Scontro in aula sulle Commissioni. Parisi: "Proporzioni sballate"

Scontro in aula sulle Commissioni. Parisi: “Proporzioni sballate”

Carmelo Caspanello

Scontro in aula sulle Commissioni. Parisi: “Proporzioni sballate”

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lunedì 30 Luglio 2018 - 22:48

Il segretario: "Nessuna anomalia". L'esponente di Ora Messina: "Invieremo l'atto all'assessorato, per noi non è legittimo". La dlibera esitata con 22 voti favorevoli e 7 astensioni

Scontro in aula sulla costituzione delle commissioni consiliari permanenti. Nel mirino la proposta di delibera del presidente del Consiglio Claudio Cardile, alla fine adottata dall’assemblea con 22 voti favorevoli e sette astensioni: quelle di Giandomenico La Fauci, Nicoletta D’Angelo, Salvatore Serra, Giovanni Scavello, Giovanni Caruso, Pierluigi Parisi e Claudio Cardile. Assenti Alessandro De Leo, Felice Calabrò e Dino Bramanti. Quest’ultimo era in Consiglio sino a qualche minuto prima della votazione.

La seduta, iniziata con 25 minuti di ritardo (la convocazione era per le 19) è stata stoppata dopo appena quattro minuti. Il tempo di esitare due verbali di precedenti sedute. La sospensione fa seguito all’intervento di Pierluigi Parisi (Ora Messina), il quale ha sollevato una serie di dubbi “sulla proporzionalità delle Commissioni. Chiedo 5 minuti per confrontarmi con la mia coalizione”. Vano il tentativo del presidente Cardile di spiegare i metodi adottato.

A buona parte della riunione partecipano il sindaco Cateno De Luca, il vice Mondello e l’assessore Musolino. Gesto apprezzato dal presidente per “il rispetto istituzionale, non essendoci all’ordine del giorno deliberazioni dell’organo esecutivo che richiedessero la presenza degli amministratori. I lavori si fermano alle 19,29 per poi riprendere alle 19,42. Cardile fissa per le 19,52 il termine per gli emendamenti e lo annuncia ai presenti. Al rientro in aula viene tacciato di “scorrettezza” da Parisi e Salvatore Serra (Bramanti sindaco) in quanto non sarebbero stati aspettati. I due chiedono di rivedere la registrazione della seduta. “Quando sono stati dati i termini per presentare gli emendamenti?” tuona Serra. “La registrazione – ribatte Cardile – la potete ascoltare al termine della riunione, ci sono testimoni che è stato detto con regolarità”. Scaramucce che si ripeteranno nel corso dell’assemblea.

GLI EMENDAMENTI

Due gli emendamenti e in entrambi i casi riguardano lo spostamento di colleghi dello stesso gruppo dalla settima all’ottava e dalla quinta alla sesta commissione. Ovvero Crifò e Zante (Fi), Mangano e Cipolla (M5S). Entrambi gli emendamenti sono passati con 29 voti favorevoli e un astenuto, ma il primo si è rivelato di fatto nullo in quanto Crifò faceva già parte della commissione alla quale si sarebbe dovuta trasferire. Si prosegue con l’atto deliberativo.

Parisi accende il dibattito. “Sono andato nella mia vecchia casa – esordisce sarcastico – a rispolverare il libro delle tabelline e il pallottoliere. Nel momento in cui ho fatto le equazioni, le proporzioni in seno alle Commissioni sono apparse tutte sballate. Invito in aula il dott. Bruno, il funzionario che ha firmato la delibera – prosegue Parisi – in quanto l’atto non è regolare e va rimodulato nella proporzionalità”. Immediata l’interruzione del presidente del consesso, il quale invita il consigliere a moderare i toni e andare cauto quando parla di regolarità degli atti.

IL SEGRETARIO: "NON CREDO CI SIANO ANOMALIE"

Il segretario generale Antonio Le Donne spiega che “è stata presa una decisione in conferenza dei capigruppo all’unanimità. Bisogna partire da li. Appare evidente – prosegue il segretario – che i calcoli siano stati effettuati sulla base dei consiglieri che non hanno altre funzioni se non quella propria del consigliere comunale. Ciò nasce da una interpretazione del Consiglio comunale, con atto deliberativo. Sul quale anche l’assessorato regionale in passato ha dato l’ok. Non credo ci siano anomalie nella proporzionalità. Fu accettato il criterio in base al quale i capigruppo svolgevano le proprie funzioni e il proprio incarico in commissione (senza partecipare al voto, ndr) e conferenza dei capigruppo, che era equiparata ad una commissione permanente. Se così non fosse, si dovrebbe fare un calcolo completamente diverso”. Serra riaccende lo scontro con il presidente sulla sospensione per gli emendamenti per poi chiosare: “Da quello che ho capito, il capogruppo non ha diritto al voto”.

LA PRASSI CONSOLIDATA

Il segretario parla di una “regola interna” che negli anni passati ha costituito un “esercizio integrativo del regolamento, secondo la quale i capigruppo partecipavano a tutte le commissioni ed erano componenti a tutti gli effetti della Conferenza dei servizi, equiparata a tutti gli effetti ad una Commissione. L’azzurro Vaccarino ricorda che “negli anni passati ci siamo battuti perché il capogruppo avesse diritto di voto. Siamo favorevoli a questa delibera”. Parisi sostiene che “se non ci sono i termini di proporzionalità si deve interrompere e riconvocare la conferenza dei capigruppo”. Il capogruppo del Pd Gaetano Gennaro invita il presidente “a procedere con la votazione perché l’argomento è stato ampiamente dibattuto e chiarito dal segretario. Chi non è d’accordo può votare contro. Se ci sono questioni politiche, bene, tiriamole fuori. Altrimenti lasciamo stare quelle giuridiche”.

Alle 21 si vota. La delibera viene esitata positivamente con sette astenuti. Polemiche finite? Nemmeno per sogno. “In questa delibera – ribadisce Parisi – si evince nero su bianco che i capigruppo hanno gli stessi diritti e doveri degli altri componenti. Compreso il diritto di voto. Invieremo l’atto all’assessorato agli enti locali perché a nostro avviso è illegittimo”.

Carmelo Caspanello

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