"Chi è povero muore", le vittime del sistema sanitario pubblico

“Chi è povero muore”, le vittime del sistema sanitario pubblico

.

“Chi è povero muore”, le vittime del sistema sanitario pubblico

Tag:

. |
mercoledì 28 Giugno 2023 - 11:00

Il contributo di un lettore. Un'attenta analisi ci racconta la storia, la ricchezza, la povertà, l’economia di un popolo e la qualità della sua classe politica nel tempo

Pubblichiamo la riflessione del dottor Stefano Nicolosi, gà consulente per la progettazione di strutture sanitarie complesse, mentre il tema della medicina territoriale è sempre più attuale.

Le vittime del sistema sanitario


Quando ero molto giovane, alla fine degli anni ’60, sono andato a trovare in ospedale un mio carissimo amico, un anziano sacerdote al quale ero molto legato. Mi sono ritrovato dentro uno stanzone con 50 letti, una rappresentazione del degrado, della promiscuità e della assoluta mancanza di rispetto per la dignità umana. Una cosa non ho mai dimenticato: i pazienti erano tutti poveri! E di fronte allo stanzone una porta ben messa con su scritto: 6 stanze paganti.

Oggi la situazione della sanità pubblica sembra migliorata ma dopo un periodo di relativa qualificazione è di nuovo al fallimento. Bene le manifestazioni come quella del 24 giugno a Roma per finanziare e ristrutturare la sanità, ma vi è un dramma che si consuma nel silenzio, contornato da una rimozione collettiva: l’aggravarsi e successivamente il decesso di quanti non hanno potuto fare i controlli necessari per la loro malattia a causa delle lunghissime attese nelle liste del Servizio sanitario, e dell’impossibilità di ricorrere alle strutture private per i costi insostenibili.

In sostanza  e senza tanti giri di parole: chi è povero muore! Ma pochi ne parlano e ne scrivono lasciando nella solitudine le vittime di un vero e proprio discrimine sociale. La classe politica nazionale e soprattutto regionale non solo tace, ma nelle pieghe dei vari provvedimenti nasconde un rafforzamento delle strutture private che hanno un costo maggiore di quelle pubbliche.

La Regione Sicilia, in particolare, accelera, punta sui privati e testualmente sostiene: “Il ruolo della specialistica erogata da strutture private accreditate va potenziato”. La mancanza di personale è diventata paralizzante di tutte le attività ambulatoriali ed ospedaliere, ma non vi è ombra di concorsi, tranne la “ defatigante attività”  per la nomina di nuovi Primari.

L’alternativa, in molti casi, è la rinuncia tout court alle cure mediche. Un dato crescente: nel 2019 circa l’8 per cento dei cittadini dell’Isola diceva di aver rinunciato a cure di cui aveva bisogno il dato cresce nel 2021 e si attesta al  10 per cento, nel 2022 si stima che il dato salga al 13 per cento.

Si viola ogni giorno l’articolo 32 della Costituzione, secondo cui è la Repubblica a dover tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.

Il sistema delle convenzioni tra Ssn e regionale  e sanità privata, riproduce fedelmente il meccanismo del crearsi delle lunghe attese, viceversa se paghi la prestazione ti viene erogata nel giro di qualche settimana se non giorni. Se poi  vuoi saltare la fila chiedi la prestazione in intramoenia e paghi l’onorario normale del medico.

Ma se non ti puoi permettere nessuno dei percorsi sopradescritti, sei destinato all’aggravarsi della patologia e quando arrivi alla visita dopo la fila può essere già troppo tardi! Una visita per diabete di secondo grado prenotata presso il numero verde dell’Asp di Messina alla fine di Gennaio 2023 è stata calendarizzata al febbraio 2024.

Le ragioni del default del sistema sanitario nazionale

La pandemia ha reso evidenti tutte le disfunzioni del Ssn; la salute degli italiani e le sue prospettive si sono compromesse. Ciò risulta:

  • dal calo delle visite specialistiche e di controllo (con un peso elevato soprattutto sulle cronicità);
  • dalla riduzione, nelle strutture sanitarie travolte da fenomeno pandemico, della presa in carico e della continuità assistenziale per i pazienti con patologie acute e croniche;
  • dal rinvio di attività chirurgiche programmate e ambulatoriali. Questa criticità riguarda in particolare i ricoveri ospedalieri per patologie a elevato impatto sociale quali: protesi d’anca, somministrazione di chemioterapia in regime di RO e DH, assistenza per i pazienti diabetici, trattamento dell’infarto miocardico acuto e della malattia polmonare cronica ostruttiva (Bpco ).

È in sostanza peggiorata la tempestività di certe prestazioni, con probabili ripercussioni sulla salute e la qualità della vita degli anziani.

Riduzione delle visite specialistiche

I dati parlano chiaro, si sono ridotte le visite specialistiche. Infatti, se nel 2019 sono state erogate circa 34 milioni e 600 mila prime visite, nel corso del 2022, le prime visite sono diminuite di circa il 45% .

Visite di controllo

Nel 2019, sono state erogate circa 32 milioni e 700 mila visite di controllo. Nel 2022, anche le visite di controllo sono diminuite a circa 22 milioni e 500 mila.

E’ di comune buonsenso ritenere che rimandare una visita può ritardare una diagnosi e una cura, amplificando il rischio di progressione della malattia e di complicanze”.

Ricoveri e interventi programmati

I tassi di ospedalizzazione per le malattie ischemiche del cuore nel 2022 sono calati complessivamente di un quarto rispetto al 2019.

I ricoveri per le malattie cerebrovascolari nel 2022 sono calati complessivamente rispetto al 2019, sia negli uomini (419,3 ricoveri per 100mila uomini nel 2023 vs 556,3 per 100milanel 2019) che nelle donne (307,7 ricoveri per 100mila donne nel 2022 vs 401,3 per 100mila nel 2019).

La sanità pubblica è al collasso ed il taglio delle risorse alla sanità previsto nel Def prosegue: dal 7% del Pil nel 2022 al 6,2% del 2025.

Dismesso il diritto alla salute

In modo speculare la rivalutazione delle pensioni in rapporto all’inflazione è stata tagliata del 56,67%.

Il taglio delle risorse previsto nel Def, Documento di economia e finanza, e il taglio del recupero dell’inflazione sulle pensioni colpisce in particolare il Mezzogiorno, dove l’impianto pensionistico è caratterizzato dalla gestione agricola e da pensioni nettamente più basse che altrove.

E’ qui il punto di contatto fra servizio sanitario pubblico e povertà. Nel 2022 si stima che 5 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi perché non se lo possono permettere poichè al di sotto della soglia di povertà o con redditi incapienti rispetto il costo delle cure. Nel 2023 tale tendenza ha continuato a confermarsi.

Dai lavoratori con salari bassi ai pensionati si è creato un ceto sociale che ha dismesso il diritto alla salute, il ricorso alle strutture private è per loro inaccessibile!

La dismissione del Servizio sanitario nazionale non conosce tregua

Le conseguenze in termini di salute di tutto questo, ancora non si è manifestato in tutta la sua dimensione ma il dilagare degli effetti si paleseranno nei prossimi anni.

Vi è un dato che andrebbe correttamente interpretato il numero dei decessi in Italia per anno (fonte Istat):

  • 2019 decessi totali 642.050
  • 2020 decessi totali 746.146
  • 2021 decessi totali 709.035
  • 2022 decessi totali 713.499
  •  2023 decessi totali  (fine aprile) 230.384

La sovramortalità dovuta alla pandemia dal 24/2/2020 sino al 28/11/2022 (data dalla quale il Governo Meloni ha interrotto il Flusso informativo) sarebbe di 182.783 con una media del 8,1% nel 2020, del 9,7% nel 2021, del 1,1% nel 2022.

Orbene nel 2020 e nel 2021 sul totale incidono i decessi per Covid, ma nel 2022 e 2023 cosa produce il numero totale dei decessi, in relazione alla marcata diminuzione dei morti per covid?

La risposta è nei numeri: vi sono stati più decessi di anziani e di quanti non si sono potuti curare o hanno rinunciato a curarsi per ragioni economiche, per le insopportabili attese imposte dalle liste!

A supporto di quanto sopra si riportano alcuni costi medi dei principali accertamenti:

Costi per le principali prestazioni sanitarie in Sicilia e Calabria (rilevazione al 15 Maggio 2023)

  • Elettrocardiogramma:

Privato Costo medio €. 50,50

IntraMoenia €.48,00

Servizio sanitario Nazionale costo del Tiket €. 20,00

  • Ecografia addome completo

Privato Costo medio €. 145,00

IntraMoenia €. 110,00

Servizio sanitario Nazionale costo del Tiket €.45,00

  • Gastroscopia

Privato Costo medio €. 570,00

IntraMoenia €. 285,00

Servizio sanitario Nazionale costo del Tiket €. 50,00

  • Visita Ginecologica

Privato Costo medio €. 110,00

IntraMoenia €. 150,00

Servizio sanitario Nazionale costo del Tiket €. 35,00

  • Risonanza magnetica colonna (tratto lombo-sacrale)

Privato Costo medio €. 400,00

IntraMoenia €. 300,00

Servizio sanitario Nazionale costo del Ticket €. 50,00

E’ del tutto evidente che i costi di cui sopra sono proibitivi per i soggetti al di sotto della soglia della povertà, che, in Sicilia e Calabria, è pari a 964,92 euro.

Ridimensionamento del servizio sanitario nazionale

La pandemia ha avuto, infine, effetti rilevanti sulle prestazioni ospedaliere. Dal 2013 al Febbraio 2023 sono stati chiusi 115 ospedali e 118 Pronto soccorso, nei nosocomi ci sono 31mila dipendenti in meno.

Nello stesso arco di tempo sono stati tagliati 39.500 posti letto.

Nelle strutture ospedaliere mancano al 31 Marzo 2023 oltre 29mila professionisti sanitari.

Tra ospedale e territorio, mancano più di 21.900 medici: 4.700 nei pronto soccorso, 11mila nei reparti ospedalieri, 6.200 medici di medicina generale.

Dottor Stefano Nicolosi
Già consulente per la progettazione di strutture sanitarie complesse

Articoli correlati

3 commenti

  1. C’è poco da commentare,questa e la realtà che anche io ho avuto esperienza . Da un anno sono in cura per un tumore della pelle che con le cure non ho risolto niente, ero prenotato per l’ennesima visita a maggio è stata rinviata a giugno adesso a luglio per mancanza del medico presso un ospedale centrale cittadino.

    2
    0
  2. Chiunque ha a che fare con il servizio sanitario regionale ormai sa a cosa si va incontro quando si è malati davvero. Ricordarselo quando si vota.

    1
    0
  3. Alla luce di tutto ciò possiamo ancora dire che la sanità è gratuita ? arrivati a questo sfacelo meglio privatizzare, un’assicurazione ed almeno ti visitano in tempi veloci.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007