All'ordine del giorno il mancato rispetto delle direttive assessoriali sul fronte della liqudiazione del salario di produttività 2009, le difficoltà nel pagamento dei lavoratori, la carenza del personale e la complessiva disorganizzazione aziendale

Disorganizzazione aziendale, mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori, promesse disattese. Questo il quadro presentato dai rappresentanti sindacali del settore sanità della Cisl e della Uil, rispettivamente Cristaldi e Calapai, sulla situazione dell’Asp 5 di Messina a quadi undici mesi dall’insediamento del nuovo management. Secondo i rappresentanti dei lavoratori, l’atto aziendale per contere la spesa avrebbe dovuto ridurre le principali posizioni apicali dei distratti ospedalieri, e “invece ha mantenuto lo status quo forse per non scontentare la politica”. Secondo Cisl e Uil si evidenzia dunque una gestione improntata  principalmente alla riduzione della spesa del personale, sia sul versante delle assunzioni, che su quello della contrazione e dilazione nei pagamenti delle competenze accessorie ai dipendenti.

“In numerosi Presidi Ospedalieri – continuano – vi è una grave carenza di personale  ausiliario, infermieristico e tecnico con standard di assistenza inadeguati, che sta causando fortissimi disagi agli operatori sanitari ed agli utenti, con l’accentuarsi del rischio clinico che può comportare disservizi all’utenza, esponendo nel contempo gli operatori a gravi responsabilità professionali. La grave carenza di personale, in mancanza di provvedimenti adeguati, si accentuerà sicuramente con l’approssimarsi del periodo estivo, in quanto ai lavoratori deve essere garantito il diritto irrinunciabile alle ferie”.

Altro tassello importante quello della liquidazione del salario di produttività dell’anno 2009 che a seguito di Direttive assessoriali, avrebbe dovuto essere pagato entro il mese di aprile 2010, e di cui ancora invece non si vede traccia.  Tante questioni che spingono i sindacati a richiedere, entro 7 giorni, la convocazione di un incontro urgente: “Nel caso di esito negativo – concludono Calapai e Cristaldi – verranno intraprese forti iniziative sui luoghi di lavoro per costringere l’Azienda ad un radicale cambio di rotta al fine di garantire sia il diritto alla salute dei cittadini utenti, attraverso  l’erogazione di livelli adeguati di assistenza, ed anche  il riconoscimento in tempo reale delle giuste spettanze ai lavoratori”.