Caso Fascetto, colpo di scena al processo per il "dossieraggio" del giudice

Caso Fascetto, colpo di scena al processo per il “dossieraggio” del giudice

Alessandra Serio

Caso Fascetto, colpo di scena al processo per il “dossieraggio” del giudice

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mercoledì 28 Settembre 2022 - 07:34

Un processo "da rifare" e uno da riunificare, per la magistrata catanese accusata di dossieraggio nei confronti di Riscossione Sicilia

MESSINA – Salta la prima udienza del processo al giudice catanese Maria Fascetto Sivillo, al centro del caso della tentata concussione ai danni di Riscossione Sicilia. Si tratta in questo caso di una indagine “parallela”, che convoglia gran parte delle indagini di molte delle presunte vittime della togata. Al primo giorno di dibattimento davanti al Tribunale di Messina (presidente Sciglio) l’avvocato Carlo Taormina che la difende ha chiesto che questo processo venga riunito a quello principale, che dovrebbe partire il prossimo 4 ottobre sempre davanti ai giudici messinesi. In attesa di conoscere la decisione del presidente del Tribunale su questa istanza, la Corte non ha potuto fare altro che rinviare tutto alla stessa data.

La riunificazione dei due procedimenti però non piace all’avvocato Giovanni Mannuccia, che assiste Riscossione. Per il legale i fatti contestati in quel processo non sono direttamente connessi e comunque temporalmente molto distanti.

Si tratta appunto del troncone principale, chiuso in primo grado con una condanna a 3 anni e mezzo e l’espulsione dalla magistratura per la togata originaria di Capizzi, accusata di tentata concussione nei confronti degli agenti di Riscossione, per convincerli a cancellare alcune procedure esecutive a suo carico. Condanna annullata dalla Corte d’Appello per un difetto procedurale, e “rinviata” al Tribunale. L’avvocato Taormina aveva impugnato in Cassazione l’annullamento, insistendo per l’assoluzione, ma la Suprema Corte aveva detto no ed il processo di primo grado è stato “rimesso in agenda” dal Tribunale di Messina proprio per il 4 ottobre prossimo.

Abuso d’ufficio, calunnia e diffamazione i reati contestati dalla Procura di Messina alla fine degli accertamenti, relativi in buona sostanza agli esposti che Fascetto aveva depositato nei confronti di vari soggetti con i quali si era scontrata e che l’avevano denunciata, come gli agenti che si erano visti ripresi dalla magistrata, pur essendo innocenti, perché avevano multato una sua parente. Esposti e discorsi pubblici, dove Fascetto dipingeva i suoi accusatori come impegnati in un complotto contro di lei. Riscossione è parte danneggiata perché , pur essendo stata ricusata, aveva trattato udienze dove l’ente compariva, da giudice dell’esecuzione del Tribunale di Catania.

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