Possibile dissesto finanziario a Palazzo Zanca, il Pd mette alle strette Buzzanca

Possibile dissesto finanziario a Palazzo Zanca, il Pd mette alle strette Buzzanca

Possibile dissesto finanziario a Palazzo Zanca, il Pd mette alle strette Buzzanca

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lunedì 05 Dicembre 2011 - 12:20

Il segretario cittadino Grioli ed il capogruppo al Comune Calabrò invitano il sindaco ad agire velocemente per il bene della città o a mettersi da parte

La crisi economico – finanziaria del Comune è sotto gli occhi di tutti, palpabile come non mai . Lo ha ammesso anche il sindaco Giuseppe Buzzanca, il quale – solo due giorni fa – ha descritto il momento attuale come «uno dei momenti più drammatici» della storia dell’ente (vedi articolo correlato). Nessuna ammissione di colpe, ovviamente, perché come specificato dal primo cittadino le ragioni della crisi vanno ricercate nel periodo che va dal 1994 al 2005 ed in particolare nei «debiti fuori bilancio che dal 1994 hanno appesantito i conti di palazzo Zanca». Un’analisi o meglio una giustificazione sulla quale oggi interviene il partito democratico , con una nota firmata dal segretario cittadino Giuseppe Grioli e dal capogruppo del PD al Comune, Felice Calabrò, i quali accusano Buzzanca di aver perso troppo e lo mettono alle strette: «presenti le sue proposte per uscire fuori dal guado o se non è più in grado si faccia da parte perché la città è stanca di altre chiacchiere». Entrambi riconoscono che «nessuno può addebitare alla sola amministrazione Buzzanca il peso delle condizioni economiche del Comune», ma «addebitiamo – scrivono testualmente – a questa amministrazione la responsabilità di non aver compiuto scelte strutturali che andassero nella direzione del risanamento e degli investimenti necessari a garantire una qualità della vita accettabile per i cittadini». Trai settori nei quali l’attuale amministrazione avrebbe totalmente fallito, ci sono secondo Grioli e Calabrò : la gestione del ciclo dei rifiuti , il trasporto pubblico ed i contenziosi legali.

«Bloccando la realizzazione degli impianti per la differenziata – scrivono i due esponenti del Pd a proposito dei rifiuti – su cui si è consumata la rottura con Dalmazio, e non procedendo alla trasformazione di Messinambiente in società mista continuando ad alimentare sterili scontri tra Ato e Messinambiente si è persa l'occasione di un risparmio di spesa quantificabile in 10 mln di euro l'anno. Sull'azienda trasporti – continuano, passando ad affrontare il nodo Atm – non si è proceduto alla trasformazione, nessun piano industriale e nessuna pianificazione che prevedesse un partnerariato pubblico/privato». C’è poi «il contenzioso legale dell'ente che costituisce un autentico pozzo senza fondo su cui non si è visto un grande impegno anzi forse troppe distrazioni e sul fronte delle entrate abbiamo avuto modo di dimostrare con i numeri come una attenta e rigorosa politica del personale ed un'attenzione rivolta ai regolamenti avrebbe potuto garantire introiti cospicui».

Consapevoli che «siamo ormai dinnanzi ad una svolta epocale e che tutte le forze politiche devono prendere consapevolezza del fatto che il futuro delle prossime generazioni è stato ipotecato dall'irresponsabilità di decenni di egoismi, miopie e occasioni mancate», Grioli e Calabrò non hanno paura di dire che «questi ultimi quattro anni sono stati l'apice del mal governo della cosa pubblica, basti vedere in che modo è stata governata la macchina amministrativa, le società partecipate, i servizi di manutenzione. La bellezza della città – concludono – è stata messa sotto i piedi da un abbandono generalizzato dei servizi». (DLT)

Un commento

  1. Incredibile, da non credersi ,che quest’amministrazione abbia fatto debiti ed irregolarità, insieme ad altre del passato.In fondo essere all’ultimo posto nele graduatorie dlle città italiane per qualità della vita, sicuramente è un invenzione di certa stampa di sinistra ,brutta sporca e cattiva.Caro Messinese medio,che non rispetti un solo cartello stradale a breve sarà dura anche per te…

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