Come si è "ristretta" Messina nella sua decrescita non felice

Come si è “ristretta” Messina nella sua decrescita non felice

Marco Olivieri

Come si è “ristretta” Messina nella sua decrescita non felice

lunedì 04 Settembre 2023 - 07:32

Una città sempre più svuotata, come certifica la relazione annuale del sindaco Basle. Si tratta di una sfida decisiva per amministrazione e forze politiche

MESSINA – Ci siamo “persi” i messinesi. A Messina non ci sono opportunità lavorative, o sono troppo poche, e andare via spesso non è una scelta. È una necessità. E, per il periodo luglio 2022-giugno 2023, nella relazione annuale del sindaco Federico Basile, c’è l’identikit di una città che si svuota sempre di più. Anziana e dai numeri problematici. Si legge nel documento: “A Messina, al 31 dicembre 2022, la popolazione calcolata Istat risulta essere pari a 224.007 abitanti, di cui 107.545 maschi e 116.462 femmine in costante decremento, -2.433 abitanti (1.086%) rispetto al 2021 e -18.260 unità (-7,54%) dall’anno 2012”.

Una decrescita non felice. In sostanza, come certifica la relazione, “la città è sempre più vecchia con un incremento, nell’anno 2022, della popolazione in età senile del +9,78% rispetto all’anno 2012. Il 23% circa della popolazione ha più di 65 anni, mentre quelli con più 85 anni rappresentano il 3,12% della popolazione, in prevalenza residenti nel centro storico. L’età media generale sale a 46,65 dai 44,8 anni del 2019”. Ed è costante la diminuizione delle nascite: “Il numero di nati nell’anno 2022 registra il valore più basso degli ultimi anni”.

Manca il ricambio lavorativo

Continua la relazione del primo cittadino: “A Messina nel 2022 si segnala un indice di dipendenza pari al 57,4% a indicare che 100 individui in età attiva. oltre a mantenersi essi stessi, ne “mantengono” altri 57 circa. L’indice di ricambio, che misura il rapporto tra coloro che stanno per lasciare, a causa dell’età, il mondo del lavoro e coloro che stanno per entrare, nel 2022, è di 150, a significare che quelli che escono sono circa il 50% in più di quelli che entrano nel mondo del lavoro”.

In più di dieci anni, in base all’Istat, Messina ha perso 25mila abitanti. Numeri da record, in uno svuotamento che investe tutto il territorio metropolitano, con un altissimo tasso di disoccupazione giovanile. Negli ultimi dodici anni sono andati via dalla Sicilia circa 310.000 abitanti. Di questi, circa 35.000, con un’età compresa tra i 18 e i 39 anni, hanno lasciato la provincia di Messina.

Come ha più volte ricordato il segreterario della Cgil di Messina, Pietro Patti, “Messina è il Comune con il più basso tasso di occupazione (attorno al 36%) tra le grandi città d’Italia. In riva allo Stretto il tasso di occupazione fra gli uomini di età compresa fra i 15 e i 64 anni si assesta al 50%, quasi il doppio di quello delle donne, fermo al 28%. Ma il dato ancora più preoccupante è rappresentato dal 46% dei cosiddetti neet, i giovani dai 15 ai 34 anni che non lavorano, non studiano e non cercano occupazione”.

Una sfida decisiva per amministrazione comunale e forze politiche

Si tratta di una sfida decisiva per amministrazione comunale e forze politiche regionali e nazionali. Occorre creare il lavoro in questa terra. E politica, sindacati e imprese devono agire e ideare insieme nell’ottica di porre le premesse per invertire la rotta, in una visione d’insieme che valorizzi le potenzialità del Meridione.

Fiscalità di vantaggio, Zes (Zone economiche speciali), formazione e occupazione, riapertura di negozi e botteghe a prezzi non proibitivi, imprese digitali, investimenti massici in servizi e infrastrutture, progettazione europea, burocrazia e amministrazioni all’altezza dell’impegno: serve un piano straordinario e la politica locale e regionale deve incalzare il governo. Senza il sud, l’Italia non riparte. Occorre una programmazione decennale ma con risultati già nell’immediato. O ora o mai più.

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10 commenti

  1. Ogni anno in città sempre statistiche.
    I “giovani” preferiscono andare via, perché i sacrifici per dedicarsi a formazione, lavoro, famiglia, qui a Messina significano solo anni buttati via. Non c’è prospettiva di realizzazione.
    Manca un approccio serio e professionale, da parte di molti.
    E vanno via, non sempre per condizioni eccellenti, va detto, ma preferiscono comunque impegnarsi fuori sapendo di potere crescere nel tempo.
    Inoltre manca l’idea di futuro, chi amministra spesso pensa al voto di oggi e non al benessere della popolazione ( che non viene coinvolta).
    Manca l’idea di futuro alle persone, ormai quasi rassegnate.
    PS: ricordo che in città c’era la marina militare più presente, la banca di’Italia, una fiera Internazionale, e altre realtà attrattive, ormai perse.

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    1. Non tenere in considerazione gli 11 no like perché sono al servizio di qualcuno.

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  2. messina non esiste più è morta ma non da ora da tanto tempo ed il ponte semmai ci sarà darà il colpo finale

    questo hanno voluto i messinesi e questo hanno ottenuto

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  3. È giusto che il giornalista inviti alla speranza ma la realtà è tristissima e drammatica. La politica nazionale ha il suo bel da fare dopo le facili promesse elettorali, la politica regionale è sempre litigiosa e poco produttiva, l’amministrazione locale non riesce a liberare la costa sottratta alla pubblica fruizione per farne insediamento di attività turistiche che creano migliaia di posti di lavoro. Mi dispiace ma è così.

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  4. Ma che cosa sarebbe una programmazione decennale con risultati immediati? Un piano straordinario di cosa? Senza sud l’Italia non riparte, ma che vuol dire??? Queste sono parole in libertà, argomenti da bar

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  5. Da buona città di passaggio il lavoro viene dato alla Polizia municipale specialmente nell’esodo e contro esodo non c’è niente da fare.
    Non esiste una politica del lavoro a Messina che pure avrebbe tutte le carte in regola per non prendere i suoi giovani a calci nel sedere ma non con i suonatori di clacson e con gli amministratori scelti dai suonatori.

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  6. Si aggiunga che nel tempo e per colpa di politici messinesi non capaci o interessati ad altro, Messina è stata deprivata di importantissimi servizi che rappresentavano anche occupazione. Spesso a tutto vantaggio della costa ionica. Arsenale, eventi/spettacoli fieristici traslocati a Taormina, Centro SPOKE a Catania, Comando Marina M ad Augusta (oggi soppresso), aeroporto dello Stretto (RC) mai …decollato, i presidi sanitari sempre più ridotti anche nelle ASL della provincia e tanto altro. I politici Messinesi non ci rappresentano né a livello regionale né a livello nazionale, basti pensare ai messinesi passati alla Lega. Inutile negarlo, non si possono affidare gli interessi del sud ad un partito che accaparra solo per il nord, né ad un governatore catanese o palermitano gli interessi di Messina. Infatti, nei bilanci regionali, a Messina (e non sempre) solo briciole…

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  7. A Missina non c’è nenti cit.
    Non credo che la politica riuscirà a fare qualcosa per frenare questa emorragia.
    L’unica sarebbe riuscire a creare occupazione ma è impossibile con una classe imprenditoriale di livello basso come la nostra e con le grosse aziende che non vogliono venire ad investire.
    Sono uno di quelli che sono andati via e nonostante non sia diventato ricco almeno vivo decentemente al nord.

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  8. Sono oltre 30 anni, che si discute della stessa storia.
    Esisteva un PRG che dava opportunità di sviluppo già 30 anni orsono…. compresi i porticcioli turistici. Risultato? ZERO!
    Esiste anche un Piano Territoriale Provinciale approvato. Risultato? ZERO!
    Circa 28 anni orsono ho evidenziato la via da seguire per togliere i TIR dalla città (ascoltato dopo 15 anni con l’approdo a Tremestieri che avevo indicato).
    Ho anche scritto in una relazione registrata e depositata in merito a cosa si doveva fare della Fiera….. ancora non lo si è capito e si parla solo di aree a verde. Mi dispiace ma avete tutti una limitazione mentale e quindi la programmazione decennale di cui parlate è aria fritta. Fare economia e progammazione è impossibile se, per quanto mi risulta, il PRG è affidato ad incompetenti del Comune che parlano di piano Regolatore a costruibilità zero. Conseguenzialmente la città si svuota è ovvio. Anche il sottoscritto è dovuto emigrare ed ha tutte le soddisfazioni lavorative che non ho avuto a casa mia, nella mia città….. Vengo ascoltato ed i miei consigli si traducono subito in opportunità di lavoro per la nazione dove oggi lavoro. Vi suggerisco di far fare il Piano Regolatore a Renzo Piano e di seguire esattamente le sue indicazioni se volete che la Città Risorga nei prossimi 20 anni…. così come lo è stato per Genova ed altre città sparse per il pianeta! Purtroppo e per colpa vostra questi sono i tempi tristi che ci attendono. Quanto al ponte, pur condividendo quasi in toto le azioni dell’attuale governo , sono totalmente in disaccordo con la costruzione del Ponte. Sarà una vergognosa ulteriore mazzata alla città, ai messinesi ed all’ambiente. Quando vedo le pile del ponte sul plastico, da tecnico, da ingegnere, penso immediatamente all’impianto di cantiere che dovrà occupare decine e decine di ettari, solo per gli impianti di produzione del calcestruzzo, allo stoccaggio delle armature, alla movimentazione del materiale di scavo. Uno scempio che non viene mai menzionato, per far credere alla gente che il ponte si esegua come se fosse già realizzato… come si vede sul plastico. Ulteriori risorse destinate allo scempio. Risorse all’italiana!

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  9. Fate rientrare i messinesi che possono lavorare da remoto. Trovate voi il modo.

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