Dalla riunione con i sindacati nessuna nuova sul futuro dell’Azienda trasporti municipalizzata, ma solo rassicurazioni sugli stipendi arretrati. Oceano e Foti: “ Sempre solo pannicelli caldi”
A meno di 24 ore dal vertice a Palazzo Zanca sulla questione Atm, insorge la Cgil.
“Nessuna soluzione, nessuna strategia concreta per rimettere in carreggiata l’ATM. Sempre solo pannicelli caldi”. Così Lillo Oceano (nella foto) e Pino Foti, rispettivamente segretario generale della Cgil e della categoria di riferimento, quella dei trasporti, la Filt, commentano le soluzioni prospettate dal sindaco, Giuseppe Buzzanca.
Nel corso dell’incontro di ieri sera tra le oragnizzazioni sindacali, il direttore generale dell’Atm, Claudio Conte, il commissario straordinario, Cristofaro La Corte, e l’assessore alla mobilità, Melino Capone, il primo cittadino si è limitato a rassicurare i sindacati sulle mensilità arretrate, impegnandosi a versarle entro lunedì prossimo. Per parlare del futuro dell’azienda e del piano di risanamento, Buzzanca ha invitato i sindacati e i vertici dell’Atm a un nuovo tavolo di confronto, che si terrà tra tre settimane esatte.
Dal summit di ieri al Comune, dunque, l’ennesima soluzione tampone che lascia, per il momento, irrisolta la crisi decennale dell’Atm, che dal ’99 in poi ha accumulato perdite per circa venti milioni di euro, a tutt’oggi non ripianate. E in un documento, la Cgil contesta” l’assenza di un piano concreto di risanamento e di prospettiva per l’azienda di trasporto locale che oggi dispone di un parco mezzi obsoleto e limitato- massimo 60 bus a fronte di un’ esigenza cittadina minima di 100 mezzi-, e che entro il 2011 dovrà essere privatizzata, come previsto per legge, e quindi resa appetibile”.
Per un’azienda che ha oltre 20 milioni di deficit e un parco mezzi insufficiente che dovrà essere privatizzata come impone la legge nel prossimo 2011 – dichiara in particolare Foti- il sindaco Buzzanca affida tutta la partita alla riuscita dell’operazione sul pagamento da parte della Regione delle somme relative ai chilometri effettuati dal tram per gli anni a partire dal 2003 e finora mai corrisposti. 12 milioni di euro, secondo il sindaco, che rischiano seriamente di essere molto meno e che comunque andranno decurtati dei 7 milioni anticipati dalla Regione lo scorso anno nella crisi degli stipendi. Con i pochi milioni restanti e senza capitalizzare l’azienda che ad oggi non ha né la titolarità delle linee che effettua né la proprietà di immobili e necessità su tutto di mezzi nuovi – aggiunge il dirigente della Filt, – il futuro dell’ATM è purtroppo segnato.
Per la Cgil l’analisi e la soluzione prospettate sembrano guardare esclusivamente al problema delle retribuzioni e non al futuro complessivo dell’azienda, elementi senza i quali la disponibilità del sindaco a un nuovo incontro tra tre settimane appare inutile.
“Buzzanca parla dell’ATM guardando al dito e non alla luna, come se l’unico problema dell’azienda fosse il pagamento degli stipendi e non i posti di lavoro e il servizio per la città – osserva Oceano. Prioritario, certo, pagare i lavoratori ma compito dell’amministrazione deve essere anche garantire il futuro dell’azienda.
La Cgil di Messina sollecita quindi, come già ripetutamente chiesto in passato, il Consiglio comunale ad esprimersi sulla vicenda. La partita dell’ATM – scrive il sindacato -rischia di diventare l’ennesima beffa ai danni dei cittadini perché se non si risana l’azienda la soluzione più facile sarà quella di vendere le parti nobili ai privati rendendole magari appetibili senza vincoli sul personale, e scaricare ancora una volta sui contribuenti la parte malata, la bad company”.
Sulla questione interviene oggi anche il sindacato della Cisl che scrive: -“Se non collegata a un serio piano industriale, la ricapitalizzazione dell’Atm rimanda solo il problema, non lo risolve”. Il segretario provinciale della Enzo Testa ribadisce la necessità di pensare a un piano industriale di rilancio dell’azienda trasporti. “Bisogna stare molto attenti nel mandare messaggi che possono essere interpretati in maniera errata dai lavoratori e dall’opinione pubblica – avverte Testa – occorre dare risposte concrete ai cittadini che chiedono un trasporto urbano moderno e funzionale. Ma si devono dare certezze sul futuro anche ai lavoratori, consapevoli in questo momento l’Atm ha imboccato un vicolo cieco”.
Per la Fit Cisl è necessario dare seguito all’accordo programmatico del 28 novembre 2008, con il quale si era stabilito di procedere al risanamento dell’azienda trasporti attraverso l’internalizzazione di tutte le attività che producono reddito e che sono ancora oggi gestite da ditte private. “Deve essere questo il punto di partenza per un abbattimento dei costi – sostiene Testa – nel contempo si può e si deve dare piena occupazione a tutti i lavoratori in atto presenti in azienda ricordando che presto, tra aprile e giugno, dovrà essere affrontato il problema del rinnovo dei contratti a termine in scadenza. Il ripianamento dei debiti pregressi e l’aumento delle attività devono essere perseguiti congiuntamente. Solo attraverso l’aumento della produttività è possibile risanare e rilanciare un’azienda che la Cisl ritiene si debba mantenere a capitale pubblico almeno sino al 2015”.
