Coronavirus. "Chiuso il nostro ristorante a Londra. Tornati a casa il sindaco di Lipari non ci vuole"

Coronavirus. “Chiuso il nostro ristorante a Londra. Tornati a casa il sindaco di Lipari non ci vuole”

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Coronavirus. “Chiuso il nostro ristorante a Londra. Tornati a casa il sindaco di Lipari non ci vuole”

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martedì 31 Marzo 2020 - 09:10

L'odissea di Valentina. L'Ambasciata autorizza il viaggio dopo la chiusura del ristorante. Ma il sindaco di Lipari vieta il rientro a casa. "Grazie ai carabinieri siamo tornati"

Di seguito l’amaro racconto di Valentina Marino, e dell’odissea per tornare a casa, la sua Lipari, dopo essere stata costretta a chiudere il ristorante a Londra.

La mia odissea

Sarebbe bello poter iniziare questo racconto con un c’era una volta oppure con un “accadde un giorno”. Invece no. Quello che scrivo è tutto qui, in questo tempo, in questo presente che pesa come un macigno.  Se dovessi dare un colore a questo momento sceglierei sicuramente il nero e il verde. Il primo per rappresentare quel “buio” che ormai da qualche tempo ammanta la comunità di Lipari e di cui io faccio parte, e il secondo ( il verde) per esprimere l’atteggiamento bilioso dei miei compaesani.

Quel nemico invisibile

È vero, ai tempi del Coronavirus, tutto è diventato più difficile. Siamo divorati dalle preoccupazioni, guardiamo con tenerezza i nostri figli, nipoti e ci chiediamo a quale futuro li stiamo consegnando. Sarebbe logico, tuttavia, sentirci tutti più vicini, uniti nel combattere questo “nemico” comune che non conosce confini. Eppure, quello che è accaduto a me e alla mia famiglia, ha tutto un altro “sapore”.

Il nostro ristorante a Londra

Siamo eoliani, precisamente di Lipari”. Questa è la frase che, instancabilmente e fieramente, abbiamo ripetuto di più negli ultimi due anni, nel nostro piccolo ristorante nel centro di Londra. Una parete intera abbiamo dedicato alle Eolie. E a tutti i clienti che rimanevano incantati dalla bellezza di quei luoghi rappresentati in quelle foto, Fabrizio e io, con lo sguardo trasognato, raccontavamo della magia delle isole Eolie, di queste sette sorelle, patrimonio dell’umanità, dove il tempo sembra essersi fermato.

Lipari è casa nostra

Il precipitare degli eventi ci ha costretto a chiudere l’attività. Abbiamo iniziato a guardare con crescente preoccupazione la nostra permanenza a Londra. Tutte le sere ascoltavamo le angoscianti dichiarazioni dell’eccentrico Primo ministro inglese che, candidamente, ammetteva che il sistema sanitario inglese non avrebbe saputo e potuto curare tutti. Così, una sera di marzo, in preda alla paura, soprattutto per i nostri due bimbi, abbiamo deciso di “tornare a casa”. Sì, perché per noi questa isola è anche casa nostra.

L’Ambasciata autorizza il rientro

Tramite l’ambasciata abbiamo organizzato il nostro viaggio di rientro, così come previsto dal Ministero degli Esteri. Il 25 marzo, con un volo Alitalia, siamo giunti a Roma, dove in un aeroporto semi deserto e dall’atmosfera rarefatta, abbiamo effettuato i nostri primi controlli. Nonostante il momento, eravamo felici, ci sentivamo più al sicuro, iniziavamo a respirare “ aria di casa”: la nostra lingua ritrovata, lo sguardo compassionevole degli uomini della Polizia di stato che, con grande calore , non hanno esitato a darci il loro Benvenuto.

“Il sindaco blinda Lipari”

Ma la sorpresa più amara doveva ancora arrivare. E ce l’ha riservata il pregiatissimo sindaco di Lipari. Aduso a prendere decisioni di pancia, decide ( misconoscendo quanto prevede il ministero degli Esteri) che Lipari non può accoglierci. A suo dire, mancano i requisiti che consentono di fare rientro sull’isola. Vani sono i tentativi di spiegargli che ne abbiamo tutti i diritti, stante le dovute precauzioni e procedure che sappiamo di dover mettere in atto. Ma niente. E’ una guerra personale la sua. Quella stessa che fomenta tutti i giorni nella sua diretta dove, invece di infondere sicurezza , serenità, fomenta le paure dei suoi concittadini che ormai, preda anche loro di istinti primordiali, vomitano quotidianamente sui social i peggiori improperi. Ma si sa, il pesce puzza dalla testa, e quella del comune di Lipari è senza speranza.

Grazie ai Cc siamo tornati

Così il nostro primo cittadino, dal momento del nostro paventato arrivo a Lipari inizia a snocciolare tutta la sua pochezza: vieta all’agenzia marittima a Milazzo ( servizio regionale e NON comunale) di emettere i biglietti. Decidiamo di chiamare i carabinieri. A quel punto ci fanno partire. Non contento, con orgoglio e sorriso beffardo, durante un’intervista rilasciata ad un giornale locale afferma di averci denunciato all’autorita’ giudiziaria ( ancora non abbiamo capito per cosa!) e minaccia di prendere ulteriori duri provvedimenti in futuro. Poveretto, pensiamo noi, prima o poi se ne farà una ragione.

E l’umanità?

Verrà il giorno in cui potrà iniziare a prendere lezioni, non di buonsenso per carità! Ma di come si amministra un paese. Forse potrebbe farsi aiutare dal suo collega di Salina che, a differenza sua, con estrema mitezza e umanità, così come previsto per legge (!) ha accolto un suo concittadino che si trovava nelle nostre stesse condizioni.  Non è mai troppo tardi per imparare a stare al mondo.

Valentina Marino

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5 commenti

  1. Taluni sindaci, si preoccupano troppo della comunicazione a fini di consenso e poco dei diritti delle persone. Si impegnassero nel miglioramento degli enti che amministrano che spesso non funzionano e/o non comunicano con le autorità sanitarie. Scatenano campagne di terrore con la pretesa di calpestare i diritti delle persone a scopo propagandistico, Il diritto è diritto e non è derogabile dalle paturnie dell’amministratore di turno.

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  2. Antonio Barbera 31 Marzo 2020 10:28

    Dovevate restare li, il principio è chiaro cosi come xxxxxxxxxxx di tanti di voi.
    Io ho molti parenti fuori e tutti con coscienza sono rimasti nelle terre straniere.
    Saluti

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    1. Avrei voluto vedere lei, all’estero lontano dagli affetti e sostegno familiare.
      Abbiamo accolto di tutto di più in questi ultimi anni, figuriamoci la difficoltà di un sindaco di controllare su una piccola isola se un nucleo familiare ottempera alla quarantena obbligatoria.

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  3. Avete tutta la mia solidarietà, un abbraccio….. ancora non abbiamo capito che solo insieme e col rispetto delle regole possiamo superare questo brutto momento…..

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  4. Il sindaco ha fatto solo il suo dovere applicando le direttive emanata dal DPCM. Forse sareste stati più contenti di farvi la quarantena a Milazzo? Oppure lei si sente al di sopra della legge?

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