I -dietro le quinte- della ricostruzione de L'Aquila raccontati dalla redazione di un quotidiano on-line della città abruzzese
Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviataci questa mattina dal giornale on-line “L’Aquila Nuova”, in cui i redattori ci informano su -luci e ombre- del modello di ricostruzione aquilano definito dal premier Berlusconi come infallibile e, a detta dello stesso, perfettamente idoneo ad affrontare l’emergenza messinese. Il “modello L’Aquila” fa scuola, ha detto ieri Berlusconi. E tuttavia non possiamo immaginare che tale modello abbia soltanto lati positivi, la perfezione purtroppo non è di questa terra. Siamo troppo distanti dal capoluogo abruzzese per capire cos’è che è andato male, o non sta andando come previsto. E allora ci pensano i colleghi della martoriata L’Aquila a venire da noi, ad informarci e a tenere a bada le nostre aspettative, sebbene ieri le parole del Presidente del Consiglio siano state univoche e non abbiano dato adito a possibili fraintendimenti e soprattutto a repliche da parte dei presenti. Ciascuno tragga le proprie conclusioni…
In questo momento di dolore per la grande tragedia – esordisce il responsabile del sito – colgo l’occasione per esprimere il cordoglio mio e di tutti i collaboratori di questo giornale online. Detto questo vi scrivo per far si che nella vostra bellissima isola non si ripetano gli errori che, purtroppo, hanno stravolto la mia città. Leggo che nel messinese verranno utilizzati gli stessi strumenti che sono stati messi in campo a L’Aquila. Ebbene è giusto che la gente sappia che qui siamo ancora senza risposte certe.
Premetto che il Governo e la Protezione Civile hanno fatto un grande lavoro dando un tetto a circa 35.000 persone ma le lacune non sono mancate.
1)Pagamento delle tasse
Dal 6 Aprile tutti i cittadini del -cratere- potranno usufruire del congelamento di mutui, bollette, e finanziarie varie. Per quanto riguarda i mutui e i finanziamenti le maggiori banche cittadine hanno deciso che dal 1 gennaio si dovranno restituire i dovuti interessi del periodo compreso tra il 6 aprile e il 31 Gennaio.
2)Ricostruzione
Nel caso del capoluogo della Regione Abruzzo come quello del messinese non è chiaro se le zone devastate verranno ricostruite. L’Aquila, dopo Roma e Firenze, ha il più grande centro storico-urbano del centro Italia. Alla fine degli anni 70 vi vivevano all’incirca 55.000 abitanti e per l’intera ricostruzione, secondo i beni culturali, occorrerebbero circa 16 miliardi (escludendo le 99 chiese e i palazzi adottati da enti, stati e banche). Purtroppo ancora oggi siamo all’oscuro di che fine farà il nostro centro storico.
3) Aiuti alle imprese
L’unico aiuto per le imprese, messo in atto fino ad ora, è stato quello relativo alla cassa integrazione, valida per un periodo massimo di 6 mesi, per i dipendenti e 800 euro al mese, per un massimo di 3 mesi, per i titolari di azienda. Chi come me aveva un negozio o un’attività da luglio 2009 è senza un centesimo. All’Aquila, nel solo centro storico vi erano oltre 1300 partite IVA a cui vanno aggiunte quelle di tutti gli altri quartieri e delle varie frazioni. Per un totale di oltre 2.500 partite IVA.
4)Progetto C.A.S.E.
Il progetto C.A.S.E. sta facendo acqua da tutte le parti. Appartamenti super tecnologici antisismici costati dai 2600 ai 3000 euro a metro quadro. Quella che inizialmente era sembrata la migliore soluzione possibile (in attesa della ricostruzione) si sta dimostrando un inutile spreco di soldi pubblici.
Appartamenti di 33 metri per le coppie, 41 per i nuclei composti da 3 persone e i restanti da 55 a 84 metri quadrati in base alla numerosità delle persone che si insedieranno in condomini che sanno più di case popolari che di altro. Agglomerati edilizi stile nord Italia, quartieri dormitori senza alcuna ricettività e condomini che contengono dalle 80 alle 94 persone.
5) MAP
Il Governo e la protezione Civile hanno autorizzato la realizzazione di case in legno. Questo sistema non è stato regolamentato da nessun piano urbano ed in pratica l’immediata periferia si è trasformata in una vera e propria baraccopoli.
E poi c’è la questione dei tempi: 15.000 persone – scrive il collega abruzzese – passeranno l’inverno sulla costa perché i calcoli fatti da
Governo, Regione, Provincia e Comune erano errati. Quindi 63.000 sfollati tra Progetto C.A.S.E., alberghi del comprensorio, case requisite ecc. sono rimasti fuori circa 4.500 nuclei familiari.
E non vi descrivo – continua il collega abruzzese – le peripezie per chi lavora o per chi ha dei bambini che vanno a scuola.
Come più volte ripetuto dalla nostra testata non vogliamo partire da concetti prestabiliti, assolutamente, ma è bene osservare ciò che è successo in Abruzzo dopo il drammatico terremoto dell’aprile scorso.
Foto tratte dal sito http://www.laquilanuova.org/
E. De Pasquale – A. Pepe
