Nota di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp: «Amministrazione latitante e corresponsabile»
I prezzi dei prodotti alimentari a Messina sono troppo alti, così Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp si rivolgono alla Magistratura e all’Antitrust. Lo comunicano in una nota i rispettivi segretari Locorotondo, Muscolino e Catania, che spiegano come l’iniziativa inusuale dei sindacati dei pensionati messinesi parta da due presupposti diversi.
Il primo è che i due terzi degli importi delle pensioni sono al di sotto della soglia della povertà e l’impennata del costo della vita, con punte particolarmente acute per i generi di prima necessità, sta emarginando un sempre più alto numero di famiglie, in difficoltà già dalla terza settimana.
Il secondo è che a Messina fare la spesa costa più che altrove. E sul tema dell’illegalità diffusa Spi, Fnp e Uilp chiedono l’intervento della Procura della Repubblica e dell’Antitrust. I segretari generali dei sindacati citano casi eclatanti:
a) la diffusione del pizzo che viene pagato da tantissimi e viene traslato sui consumatori;
b) la mancanza di concorrenza che fa pensare ad un cartello da cui deriva che riempire il carrello a Messina costa molto più che altrove.
Sia la prima che la seconda denuncia sono documentate con “ricerche-.
c) il caso Zaera, che probabilmente è soltanto la punta di un iceberg;
d) il dissolvimento dell’iniziativa del Prefetto tendente a bloccare il prezzo di venti prodotti di prima necessità a causa della mancata adesione delle associazioni dei commercianti e della grande distribuzione;
e) la mancanza di coordinamento nei controlli sul commercio (dall’evasione fiscale all’igiene). Si impone invece che il controllo sia strutturale e in particolare quello comunale rafforzato.
Locorotondo, Muscolino e Catania infine sottolineano anche l’insignificanza della classe politica e in testa dell’amministrazione comunale di Messina che ripetutamente chiamata a dare risposte ai bisogni, alle esigenze dei cittadini, ad esempio istituendo subito il mercato del contadino per rompere la filiera che porta a quadruplicare i prezzi dal produttore al consumatore, continua ad essere latitante e perciò corresponsabile delle condizioni di disagio dei cittadini.