caso con un’inversione di tendenza rispetto a quanto era accaduto tra gli anni 2000 e gli ultimi anni prima della pandemia.

La casa di proprietà non è più un lusso

I patrimoni dei tedeschi, dei francesi, degli inglesi e degli  spagnoli sono cresciuti più dei nostri
Non solo: l’incremento nello stesso periodo è ancora più significativo, del 7,7%, tra coloro che fanno parte del primo quintile di reddito, ovvero il 20% più povero della popolazione. Quanti tra questi vivono in una casa di proprietà sono arrivati al 61,9%, un dato che non si toccava dal 2009, a dimostrazione che possedere l’abitazione in cui si vive è sempre meno un’utopia.

Anche i dati geografici confermano l’aumento dei proprietari di casa. Tra il 2019 e il 2024 sono cresciuti di più nei comuni che l’Istat definisce periferia di area metropolitana, ovvero quelli che fanno parte della cintura delle grandi città: +5,7%. Anche nei centri delle metropoli italiane l’incremento è stato rilevante: +3,6%. Questo dimostra che possedere una casa non è più un sogno esclusivo, neppure per le famiglie meno abbienti che vivono negli hinterland delle grandi città. Fonte: Istat.

Spese condominiali a carico del conduttore, si possono chiedere direttamente al proprietario?

Il rapporto di locazione, essendo un rapporto obbligatorio, vincola solo le parti e non i terzi come l’amministratore, che rimane del tutto estraneo ai rapporti tra locatore e conduttore. Ciò significa che egli ha l’obbligo di richiedere ai condòmini il pagamento delle spese anche nel caso in cui l’unità immobiliare sia stata concessa in locazione. Stricto iure non spetta, infatti, all’amministratore provvedere a ripartire le spese tra condomino ed inquilino, salvo che simile incarico gli sia stato espressamente affidato dal proprietario del bene (cfr., in punto, Tribunale Bologna, sez. III, 08/01/2018).

Manutenzione del cancello elettrico nel cortile: paga anche chi non ha i box?

Solamente se il cancello elettrico è posto ad esclusivo servizio delle autorimesse di alcuni condòmini, coloro che non hanno il box e non utilizzano comunque il cortile non sono tenuti a concorrere alle spese di manutenzione, ai sensi del terzo comma dell’art. 1123 del Codice civile.(da Confedilizia Notizie)

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