Reflui nell’Alcantara, nessuna colpa degli amministratori

Si chiude col proscioglimento di tutti gli indagati l’udienza preliminare scaturita dagli accertamenti sui reflui nelle acque del fiume Alcantara, rilevati dagli uomini della Forestale tra il 2012 e il 2014.

L’inchiesta convinse la procura di Messina ad imputare i tre presidenti pro tempore del Consorzio di gestione del depuratore consortile di zona che serve i comuni di Taormina, Castelmola, Letojanni e Giardini Naxos, cioè Andrea Raineri, Giuseppe Manuli e Rosario Carpita.

Il PM Antonio Carchietti, titolare del fascicolo, aveva chiesto il rinvio a giudizio anche per il presidente del Cda Giuseppe De Pasquale e i responsabili tecnici del Consorzio, Stefano Codevilla e Gatano Manganaro.

La Forestale e i tecnici dell’Arpa monitorarono a campione le acque nei pressi del depuratore, scoprendo reflui sopra i livelli di guardia. Ma il giudice per l’udienza preliminare Salvatore Mastroeni ha "scagionato" il Consorzio dalle accuse di danneggiamento, deturpamento di habitat in zona protetta e omissione d’atti d’ufficio, prosciogliendo tutti dopo aver ascoltato i difensori.

Il collegio dei legali – composto dagli avvocati Elena Florio, Ugo Colonna, Natale Arena e Fabio Aniele – ha battuto in particolare sulla circostanza che il superamento dei livelli di guardia è avvenuto sporadicamente rispetto al periodo contestato, soprattutto nei mesi estivi – quando la popolazione della zona quadruplica –. Agli atti, infine, la decisione del Tar di Catania che ha autorizzato lo scarico.