Cicero: "Il mio fagotto per raccontare gli inizi di Paolo Villaggio"

Cicero: “Il mio fagotto per raccontare gli inizi di Paolo Villaggio”

Marco Olivieri

Cicero: “Il mio fagotto per raccontare gli inizi di Paolo Villaggio”

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lunedì 11 Marzo 2024 - 07:36

Il musicista, messinese d'adozione, è stato scelto come solista per il film tv Rai "Com'è umano lui". E ora sogna una rivoluzione artistica nelle periferie

MESSINA – Suona il fagotto, è messinese d’adozione ed è direttore artistico della Filarmonica Laudamo. Antonino Cicero ha suonato come solista per la colonna sonora di “Com’è umano lui”, prossimamente su RaiUno. Con la regia di Luca Manfredi, e l’interpretazione di Enzo Paci, il film tv racconta il giovane Paolo Villaggio, nella Genova degli anni Cinquanta. Al suo fianco l’amico Fabrizio De André e in primo piano il suo percorso artistico e umano. Il tutto fino all’esplosione come comico tra la radio e la televisione, in un crescendo, dalla fine degli anni Sessanta al 1975. Dai personaggi del professore Franz e di Fracchia fino all’eterno ragionier Fantozzi, prima figura letteraria e poi immortalata al cinema.

Ma come è stato, per Cicero, vivere quest’esperienza? Risponde l’artista: “Sono stato felice di partecipare a questo film perché il mio fagotto ha una funzione importante nel racconto per immagini. Le musiche sono di un grande artista, Paolo Vivaldi, ed è stato proprio lui a chiamarmi per registrare un brano di rilievo nella storia. Al centro della scena c’è un attore e comico della levatura di Villaggio. Un personaggio notevole. Da parte mia, sono contento e orgoglioso di entrare in un pezzo di storia. Mi lusinga molto e sono sicuro che sarà un successo”.

“Non c’è un progetto culturale nelle periferie”

Cicero è in piena attività concertistica, reduce da numerosi momenti musicali, da Messina a Mantova, e presto comunicherà le date di luglio. Ricorda l’artista: “Ho l’impegno settimanale della Filarmonica Laudamo, come direttore artistico, e respiro sempre musica, rimanendo in contatto con le persone. Soprattutto non smetto mai di studiare”. Nello stesso tempo, coltiva pure un’attenzione alla realtà politica e sociale.

“La cultura si fa tutto l’anno e deve arrivare ovunque”

Sottolinea il musicista: “Le periferie, a Messina come in altre città del sud, sono abbandonate. Non c’è un progetto culturale. Non si progettano più teatri, ludoteche, contenitori culturali, che nelle periferie potrebbero essere una grande risorsa anche sul piano dell’arricchimento umano. Serve una regia politica per arrivare lì in modo capillare, coinvolgendo le associazioni culturali. Associazioni che sono tante, a Messina, e che svolgono un bellissimo lavoro. Ma c’è bisogno della politica, della sua regia, per poter fare squadra tutti insieme. Si possono recuperare tanti ragazzi, privi di punti d’aggregazione. La cultura deve arrivare ovunque: la musica, il teatro, gli spettacoli itineranti. Ma sempre e non solo nei periodi natalizi ed estivi. La cultura si fa tutto l’anno. Così facciamo noi, come Filarmonica Laudamo”.

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