Covid. "Abbonamenti ferroviari non utilizzati, che fine hanno fatto i rimborsi?"

Covid. “Abbonamenti ferroviari non utilizzati, che fine hanno fatto i rimborsi?”

Carmelo Caspanello

Covid. “Abbonamenti ferroviari non utilizzati, che fine hanno fatto i rimborsi?”

giovedì 27 Agosto 2020 - 16:36

Il Comitato pendolari: "Scaricabarile Regione-Trenitalia. Le altre regioni e le altre aziende di trasporto hanno già predisposto i moduli di richiesta per gli utenti". Le richieste all'assessore Falcone

“Che fine hanno fatto i rimborsi per il mancato utilizzo degli abbonamenti ferroviari nel periodo di emergenza Covid 19 in Sicilia”. Se lo chiede il Comitato pendolari siciliani. “E’ dal mese di marzo – spiega Giosué Malaponti – che chiediamo al Dipartimento trasporti (tramite mail, pec, telefonate e così via) di avere notizie in merito alla questione dei rimborsi degli abbonamenti mensili e annuali. Da quello che ci risulta, vi è una sorta di scaricabarile tra il committente ‘Regione siciliana’ e ‘Trenitalia Spa’. Mentre le altre regioni e le altre aziende di trasporto hanno già previsto e predisposto i moduli di richiesta per gli utenti – prosegue Malaponti – in Sicilia né la Regione né Trenitalia da disposizioni in merito alla richiesta di rimborso degli abbonamenti ferroviari mensili e annuali come previsto dal Decreto rilancio”.

Il Comitato chiede all’assessore regionale ai trasporti e alla mobilità, Marco Falcone, ai dirigenti del dipartimento Trasporti e ai dirigenti di Trenitalia Spa Sicilia “di intervenire per fare chiarezza sulle relative competenze e la dovuta predisposizione dei moduli di richiesta per i rimborsi degli abbonamenti mensili e annuali che molti utenti-pendolari siciliani aspettano di avere per poterne fare richiesta. Confidiamo in un autorevole ed immediato intervento per la definizione della modulistica per richiedere i rimborsi degli abbonamenti mensili ed annuali relativi ai mesi di marzo e aprile dovuti al lockdown e per il mese di maggio 2020 in quanto il servizio di trasporto ferroviario era garantito al 50 per cento creando enormi disagi all’utenza pendolare che rientrava sul proprio posto di lavoro”.

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