Per la Polizia si tratterebbe di una vendetta o di un avvertimento finito male. Solidarietà di PRC e PDCI
Negli uffici della Digos si lavora per far luce sull’attentato incendiario che ieri notte ha distrutto il Centro di Documentazione Malastrada, sede degli anarchici messinesi.
Le indagini sono ancora lontane dalla svolta. Gli uomini della Digos
fra ieri ed oggi hanno sentito alcuni giovani anarchici ed il proprietario del locale di via Degli Angeli in cui ha sede il Centro. Nessuno ha saputo fornire indizi utili alle indagini. Per tutti il grave attentato di ieri notte rimane un gesto senza spiegazione perché non c’erano state avvisaglie.
Per la Digos, tuttavia, è da escludere la pista politica visto che non sono giunte rivendicazioni. Nessuna organizzazione, nessun gruppo si è attribuito il gesto. Più probabile, secondo la Polizia, si sia trattato di una vendetta per questioni ancora da scoprire e non è escluso che gli autori del gesto volessero solo lanciare un avvertimento. Poi però qualcosa è andato storto e le fiamme hanno distrutto tutto. Un rogo di vaste proporzioni che ha perfino messo a repentaglio la stabilità del soffitto e dunque delle abitazioni soprastanti. Senza il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco probabilmente sarebbe stato necessario evacuare il palazzo che si trova ad un tiro di schioppo dal Tirone.
Sulla vicenda oggi sono intervenuti Rifondazione Comunista ed il Partito dei Comunisti Italiani che hanno espresso solidarietà agli anarchici del Centro Malastrada. Per i rispettivi segretari provinciali, Filippo Giunta ed Antonio Bertuccelli l’atto intimidatorio è da inquadrarsi nell’area calda che si respira in Italia e della quale Messina non esente: “La politica di repressione del Governo di destra –sostengono Giunta e Bertuccelli- sta dando frutti velenosi che inquinano la civile partecipazione alla vita democratica del paese e incoraggia apologie di fascismo. In città insistono vetrine di locali pubblici che mettono in bella mostra busti raffiguranti Mussolini, gagliardetti inneggianti al fascismo e, persino, manganelli neri con la scritta “ricordo della Sicilia”, che sono vere armi o oggetti atti ad offendere, pronti alla vendita e i preposti all’ordine pubblico sembrano non accorgersene”.
Filippo Giunta ed Antonio Bertuccelli hanno messo a disposizione del Centro di Documentazione Malastrada le sedi delle rispettive federazioni per le loro riunioni.
