Con il talento di Kainrath e Semykras un viaggio musicale in tre epoche

Con il talento di Kainrath e Semykras un viaggio musicale in tre epoche

Giovanni Francio

Con il talento di Kainrath e Semykras un viaggio musicale in tre epoche

lunedì 05 Maggio 2025 - 06:30

La Sonata per violino e pianoforte è stata in cartellone al Palacultura per l'Accadema Filarmonica di Messina

Due giovani artisti, Julian Kainrath al violino e Dmytro Semykras al pianoforte, per la stagione musicale dell’Accademia Filarmonica, hanno proposto sabato scorso, al Palacultura, un programma che abbraccia tre epoche diverse, il Barocco, il Romanticismo del secondo periodo beethoveniano e il post romanticismo, eseguendo tre Sonate per violino e pianoforte: la Sonata in do minore per violino e basso continuo di Francesco Geminiani, la Sonata in sol maggiore op. 30 n. 3 di Ludwig Van Beethoven e la Sonata n. 3 in do minore di Edvard Grieg.

Ascoltando il primo brano eseguito, la Sonata in do minore per violino e basso continuo di Geminiani, ci si rende conto che sia davvero un peccato che questo grande musicista del nostro barocco sia così poco frequentato nelle sale da concerto. La Sonata fa parte di un gruppo di dodici sonate composte nella prima metà del Settecento (Op. 4), per violino e basso continuo, all’epoca eseguite naturalmente con il clavicembalo. In quattro movimenti: Largo; Allegro; Largo; Allegro, la Sonata ha carattere drammatico e severo nel primo tempo, mentre il secondo Largo ha un andamento più pastorale. I movimenti veloci sono invece caratterizzati da uno spiccato virtuosismo nella parte dedicata al violino, in particolare nell’ultimo tempo, mentre il pianoforte ha il compito di accompagnamento proprio del basso continuo. Una Sonata di mirabile perfezione, alla quale la tonalità minore conferisce un pregevole carattere intenso e concitato.

Gli ottimi artisti, che hanno dato vita ad una eccellente performance, hanno poi eseguito la Sonata in sol maggiore op. 30 n. 3 di Ludwig Van Beethoven. Si tratta dell’ottava sonata per violino e pianoforte del compositore tedesco, l’ultima delle tre sonate dedicate ad Alessandro I di Russia. La Sonata presenta due movimenti estremi molto concitati e ritmati, il primo – Allegro assai, caratterizzato da un tema irruento, quasi violento, all’unisono, con il quale inizia la sonata, alternato da un tema più lirico, ove comunque prevale l’elemento ritmico, ed un terzo movimento – Allegro vivace, che costituisce un vero e proprio moto perpetuo, ricco di vitalità. Il movimento centrale, – Tempo di minuetto, ma molto moderato e grazioso – non ha nulla del tradizionale minuetto settecentesco, e l’indicazione di Beethoven “ma molto moderato e grazioso” ce lo fa capire subito: infatti si tratta di un canto esteso, dolce e affettuoso, basato su un tema intriso di malinconia, tipicamente beethoveniano, più assimilabile ad un adagio che ad un minuetto.

Nella seconda parte del concerto è stata la volta della Sonata n. 3 in do minore di Edvard Grieg. La sonata di Grieg, l’ultima delle sonate per violino e piano composte dal musicista norvegese, si può considerare senz’altro il suo capolavoro nell’ambito della musica da camera. Finita di comporre nel 1887, è un’opera della maturità dell’artista, il quale aveva già scritto il celeberrimo Concerto in la minore per pianoforte e orchestra, e lo testimonia la ricchezza di temi melodici, la severa costruzione formale ove si inseriscono con naturalezza gli spunti nazionali nordici, sempre presenti nella sua musica. Molto intenso il primo movimento – “Allegro molto ed appassionato”, dal carattere drammatico, più lirici e sereni gli altri due movimenti – “Allegretto espressivo alla romanza” e “Allegro animato” – ricchi di contrasti, ove prevale però sempre l’elemento melodico.

Davvero pregevole l’interpretazione dei due giovani musicisti, che hanno dimostrato innanzitutto un eccezionale affiatamento. Eccellenti sia dal punto di vista tecnico che interpretativo, hanno affrontato mirabilmente tre brani impegnativi e di epoche così diverse, sempre in armonia fra di loro, senza che uno strumento prevalesse mai sull’altro. Julian Kainrath e Dmytro Semykras hanno strappato fragorosi applausi del pubblico presente, visibilmente soddisfatto, al quale hanno concesso un raffinatissimo bis: “Beau soir” di Claude Debussy, un Canto per voce e pianoforte, ove la voce è stata sostituita dal violino.

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